Tesla S Future, Day 5. Puntando verso Sud, portando a casa tanto Nord
Sulla stessa via dell’andata, ripassando sugli stessi luoghi ma con occhi diversi. Basta una nuvola a cambiare la percezione, a definire un luogo pieno di vita o a giudicarlo carico di malinconia. E anche quando c’è il sole ti trovi alle 11 di sera a cercare una qualsiasi tavola calda in un centro urbanizzato come Narvik, sentendoti però rispondere: «Too late, It’s closed man, welcome in Norway». Ti ritrovi davanti a un vecchio palco bianco e rotondo che aspetta solo un pensiero di fronte a una platea che non c’è, che è già chiusa dentro casa perché fuori puoi fare due chiacchiere solo con un poliziotto tagliato come una sequoia, lì al freddo a cercare qualche traccia d’alcol nel driver dello staff Tesla S Future.
Welcome in Norway, che tanto la natura è così ingombrante da tirarti dentro la sua pancia, da farti parcheggiare in mezzo al nulla, la sua più grande dote fatta di tanta acqua scura come il colore dei boschi, di rocce che si sbriciolano, di alberi e tundra lunare. Perché di spazio cosmico parliamo risalendo le curve per tornare sulla linea del circolo polare artico. È solo un luogo simbolico, ma per la gente che ha sempre bisogno di una meta è assai di più, è il certificato esistenziale che fa poi dire: «I was here». È l’improvvisazione che fa salire un viottolo e apre a una distesa di piccoli cumoli di sassi, il ricordo di chi lì non ci è passato per caso, il matrimonio voluto tra l’uomo e la terra rispettata più della propria anima.
È qui che ci sorridono Silvia Brogli e Daniel Beutler, due che si vogliono così bene da decidere che a Capo Nord ci arrivano dalla Svizzera su un trattore con il camper sul rimorchio». Silvia e Daniel che scopriranno tutta l’Europa così, in giro per quattro mesi. Ci danno la loro benedizione applaudendo alla nostra sfida che viaggia sempre su quattro ruote, si allontanano guardando i due cippi con la stella yugoslava e la falce e il martello sovietici, lì a ricordare che cosa è stata la Seconda Guerra Mondiale da queste parti.
La guerra che oggi fa scappare ancora tante vite a queste latitudini e altitudini, quelle dei migranti che aggirano confini troppo controllati sfidando il freddo polare per entrare in Europa dalla Norvegia. Confondendosi tra camperisti, viaggiatori in bici, passatori allenati, mimetizzandosi tra la natura, l’unica che ancora non chiede il permesso d’entrata.
Noi invece puntiamo verso Sud, quasi senza soste se non quelle per il cambio di volante, seguendo tappe serrate per festeggiare a Venezia un’impresa per nulla scontata. Fame, stanchezza, scomodità? Poco importa, viaggiare è voglia di scoprire, di condividere, di crescere ancora nonostante l’età anagrafica. Il prezzo da pagare sarà sempre troppo poco rispetto alla conoscenza che fa più luce di un sole di mezzanotte.