Tesla S Future, Day 3. Norvegia, il circolo polare, Nordkapp a un pugno di chilometri
La Norvegia, una lingua verde che ci sta portando a Capo Nord, l’obiettivo della missione Tesla S Future. Nessuna autostrada, solo una striscia d’asfalto in mezzo ai boschi, poche abitazioni, qualche punto di ristoro nei piccoli centri. Ma tanti viaggiatori con in testa la voglia di raggiungere l’estremo Nord esplorabile su terraferma.
La prima ricarica è in mezzo a decine di Ford Mustung pronte per il raduno della domenica, in Italia il sole deve ancora sorgere, qui la luce non è mai andata via del tutto. E noi la inseguiamo macinando chilometri su chilometri. La Tesla davanti, la safety car con gli operatori che documentano il viaggio dietro. La strada è di quelle meno noiose, ricca di curve: da una parte il verde scuro della vegetazione norvegese, dall’altra l’acqua di torrenti e laghi.
Come il Lake Snasavatnet che gira intorno al piccolo paese di Hell. «Nonostante la latitudine siamo arrivati all’inferno» dice Valentino mentre se la ride. E invece no, quelle isolette che affiorano dal pelo appena increspato sembrano il paradiso. E noi non resistiamo a far alzare il drone di Daniele per qualche ripresa dall’alto e qualche selfie con il pollice su. Poi via di nuovo come contrabbandieri di ecosostenibilità.
A ogni fermata la gente si ferma, incrocia le braccia, guarda dal vivo un’auto che piace perché è riuscita a unire zero emission a prestazioni. Allora noi apriamo il bagagliaio e mostriamo qualcosa dalle prestazioni ineguagliabili. A tutti presentiamo BOB, Baby On Board, l’incubatrice neonatale stampata in 3D che grazie al movimento open source può essere replicata in qualsiasi parte del mondo. A tutti segnaliamo il link online per le donazioni alla onlus Open BioMedical Initiative, quello è il carburante per l’innovazione che fa bene ai bambini che nascono nei Paesi più bisognosi.
Un centinaio di chilometri più in là, a metà pomeriggio, raggiungiamo Mosjoen. Il tempo per un boccone in un paesino che rispecchia l’anima della Norvegia: un albergo con giardino fronte lago, qualche ristorantino, la banca, la piazzetta centrale con i manifesti dei cantanti folk attesi alla sagra locale. Il silenzio. Perché qui c’è rispetto per il silenzio, quasi a ricordare che la natura non fa mai rumore e noi ne facciamo parte. Poi però le esclamazioni di stupore si fanno sentire quando valichiamo un confine, quello che segna l’inizio del Circolo Polare Artico.
La terra è montanara, la luce anche, la temperatura pure. È solo l’inizio, da ora in poi meglio comprare maglioni e piumini. A fine serata tocchiamo quota 4.300 chilometri. Ne mancano circa 700 per raggiungere la meta. Vai Tesla vai, soprattutto oggi che è il compleanno di un certo Nikola Tesla, grazie a lui noi siamo qui oggi.
Vai, ancora qualche scarica elettrica e ci siamo!