Tesla S Future, Day 4. Arrivati. Dopo 80 ore di viaggio e 4.955 km con un’auto elettrica siamo a Capo Nord!
Portare una Tesla S a Capo Nord partendo da Roma, senza fermarsi mai se non per ricaricare le batterie. Fatto! Arrivati, dimenticando in un attimo gli ultimi chilometri, i più duri, quelli che fanno dire: «Ma se prima mancavano 520 km, come è possibile che dopo due ore ne manchino 540?!».
È un abbraccio collettivo, mani che si stringono, maglioni di lana che cercano di riscaldare i 7 gradi di temperatura esterna. La gente che si avvicina, vede le bandiere italiane e quelle di Open BioMedical Initiative: «Itagliani ah, bravi, bellla idea». Soprattutto quando vedono BOB, l’incubatrice neonatale, quando ascoltano che salverà le vite di tanti bambini. E dicono: «Siete venuti nel posto giusto, andate a vedere la scultura di sette medaglioni chiamata I bambini del mondo». Oltre a chiedere: «Come si fa a fare una donazione?».
A scrivere su un pezzo di carta il codice per regalare qualche euro anche se c’è una pagina ufficiale dedicata.
Alle 20.30 con il sole a picco nemmeno fossero le 15 uno si domanda: «Dai, facciamo presto, altrimenti la luce va giù e addio riprese». E invece il sole potrebbe anche farci lavorare per tutta quella che di solito chiamiamo notte. Di fronte a noi non ci sono altri Stati europei procedendo verso Nord. Stop. Basta. Solo il Mare di Barents, le Isole Svalbard, il Mare Glaciale Artico. Il niente o il tutto.
Missione compiuta (ma non ancora terminata, il 16 luglio torniamo a Venezia per la Festa del Redentore) grazie alla voglia di andare, di quel pizzico di avventura che mette insieme tempo, tabelle di marcia, soste ridotte al minimo, panini al volo, zero materassi e occhiaie scure come le acque dei laghi norvegesi. Soprattutto quest’ultima tappa di Cape North, la più difficile e più bella anche paesaggisticamente. Quella che ci fa decidere di staccarci per un paio d’ore dallo staff di professionisti che documentano il progetto Tesla S Future, perché quest’ultimo è un roadbook in cui le colonne di ricarica sono ancora poche e servono più minuti per assicurarci una buona autonomia. Adriano Ruchini alla guida sa centellinare ogni singola scossa di energia per il motore della Tesla S. È lui il mago organizzatore di questa impresa. È lui che aspettiamo a Honningsvag per ripartire subito: gli ultimi 13 chilometri scartando autobus e ciclisti, buttando un occhio a destra e sinistra, a delfini e renne, a laghi e neve che si scioglie dai fiordi.
A farci sorprendere ancora una volta dalla forza della natura e fa dire a uno del gruppo: «La stiamo distruggendo in tutti i modi e allo stesso tempo cerchiamo di ricostruirla. Pensate che tutta questa bellezza ce l’avevano già !».