Smart Glasses: è il nuovo “next big thing” della tecnologia?
Di smart glass, di occhiali intelligenti, se ne parla da anni. Molte chiacchiere, qualche prodotto, nessun successo. Le cose potrebbero però cambiare a breve e il segnale più tangibile di questa inversione di rotta è rappresentato dall’arrivo sul mercato dei Ray-Ban Stories, il dispositivo messo a punto da Facebook e EssilorLuxottica.
Da una parte c’è il leader dei social, dall’altra l’azienda numero uno dell’eyewear mondiale, e poi l’iconico brand di occhiali da sole americano. Un tris d’assi “pesante” che lascia pochi dubbi sull’ambizioso obiettivo: rendere gli smart glasses un prodotto di massa. Finalmente.
L’idea, lo sappiamo, arriva da molto lontano, da quando furono mostrati per la prima volta i Google Glasses nel 2013. Un’intuizione geniale e prematura tanto che il colosso del web chiuse il progetto per poi riaprilo anni dopo ma senza mai ottenere i risultati sperati. Ora però i tempi sembrano decisamente più maturi e l’annuncio dei Ray-Ban Stories lo dimostrano.
Per fare uscire questa tipologia di dispositivi dalla nicchia in cui è ancora relegata, quella degli “smanettoni” e delle applicazioni professionali, Facebook ha puntato a equipaggiare il suo prodotto con funzionalità semplici e immediate. Questi wearable catturano brevi filmanti video, scattano foto, consentono di ascoltare musica e rispondere alle telefonate, il tutto senza usare le mani.
“Scatto, condivido, ascolto”, uno slogan elementare e potente al tempo stesso. Ma a dare forza al progetto c’è un altro aspetto tutt’altro che secondario: il look. I Ray-Ban Stories utilizzano infatti le montature standard degli occhiali da sole, con il risultato che questi smart glasses consentono agli utenti di apparire “cool” senza compromettere lo stile personale.
Proprio il binomio “tech e fashion” è un ulteriore asset per il potenziale successo di questa iniziativa. I Millenial e la generazione Z sembrano pronti per questo nuovo dispositivo tecnologico, evoluzione naturale di un mondo sempre più iperconnesso e social. Ora bisognerà vedere come risponderanno gli utenti che, almeno apparentemente, sembrano essere incuriositi dall’oggetto.
Di sicuro l’industria ha bisogno di trovare una nuova gallina dalle uova d’oro, un nuovo prodotto di massa che si sostituisca o si affianchi allo smartphone che mostra segni di stanchezza, almeno nelle vendite. In più l’umanità intera ha la necessità di rialzare lo sguardo, di levare gli occhi dai telefonini per tornare ad osservare la realtà che ci circonda, senza rinunciare però a rimanere connessi. Una necessità antropologica a cui gli smart glasses potrebbero dare una risposta concreta e tutt’altro che banale.
Finora è stato lo smartphone l’hub delle relazioni digitali ma lo schermo dei cellulari ha ridotto lo sguardo a un fazzoletto di pixel. Gli smart glasses hanno ora la possibilità di favorire un punto di equilibrio, unendo in modo ideale la vista della realtà con le informazioni e gli input digitali. Anche per questa ragione gli occhiali intelligenti si candidano a diventare “the next big thing”, il nuovo rivoluzionario prodotto dell’industria tecnologica.
A crederci non ci sono solo gli analisti che, non a caso, stimano un vero e proprio boom per questo mercato. Secondo la società americana Grand View Research, il comparto degli smart glasses potrebbe valere nel 2028 ben 7,5 miliardi di dollari. A rendere credibile questo scenario ci sono anche gli ambiziosi progetti delle big tech. I tanto attesi Apple Glasses potrebbero arrivare entro il primo trimestre del 2022, mentre i prodotti di Samsung, Xiaomi ed altri sono già pronti.