Spazio 2023: che cosa ci riserverà l’anno nuovo oltre l’atmosfera
La prima “passeggiata spaziale privata”, una missione europea nello spazio profondo e la continuazione dell’avventura lunare: anche nei prossimi dodici mesi lo spazio cadenzerà l’agenda globale.
Nuovi mezzi progettati per superare i limiti del cielo, missioni da annali dell’astronautica, compresa la prima “passeggiata spaziale” privata, spedizioni europee nello spazio profondo e, soprattutto, una ricaduta tecnico-scientifica le cui proporzioni hanno ormai reso la nostra realtà space based, cioè imprescindibilmente legata alle tecnologie e alle attività extra-atmosferiche.
Questo riserva il calendario spaziale nel 2023, oltre allo scrigno di meraviglie, attese ma meno prevedibili, che è auspicabile continui a dischiudere l’ultima generazione di telescopi spaziali, quella che in James Webb ha il suo alfiere (non a caso eletto “Brakethrough of the Year” da Science magazine).
Dopo la scorpacciata lunare dei mesi appena trascorsi, l’anno nuovo promette di essere meno clamoroso, ma non poco importante. È indice di quanto i programmi spaziali acquisiscano progressiva centralità nell’agenda geopolitica, oltre che in quella tecnico-scientifica globale, ma anche dell’evoluzione del settore, una progressione in cui ogni tappa spalanca direzioni future. A dimostrarlo basterebbe il numero dei lanci, in crescita continua anno su anno, per merito, certo, dei nuovi space billionaires modello Elon Musk o Jeff Bezos, ma anche di aziende e start-up sempre più numerose e competitive.
Ecco gli highlight del calendario spaziale 2023, senza la pretesa di esaurire la quantità di eventi in programma e, beninteso, con la possibilità che le date cambino. Si sa, nello spazio, il tempo è relativo.
Ad astra
Gli appuntamenti principali in un anno fuori dal mondo
A proposito di ritorno alla Luna, grande protagonista del 2022, Artemis 1 è stata un inizio: la missione conclusa l’11 dicembre scorso ha infatti solo inaugurato il programma internazionale (a guida statunitense) che nei prossimi mesi dovrà fare passi decisivi per portare nel 2025 (o nel 2026) la prima donna e il prossimo uomo là dove solo dodici persone prima di loro l’hanno fatto. Mentre si attendono l’arrivo a destinazione della missione Nasa Lunar Flashlight, decollata mentre Artemis si tuffava in mare e deputata a cercare l’acqua superficiale sul nostro satellite, e la giapponese Hakuto-R1, che ad aprile potrebbe diventare la prima missione privata a toccare le lande seleniche, entro febbraio SpaceX dovrà effettuare il primo test orbitale del nuovo veicolo Starship, quello scelto dalla Nasa per fare da lander ad Artemis 3, la missione dell’allunaggio umano. Analisi e valutazioni già in corso dovrebbero intanto confermare la partenza, nel 2024, di Artemis 2, la prima missione lunare con un equipaggio umano, destinato però a orbitare attorno al nostro satellite naturale senza sbarcarci.
Nel frattempo, il prossimo giugno, anche l’India riprenderà il proprio programma lunare: entro la fine del mese dovrebbe decollare la missione Chandrayaan-3, deputata a portare sulla superficie selenica un rover e un lander, obiettivo mancato della spedizione precedente, schiantatasi sulla superficie del satellite il 7 settembre del 2019.
Il rinnovo dell’anelito lunare contraddistinguerà anche la missione Luna 25 dell’agenzia spaziale russa, Roscosmos, che a luglio dovrebbe (ri)portare un lander vicino al polo sud presso il cratere Boguslavsky. Il lancio della missione, il cui nome evoca e riprende la tradizione del programma sovietico interrotto nel 1976, è previsto dal cosmodromo di Vostochny, a bordo di un razzo Soyuz-2 1b.
