Wetacoo: come funziona il cloud dei traslochi
Wetacoo è una startup romana che nasce con l’obiettivo di rivoluzionare il mondo dei traslochi e dello storage rendendo tutto più smart, “il dropbox dei traslochi” come lo definisce il Ceo e co-founder Federico Prugnoli.
Federico Prugnoli è un ragazzo romano di ventinove anni. Studia economia alla Bocconi poi alla London School of Economics di Londra. Inizia la carriera in una società di consulenza per passare poi in un fondo di private equity. “Quella è stata un’esperienza particolare perché mi occupavo di ristrutturazioni di aziende molto indebitate e mi dedicavo non alla parte finanziaria, ma allo sviluppo dei nuovi prodotti” racconta Federico Prugnoli.
Come nasce l’idea Wetacoo
Il lavoro lo porta a viaggiare per il mondo fino a quando nel 2019 decide di lasciare la professione per frequentare un MBA a New York. È l’inizio di tutto. È nella Grande Mela che conosce il suo coinquilino Pierfrancesco Bosco, co-founder di Wetacoo. Tutto sembrava andare per il meglio per Federico e Pierfrancesco, poi arrivò il Covid e nel 2020 furono costretti a lasciare temporaneamente l’appartamento. “Fu in quel momento che pensammo: come sarebbe bello avere una soluzione che in pochi click permette di gestire tutto, ritiro mobili, stoccaggio e riconsegna nel momento prestabilito”. Nasce così l’idea di Wetacoo (WE TAke Care Of Objects). In America esisteva già qualcosa di simile, ma non in Italia ed Europa e così in un anno di duro lavoro nasce la startup.
Il settore dei traslochi è un business che esiste da secoli, ma è gestito sempre allo stesso modo da decenni. “Se ci pensi bene”, spiega Federico, “è un settore obsoleto. Non puoi avere un preventivo in tempo reale, non puoi pagare con una carta di credito, c’è bisogno di sopralluoghi… noi abbiamo eliminato tutto questo”. I due ragazzi hanno sviluppato un software proprietario che consente di digitalizzare ogni fase del processo dal preventivo, la prenotazione del ritiro, l’eventuale smontaggio e rimontaggio dei mobili, lo stoccaggio e la riconsegna.
Gli utenti Wetacoo
Il servizio si rivolge a quella fascia di utenti privati che hanno necessità di traslocare, ma l’abitazione non è ancora pronta e quindi è necessario stoccare il materiale temporaneamente per una consegna successiva. Oppure quando c’è la necessità di ristrutturare una parte della casa e solo una stanza va liberata momentaneamente. È un vero e proprio sistema di “cloud storage on demand”. Wetacoo al momento è operativa a Roma, Milano e Bologna dove hanno magazzini che gestiscono direttamente. La piattaforma si prende cura degli imballi, li tiene nel deposito fino a quando serve e con un click si prenota la riconsegna. “Proprio come in un cloud, non è necessario scaricare tutta la cartella con i file, poi prendere un singolo file. Wetacoo funziona allo stesso modo. Una volta che abbiamo liberato la casa, il cliente può andare sulla piattaforma e prenotare la riconsegna in modo graduale, un po’ per volta, così da evitare di trovarsi la casa ingolfata da scatoloni”.
Non solo privati, ma anche piccoli business si rivolgono a Wetacoo per gestire problemi di spazio ad esempio piccole attività che non sanno come stoccare i faldoni dei documenti che devono essere custoditi per anni. “Siamo anche un’alternativa ai garage che vengono usati raramente. Invece di pagare un affitto per custodire oggetti inutilizzati, Wetacoo consente di risparmiare nello stoccaggio”.
Il mercato è con Wetacoo
La startup romana nata nel 2021 ha già riscosso molto successo sul mercato. Ad oggi contano oltre mille clienti e hanno raccolto un round di finanziamenti da 750.000 euro che ha consentito a Wetacoo di investire in personale, con uno staff di venti persone, e nell’implementazione del software. “Quest’anno apriremo il servizio anche a Firenze e Torino, ma il progetto di lungo termine è quello di entrare anche sul mercato europeo”.
Sembra tutto facile, ma non lo è stato: svecchiare un sistema tradizionale come quello dei traslochi richiede investimenti nel marketing per far conoscere un servizio e le possibilità alternative che esistono. Inoltre, se da un lato è vero che fare startup oggi è più semplice rispetto a dieci anni fa, dall’altra non esistono percorsi privilegiati. “In Italia, come anche in altri Paesi aggiungo, c’è molta burocrazia quindi gran parte del tempo all’inizio lo abbiamo impiegato studiando documenti legali e contratti, piuttosto che occuparci di sviluppo prodotti”.
Federico è molto soddisfatto del percorso ed è ottimista sul futuro. “Tra gli investitori abbiamo anche operatori del settore della logistica che credono nel nostro progetto, vuol dire che siamo veramente innovativi”.