Il nome di Procida spesso viene associato a qualche favola. Dalla Cenerentola del golfo di Napoli al piccolo (ma mai brutto) anatroccolo, in confronto alle più famose Ischia e Capri, solo per fare qualche esempio. Ma dal 9 aprile di quest’anno la piccola isola sembra aver riscritto un’altra favola, diventando l’isola che c’è, la Capitale italiana della cultura 2022, finora la più piccola e difficilmente questo record potrà essere battuto. Un riconoscimento che è il coronamento di un percorso che dura da decenni nel tentativo di diversificare l’offerta turistica puntando su cultura e sostenibilità. È soprattutto questo secondo aspetto quello su cui si dovrà concentrare l’attenzione di chi gestisce l’evento e dovrà gestirne la ricaduta futura, per permettere al territorio di non subire trasformazioni che lo rendano simile alle altre località turistiche, puntando forte sull’unicità di un piccolo lembo di terra che, come vi racconteremo nei prossimi mesi, racchiude storia, tradizioni, paesaggi, arte e natura, in un mix che è la vera forza di una realtà sempre più apprezzata in Italia e all’estero e che adesso gode di una vetrina unica.
Lo scorso sabato è stata la cerimonia inaugurale a dare il via a un programma che proseguirà fino a dicembre con eventi e altre iniziative collegate e in cui anche Centodieci avrà un ruolo di primo piano che vi sveleremo nelle prossime settimane. L’inizio ufficiale è stato dato alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha inaugurato un programma di 44 progetti (di cui 34 originali) e 150 eventi distribuiti in un cartellone di quasi 300 giorni di programmazione, con 350 artisti provenienti da 45 Paesi differenti del mondo. Al suo saluto ha fatto seguito una relazione sul tema della speranza di Giovanni D’Antonio, diciottenne campano classificatosi primo in Europa, e quarto al mondo, tra i migliori studenti di filosofia.
La giornata inaugurale è iniziata a Napoli, con una sequenza di tre spettacoli e azioni performative curate dal Teatro dei Venti. A partire dal “Il pianoforte sospeso” di Renata Benvegnù, che ha accompagnato gli ospiti sul traghetto che li ha condotti dal capoluogo all’isola. All’arrivo al porto di Marina Grande è andata in scena la grande rappresentazione teatrale open air “Moby Dick”, con la regia di Stefano Tè, opera già vincitrice del Premio Ubu per il miglior allestimento scenico. Al nucleo di 20 artisti (attori, danzatori, musicisti e tecnici) si sono uniti i cittadini procidani, inclusi in alcune scene dello spettacolo a conclusione di percorsi laboratoriali di tre settimane con i bambini dell’Istituto comprensivo Capraro di Procida e con il Coro Polifonico San Leonardo.
A seguire è stata la volta della Grande Parata, un attraversamento del cuore dell’isola tra strettoie, salite, discese e balconi, in dialogo profondo con le sue specificità architettoniche, con la partecipazione di Amici della musica – Banda Musicale Isola di Procida Aps, degli allievi della Scuola di teatro “Iolanda Gazzerro” di ERT/Teatro Nazionale, i trampolieri di Fenice Show Events e diversi artisti locali. In contemporanea al saluto del Presidente della Repubblica, l’isola è stata attraversata dallo spettacolo “Les Tambours et Poupées auteurs dans un univers aquatique” di Transe Express. E, al calare del sole, è stato il borgo di Marina Corricella ad ospitare uno straordinario intervento di visual show architetturale a cura di Gio Pistone e Alessandra Carloni, che sulle tipiche architetture mediterranee hanno permesso di prendere forma ai miti misteriosi del mare.
“La cultura è un capitale da valorizzare e su cui investire – ha spiegato nel suo discorso di saluto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella -. È un’eredità lasciata dai millenni, come si può vedere in quest’isola incantevole. Procida Capitale della cultura è una sfida di modernità e un ritorno all’antico. È un moderno ritorno alla lunga storia della cultura italiana, perché non si può più ragionare di centro e periferie. La cultura è un attrattore di turismo e lo rende migliore, perché il patrimonio culturale genera patrimonio morale. Procida è un vero e proprio atlante storico che oggi così si mostra a chi la visita”.
“Siamo orgogliosi di poter dare il via al nostro percorso da Capitale – ha sottolineato il sindaco di Procida, Dino Ambrosino – diffondendo un messaggio di speranza e ottimismo e continuando a fare rete con i Campi Flegrei, con l’intera Campania e con tutte le piccole isole e piccoli borghi d’Italia”. La sinergia con la Regione Campania si è manifestata già in occasione della prima giornata di eventi con l’illuminazione rosa – il colore di Procida 2022 – di alcuni dei più importanti monumenti della Campania: il colonnato della Basilica di San Francesco di Paola in Piazza del Plebiscito e Castel Sant’Elmo a Napoli, i Templi di Paestum, la Reggia di Caserta, l’Arco di Traiano a Benevento e il Castello Marchionale di Taurasi.