Interessi privati, scienza europea
Prima di allora, l’agenda spaziale internazionale sarà cadenzata da nuove missioni, private e no, e dalla spedizione scientifica più attesa dell’anno da parte dell’Agenzia spaziale europea.
Sul primo versante, promettono clamori la seconda missione di Axiom (a maggio, con anche due “astro turisti” dall’Arabia Saudita) e Polaris Dawn, che a marzo dovrebbe inaugurare il programma commerciale Polaris.
Fra gli obiettivi di quest’ultima spedizione, che orbiterà per cinque giorni a una quota mai raggiunta prima da una Crew Dragon di SpaceX, è compresa la prima attività extraveicolare di un privato. L’equipaggio, che sarà spinto in orbita da un Falcon 9, sarà composto dagli statunitensi Scott Poteet, Sarah Gillis, Anna Menon e dall’imprenditore Jared Isaacman, già finanziatore e protagonista, nel settembre 2021, della missione “Inspiration4”.
Anche Boeing, ma ad aprile, prevede il primo volo con equipaggio della propria navicella Cst-100 Starliner, che lanciata da un Atlas VN 22 della United Launch Alliance riporterà nello spazio i veterani delle missioni shuttle Barry “Butch” Wilmore e Sunita Williams. Nell’ambito del Commercial Crew Program della Nasa, Starliner sarà un nuovo mezzo per il trasporto da e verso la Stazione spaziale internazionale, segno di quanto, oggi, nello spazio convergano interessi privati e pubbliche virtù.
Nell’ambito delle mission scientifiche, invece, ad aprile l’Agenzia spaziale europea (l’ESA) vedrà aprirsi la finestra per l’attesa missione Juice (o Jupiter Icy Moons Explorer), che grazie all’ultimo lancio di un Ariane 5, dallo spazioporto di Kourou dirigerà verso Giove. La missione, che arriverà a destinazione nel luglio del 2031, caratterizzerà le lune ghiacciate Ganimede, Europa e Callisto come oggetti planetari e potenziali habitat, esplorerà a fondo l’ambiente gioviano ed esaminerà il sistema come modello per i giganti gassosi dell’Universo. Per farlo, si avvarrà di dieci strumenti all’avanguardia, compreso il più potente complemento di carico utile di telerilevamento, geofisico e in situ mai trasportato nel Sistema solare esterno. La durata scientifica (nominale) di Juice sarà di quattro anni.
… e tecnologia italiana
Anche l’ultima parte del 2023 sarà rilevante per i programmi europei: da ottobre è infatti previsto il debutto del nuovo lanciatore pesante di ArianeGroup, l’Ariane 6, un asset fondamentale per l’autonomia di accesso allo spazio del Vecchio Continente. Oltre alle tante missioni previste, compresi i 18 lanci (in tre anni) per la messa in orbita dei satelliti Kuiper di Amazon, Ariane 6 potrebbe infatti alloggiare, in un futuro ancora imprecisato, “Susie”, il primo veicolo europeo pensato anche per il trasporto umano.
Di particolare importanza per il nostro Paese sarà anche il lancio, previsto entro fine anno su un razzo Vega dallo spazioporto della Guyana Francese, del primo smallsat del programma Platino (Piattaforma spaziaLe ad Alta TecNOlogia), la promessa di un nuovo paradigma extra-atmosferico: Platino è una struttura standard, adattabile, in grado di ospitare strumenti diversi per scopi non meno assortiti.
Platino-1 avrà uno strumento Sar in banda X – cioè un radar ad apertura sintetica, capace di lavorare in qualsiasi condizione atmosferica – e opererà con Cosmo-SkyMed, per esempio nel misurare i movimenti del territorio: vulcani, frane sui versanti delle montagne, ma anche ponti ed edifici.
Solo nuove scoperte di James Webb Space Telescope, che il 25 dicembre del 2023 festeggerà il secondo anno dal decollo, potrebbero chiudere meglio un altro anno siderale.