Siamo pronti per IoT (Internet degli Oggetti) e IoE (Internet of Everything)?
Quando la cosiddetta Rivoluzione Digitale sarà giunta al suo prossimo stadio, già oggi in fase avanzata di realizzazione e di compimento, ci troveremo davanti a un mondo in cui tutto sarà connesso in Rete e molto di ciò che vediamo e usiamo sarà dotato di memoria, sensori, di “occhi” e di intelligenza artificiale.
Avremo automobili che si guidano da sole e che prendono decisioni in autonomia; frigoriferi che guardano al proprio interno e gestiscono le scorte alimentari in funzione delle nostre necessità, dei nostri gusti, delle nostre esigenze sanitarie, delle occasioni di consumo dei cibi e molto altro. Avremo abiti che monitorano la nostra temperatura corporea e si adeguano alle condizioni climatiche, occhiali che non soltanto ci aiutano a vedere meglio, ma che aggiungono informazioni a ciò che vediamo.
Avremo tutto questo e molto di più. Tutto ciò che ci circonda sarà capace di vedere, di sentire, di analizzare la realtà e di interagire con essa e con le persone, siano esse ad un metro di distanza o dall’altra parte del mondo. Essi e tutti quanti noi saremo connessi in Rete e potremo interagire sul piano fisico e su quello virtuale, parte di un mondo sempre meno in mano al caso e alle circostanze e sempre più controllato, pianificato, gestito.
Oggi facciamo ancora fatica a renderci conto di cosa potrà significare tutto ciò. La maggior parte delle opinioni che ci siamo fatti di questo nuovo mondo derivano dalla fantascienza, dalla fiction, da centinaia di film che hanno affrontato la Rivoluzione Digitale dal punto di vista di chi l’ha già vissuta, di società futuribili e ipotetiche che in quel futuro ci vivono già dentro, ma la verità è che nessuno di noi è davvero pronto a questo salto nel tempo, ormai più che prossimo.
Le sole cose che abbiamo capito, ma che ancora facciamo fatica a gestire nel modo corretto, riguardano le possibilità di connessione e di comunicazione offerte dalla Rete, che da pochi anni utilizziamo anche in mobilità, con i nostri smartphone. Con essi ci colleghiamo ai social network, ci informiamo, cerchiamo ciò che ci serve, ci spostiamo in luoghi che non conosciamo, restiamo in contatto tra di noi e, sempre più, con le istituzioni e con il mondo in cui siamo immersi. Lo facciamo in modo naturale, come se lo avessimo fatto sempre, in tempo reale e con gli strumenti che la Rete ci mette a disposizione, che per lo più si manifestano sotto forma di App da scaricare e installare sui nostri dispositivi.
Siamo noi che decidiamo, siamo noi che scegliamo cosa utilizzare, con un livello di coscienza e di consapevolezza appena sufficiente per incappare solamente di rado in problemi e minacce reali, che pure esistono e che sono molto più gravi di quanto possiamo immaginare.
Non eravamo pronti per questo primo step, ma abbiamo imparato in fretta. Nell’arco di appena dieci anni si sta compiendo quella che alcuni definiscono la Rivoluzione Mobile, che ha messo più o meno il 60% dei cittadini del mondo nella condizione di navigare Internet per le loro esigenze.
Oggi il 4G connette alla Rete miliardi di persone e altrettanti oggetti, ma sta per arrivare il 5G, che stravolgerà tutto, con prestazioni e capacità oggi inimmaginabili. Se ci limitiamo a ragionare sulla velocità, ad esempio, c’è chi sostiene che questo prossimo step ci porterà ad una velocità 20 volte più alta del precedente. Ma la velocità non sarà l’unico asso nella manica del 5G. Esso sarà in grado di portarci definitivamente in quella dimensione di Internet of Things che sarà capace di rendere le città davvero Smart e di cambiare completamente il modo di vivere, di lavorare e di relazionarsi delle persone.
Quella del 5G sarà una spinta propulsiva inimmaginabile, che ci avvicinerà prepotentemente allo step Internet of Everything, ovvero ad un modo in cui la Rete non sarà più la forza abilitatrice di nuove e impattanti tecnologie, ma la linfa vitale in cui tutto è immerso.
Siamo pronti per questo salto quantico? Ovviamente la Rete 5G non sarà la sola componente di questa accelerazione e di questo cambiamento. Ciò che sappiamo è che esso sarà rapido e inarrestabile e che nessuno potrà sottrarsi, perché restare indietro significherà allora essere rimasti al di fuori della società, emarginati, forse addirittura incapaci di vivere in quella che definiamo legalità, perché tutti i nostri diritti e tutti i nostri doveri di cittadini transiteranno attraverso la Rete, senza ulteriori deroghe e alternative.
Saremo allora tutti cittadini della Rete, smart citizen di uno smart world in cui essere connessi non è più un’opzione. Al di fuori di essa, con ogni probabilità, resteranno allora soltanto gli emarginati e i criminali, quelli che non possono o non vogliono essere parte del sistema.
Saremo tutti parte attiva e viva della Rete: uomini, macchine, intelligenze artificiali, entità di varia natura e scopo, tutti connessi e tutti in qualche misura interdipendenti, come in fondo siamo da sempre e in ogni modo, benché niente affatto o ben poco consapevoli.
Siamo dunque pronti a fare la nostra parte in una società / Rete che ce lo richiederà in modo sempre più esplicito? Siamo pronti a non essere più ingranaggi passivi, ma nodi attivi e partecipi di una Rete che mirerà sempre più esplicitamente a obiettivi tangibili e concreti? Saremo mine vaganti in un sistema sempre più controllato e ordinato, oppure cittadini intelligenti, evoluti e in grado di fare davvero la nostra parte, giorno dopo giorno?
Ecco dunque la sfida più grande che ci attende, in questo nuovo mondo di IoE (Internet of Everything): imparare a ragionare in modo più ampio, collettivo, sociale. Imparare non soltanto a rispettare le leggi e le regole, come molti di noi già fanno, ma a esserne operatori consapevoli, autolimitando o semplicemente ridefinendo le nostre aspettative e la nostra libertà personale in funzione del bene comune e del funzionamento di una nuova e più intelligente società connessa, di cui siamo parte attiva e partecipe.
Se sapremo comprendere non solamente i limiti e le minacce di questo nuovo mondo, ma le sue incredibili opportunità, allora ben presto avremo città più pulite, ordinate, prive di traffico e con un numero infinitamente più basso di problemi e di criticità. In caso contrario saremo proiettati in quello che in molti oggi vedono come un vero e proprio incubo. E sarebbe un’occasione persa per tutti.