La medicina come strumento letterario per conoscere noi stessi
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Le librerie, come la gran parte degli esercizi commerciali, stanno comunicando giorno dopo giorno la momentanea sospensione delle attività a causa della rapida espansione del Coronavirus. Eppure è proprio in questi giorni di limitata libertà nelle uscite che il virologo del San Raffaele, il professor Roberto Burioni, ha pubblicato e presentato a Milano il suo nuovo libro sull’epidemia che ha invaso prima la Cina e adesso l’Italia. Si chiama Virus, la grande sfida (Rizzoli), ed è un testo di 240 pagine in cui l’esperto affronta il tema del nuovo virus COVID-19 insieme all’epidemiologo Luigi Lopalco, parlando di come il morbo si sia espanso, quali siano i sintomi e le conseguenze e, in generale, spiegando le difficoltà presentate dalle nuove forme virologiche. E la sua conclusione, dopo averla già proposta in altri testi, è che l’unica soluzione possibile alla fine è sempre quella: la scienza. Roberto Burioni non è nuovo alla pubblicazione in libreria di testi che non siano prettamente scientifici o universitari: Balle Mortali, La congiura dei somari e Omeopatia, bugie e libertà sono solo due dei suoi volumi che hanno aiutato alla diffusione della scienza grazie a un modo facile di raccontarla.
Gli illustri precedenti storici sono diversi, e in generale, la medicina come fonte letteraria ha un’origine in realtà antica. Già in epoca greca prima e romana poi, nel mondo occidentale, autori sono entrati nei libri di scuola grazie a opere medico-scientifiche di estrema rilevanza. Su tutti il greco Ippocrate, che ha messo le basi per la medicina empirica come la conosciamo. Il medico greco infatti fu il primo a introdurre concetti medico scientifici dopo secoli di pratiche esoteriche. Nel periodo romano, poi, la divulgazione scientifica era un modo molto efficace di fare cultura, e non è un caso che, ancora oggi, venga dato spazio allo studio di autori come Vitruvio (I secolo a.C.) o ancora, più avanti nel tempo, Galeno (I secolo d.C.). Attualmente disponibili i suoi De arte medica e De methodo medendi.
Nel Medioevo, intorno al 1000 d.C., un importante autore di trattati medici fu il persiano Avicenna, autore del celebre Canone diventato un pilastro per medici, universitari e letterati nell’approfondimento della materia anatomica e patologica. Sempre nel Medioevo, come hanno ricordato gli ampi studi su Dante, Petrarca e l’amore come patologia, pare che il viaggiatore non potesse spostarsi sprovvisto del Viaticum Peregrinantis, un’operetta smart che i forestieri portavano con sé in viaggio e dove erano spiegate le patologie e i loro rimedi.
Nei secoli ancora si è incorsi in altri scritti medici diventate opere letterarie, che comunque, si basavano ancora su quanto elaborato dagli antichi alcune centinaia di anni prima – un esempio ne è il De humani corporis fabrica di Andrea Vesalio nel Cinquecento. Per vedere un testo medico esplicitamente canonizzato come letteratura bisogna aspettare il 1900, con la pubblicazione di Sigmund Freud de L’interpretazione dei sogni, un fondamentale trattato di psicologia diventato il manifesto della psicoanalisi. Il manuale di Freud può definirsi un testo di psicologia (positivista) che negli anni è diventato un libro da scaffale, una lettura tradotta in tutto il mondo e soprattutto che è diventato un classico. L’interpretazione dei sogni è un testo estremamente moderno, una pubblicazione insieme narrativa e scientifica che vuole dimostrare come la nevrosi possa essere curata tramite un percorso scientifico.
In generale, il Novecento si può ritenere il secolo dell’esaltazione di medici come scrittori, a partire da un giovane Céline e la sua tesi di laurea proprio in medicina o Michail Bulgakov, scrittore che ha iniziato la propria carriera con testi di narrativa medica dopo che, anche lui, si era laureato in medicina. In ogni caso, la figura più nota è certamente quella del neurologo americano Oliver Sacks, che conta una bibliografia personale di 13 testi pubblicati dal 1970 fino a pochi anni fa. Alcuni di questi sono stati dei veri e propri romanzi, come Risvegli, da cui è stato tratto un film di successo con Robert De Niro e Robin Williams e La donna che scambiò suo marito per un cappello, entrambi editi da Adelphi.
È chiaro che Roberto Burioni difficilmente potrebbe impugnare la penna di scrittore di fiction abbandonando quella da medico, ma intanto, per i lettori italiani, la forma più autorevole di testi medici in libreria porta il suo nome.
Riccardo Belardielli
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