Il coraggio di rompere l'uovo per migliorare il nostro Pianeta
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Oltre 100 eventi tra conferenze, tavoli e panel di dibattito. 230 speaker nazionali e internazionali. 150 marchi. 15000 visitatori. Sono i numeri del Salone del Risparmio che si è appena svolto a MiCo, il polo degli eventi di Fiera Milano.
Anche quest’anno vi ho partecipato, non tanto, o meglio, non solo come speaker in una conferenza dedicata all’Innovability, quanto come osservatore interessato visto il tema scelto per questa decima edizione: “Sostenibile, responsabile, inclusivo. La frontiera del risparmio gestito”.
Per il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, «Il patrimonio è un valore ma esprime una funzione sociale se messo a disposizione della comunità».Per Tommaso Corcos, presidente di Assogestioni, «la sostenibilità è la nuova disruption per il risparmio gestito».
Per l’Ad di Borsa Italiana, Raffaele Jerusalmi, «all’interno del tema sostenibilità ci sono due elementi: la trasparenza e la governance».
Io credo che la sostenibilità sia una dimensione che si colloca a monte del tutto ed è vitale. Penso che oggi non si debba più parlare di finanza che non sia necessariamente sostenibile ed etica. Doverlo ancora fare significa che c’è un problema nel settore.
Spesso la si confonde con l’ambiente, ma la sostenibilità non è solo l’ambiente. La sostenibilità, se vogliamo definirla, sono i 17 obiettivi delle Nazioni Unite sotto i quali poi però dobbiamo comprendere che si collocano mediamente altri 100 indicatori. Fare anche solo il semplice esercizio di moltiplicare 17 per 100, ci dà la misura della complessità del quadro che abbiamo di fronte su cui dobbiamo incidere e dobbiamo farlo a partire dalle nostre singole coscienze.
Spesso, nei miei keynote speech, per far cogliere immediatamente questo concetto, ho usato l’immagine emblematica dell’uovo.
Per l’uovo, considerato fin dall’antichità simbolo della vita e dell’aspirazione dell’uomo a Dio, l’attimo in cui viene penetrato per la prima volta dalla luce è quello in cui si sta determinando il suo destino: la sua morte o la sua vita. Perché? Perché la luce se penetra grazie a una crepa prodotta dall’esterno è il principio della fine; se invece penetra da una crepa prodotta dall’interno, dal proprio Sé, è il principio del Principio, il principio della nascita verso una nuova dimensione: da uovo (0) a vita (0.0). Il punto tra i due zeri è la crepa volontariamente generata attraverso un atto speciale, volontario, che trasforma un uomo da semplice individuo a individuo cosciente.
Con vera soddisfazione ho visto usare nell’iconografia del Salone di quest’anno, proprio l’immagine di un uovo dal quale, grazie a una crepa prodotta dall’interno, emerge il nostro Pianeta rigoglioso e vivido di colori.
Per creare una crepa in questo uovo ci vuole coraggio. Ciascuno di noi con il proprio agire consapevole è tenuto a costituire il coraggio dell’intera umanità e dunque dell’intero pianeta.
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