Note d’Italia – Daniele Stefani canta Francesco De Gregori, principe eletto della canzone italiana
Viaggio nel cuore del cantautorato italiano, da Ma come fanno i marinai a La donna cannone
Ha spento da poco 70 candeline e conta quasi mezzo secolo di presenze sulle radio italiane l’artista che Daniele Stefani ci porta a conoscere nel nuovo video di Note d’Italia: classe 1951, Francesco De Gregori inizia a fondere insieme musiche e testi di straordinaria bellezza dai primi anni Settanta, incoraggiato dal fratello che ne aveva intuito le capacità.
Ma facciamo un passo indietro. L’amore per la chitarra sboccia negli anni del liceo, periodo di formazione in cui De Gregori vive sulla propria pelle le turbolenze dei moti studenteschi, ma la carriera musicale non è ancora nei suoi piani. Avremmo potuto vederlo nel cast di Roma di Fellini se non fosse stato scartato, sembra, per la statura imponente. A un certo punto, però, la passione per la musica prevale su quella per il cinema e un giovane De Gregori comincia a esibirsi regolarmente al Folkstudio, locale a Trastevere frequentato da molti di quelli che sarebbero diventati leggende della musica italiana. Sin da giovanissimo, le sue fonti d’ispirazione sono Fabrizio De André e Bob Dylan: il suo talento e la sua dedizione gli consentono, negli anni a venire, di collaborare con entrambi, oltre che con numerosi altri artisti. L’esordio discografico avviene infatti insieme all’amico e collega Antonello Venditti, con il quale pubblica Theorius Campus, passato però leggermente in sordina.
Bisogna aspettare il 1975 per Rimmel, l’album con cui De Gregori entra di diritto tra i classici della musica italiana, che oltre al brano omonimo contiene pezzi come Pablo, scritta con Lucio Dalla, e Buonanotte fiorellino. Il 1976 è l’anno di Bufalo Bill, che De Gregori definisce il disco meglio riuscito della sua carriera, ma anche un anno difficile a causa delle dure contestazioni di matrice politica che il cantautore riceve durante un suo concerto a Milano e che lo portano ad abbandonare il palcoscenico per un po’. Fa il suo ritorno nel 1978 con uno dei suoi brani più cantati dal pubblico di ogni generazione, Generale.
Risale all’anno successivo il primo brano che Daniele Stefani ha deciso di proporre per omaggiare, in una volta sola, due grandi nomi della musica italiana: parliamo di Ma come fanno i marinai, singolo scritto a quattro mani da Francesco De Gregori e Lucio Dalla, da cui nascono il disco e la tournée Banana Republic, accolti calorosamente da migliaia di fan. Dopo Viva l’Italia e Titanic è la volta della canzone-simbolo della produzione di De Gregori, che non poteva che essere scelta da Daniele Stefani per rappresentare la carriera del cantautore romano: nel 1983 esce La donna cannone, considerata dai più come il suo capolavoro assoluto.
Un’altra tappa degna di nota nella vita artistica di De Gregori è il Tour del 1996, condiviso con Pino Daniele, Fiorella Mannoia e Ron, e destinato a fare la storia della musica nel nostro Paese. Dagli anni dei suoi timidi esordi in poi si sono successi dischi, riconoscimenti, esperienze musicali e non, ma soprattutto brani meravigliosi, che fanno di De Gregori un’insostituibile presenza durante le feste, i karaoke e tutti quei momenti nostalgici in cui gli italiani hanno voglia di sentirsi italiani.
Il progetto di Lezioni italiane prende spunto dal saggio di Italo Calvino “Lezioni americane”, uno dei suoi ultimi scritti che è diventato una bussola anche per il mondo contemporaneo. Proprio per questo, per orientarci meglio in questo complesso momento, nasce Lezioni italiane. Da sempre Centodieci infatti è orgoglioso e indissolubilmente legato a quel “saper fare” italiano che nella storia ha reso grande il nostro Paese. Saper scrivere, saper dipingere, saper progettare, saper inventare. Sono soltanto alcuni dei talenti che in questa pagina svilupperemo sotto forma di parole scritte e cantate, recitate e raccontate.
Dicono che nei momenti di crisi si intravvedano anche spiragli di opportunità, Lezioni italiane è il nostro modo per offrire ai lettori di Centodieci la possibilità di vedere questo periodo così strano per il nostro Pianeta come qualcosa di positivo, di visione e di ripresa. Sentendosi anche orgogliosi di ciò che l’Italia ha offerto e offrirà al mondo intero.