Sold out per Stupor Mundi. Lo spettacolo con Michele Placido a Palermo incanta la platea
Già la sola location incanta: quel Teatro di Verdura immerso nel cuore di una Palermo che stupisce e rinasce, a soli 6 chilometri dalla spiaggia di Mondello, vicinissimo al centro di una Capitale della Cultura 2018 che più passa il tempo e più si dimostra pronta, colorata, vivace.
“Stupor Mundi”, dicevano in epoca antica per indicare grandi eventi militari o campagne belliche, come appellativo che consacrava le doti di un generale, che si rendeva protagonista di campagne di successo oltre i confini dell’impero romano.
“Stupor Mundi”, diceva Michele Placido in una sera di inizio estate 2018 di fronte a 2500 persone per iniziare una intensa serenata a Federico II tra storia, leggenda e fantasia, un viaggio nella diversità che unisce, nella grandezza di un uomo profetico, cosmopolita convinto già in epoca medievale, in grado di accettare con serena naturalezza la convivenza con uomini di razze diverse, mecenate della Cultura come elemento salvifico, fondamentale e primario necessario per l’emancipazione e il progresso dei popoli.
Cultura come Palermo 2018, il tempo come contraltare. Il sindaco Leoluca Orlando, sul palco in rappresentanza di una amministrazione comunale entusiasta del ciclo di eventi portato da Centodieci nella capitale siciliana durante questo anno, affianca Oscar di Montigny, direttore Marketing Comunicazione e Innovazione di Banca Mediolanum: “Sapere non è capire. Coesistere non è tollerare. Ci vuole Cultura” racconteranno in coro.
Tocca a Michele Placido e al figlio Brenno accompagnati dalla voce di Alejandra Bertolino Garcia, tocca a Federico II di Svevia, imperatore e re di Sicilia e di Gerusalemme, vivere e far vivere un viaggio intenso che vede confrontarsi un Federico ormai giunto al termine della sua esistenza e il suo doppio giovane. E si vola indietro nel tempo, un tempo in cui Palermo passava dall’essere centro del Mediterraneo all’essere centro del mondo, innovando lo stato, la cultura, l’arte, l’economia, le scienze, la filosofia, generando un benessere diffuso. Indole e passioni che hanno alimentato l’esistenza dell’imperatore, uomo di ingegno moderno le cui riflessioni rispondono a problematiche ancora attuali, trovano spazio in una lunga riflessione sul concetto di diversità, ma soprattutto di approccio alla diversità. Una diversità che unisce, una diversità che innova, una diversità come peculiarità unica per crescere.
E mentre la Cultura diventa ponte tra gli esseri umani di ogni tempo il dialogo tra i due prosegue in una serata che entro cui il tempo scorre veloce e che volge al termine; sulla capitale siciliana è sceso un leggero venticello che avvolge i presenti intorno ai protagonisti prima del consiglio finale del maestro Placido: “Dove c’è Cultura c’è riflessione, la Sicilia mi ha educato e gliene sono grato, ha una magia che non esiste altrove. È iniziato tutto dopo Falcone e Borsellino, questo è un Nuovo Rinascimento, siate ciò che siete“.