PlasticFinder, la startup italiana della plastica circolare che sta per conquistare l’Europa
Così come Airbnb e Uber sono entrate nel vocabolario dei consumatori, PlasticFinder si è ritagliata uno spazio nel business sostenibile delle materie plastiche, conquistando i produttori, i trasformatori e i distributori: riconosciuta in Italia dal ministero dello Sviluppo Economico e iscritta al registro delle pmi innovative, è una piattaforma tecnologica che permette la re-immissione sul mercato di materie plastiche riciclate, di eccedenze di magazzino, di materie prime inutilizzate e obsolete in modo rapido e trasparente grazie alla messa in chiaro dei prezzi di scambio. Una re-immissione benefica per l’ambiente, dal momento la plastica ferma nei magazzini o riciclata non sarà incenerita o smaltita come rifiuto speciale.
PlasticFinder, piattaforma tecnologica come Airbnb e Uber
Inquadriamo anzitutto l’analogia tra PlasticFinder e portali come Airbnb e Uber. Gli esperti di strategia dell’innovazione le chiamano “piattaforme a due lati”. Prendiamo il caso del sito nato nel 2007 per offrire «un materasso ad aria e una prima colazione all’interno delle case» (Airbnb, infatti, è l’acronimo di “airbed and breakfast”): i promotori Brian Chesky, Joe Gebbia e Nathan Blecharczyk hanno saputo unire due gruppi di clienti, da una parte gli utilizzatori finali del servizio, dall’altra le persone che offrono una stanza. Parlando di Uber ossia dell’applicazione mobile attiva dal 2009, il contatto offerto è tra chi ha bisogno di un passaggio e chi lo può dare. Airbnb e Uber, in sintesi, hanno permesso il dialogo tra chi è alla ricerca di un servizio e chi lo offre, convincendo entrambi i “lati” a salire a bordo delle loro piattaforme.
Allo stesso modo PlasticFinder – operante sempre nell’ambito della cosiddetta “innovazione basata sull’ecosistema” – sta permettendo alla domanda di materie plastiche riciclate e rimaste nei magazzini di trovare l’offerta, garantendo alle parti coinvolte il buon fine dell’operazione. Chi vuole acquistare polimeri (fu l’italiano Giulio Natta a ricevere nel 1963 il Nobel per le scoperte nel campo della tecnologia dei polimeri), additivi e materiali rigenerati può farlo su PlasticFinder. Lo stesso dicasi di chi vende surplus di magazzino, plastica riciclata e sottoprodotti di lavorazione. Per questo – fatti i dovuti distinguo tra il business realizzato tra aziende e utenti privati – possiamo ribattezzare PlasticFinder come l’“Airbnb” o l’“Uber delle materie plastiche”.
Italiana l’idea del primo marchio europeo di “plastica circolare certificata”
L’innovazione introdotta da PlasticFinder abbraccia anche il tema della tracciabilità del ciclo di vita della plastica. La società milanese, infatti, è la prima piattaforma europea ad aver registrato nell’Unione europea il marchio di “Certified circular plastic”, in italiano “Plastica circolare certificata”: è italiana, infatti, l’idea di identificare i prodotti che rispettano il principio delle 3R, rispettivamente “Reduce, Reuse, Recycle”, in italiano “ridurre, riutilizzare, riciclare”. Il portale, in sostanza, certifica l’acquisto di plastica riciclata in base alle normative vigenti in Europa sulle materie ottenute dal recupero e dal riciclo di rifiuti di plastica.
È un ulteriore passo in avanti nell’economia circolare: mettere in vendita e acquistare “plastica circolare certificata” significa ridurre la necessità di produrre nuova materia prima e rigenerarla.
Come insegna Greta Thunberg, basta bla-bla-bla
«Non c’è un pianeta B, non c’è un pianeta bla bla bla, i cambiamenti sono un’opportunità per tutti», ha detto Greta Thunberg all’evento “Youth4Climate: Driving Ambition” svoltosi lo scorso 28 settembre a Milano. «La speranza – ha proseguito l’attivista svedese che si batte per lo sviluppo sostenibile – è agire, non dire bla-bla-bla. Vogliamo salvare il futuro: serve un’azione drastica, ora!».
È nella logica del fare che PlasticFinder, nata nel 2016 nel capoluogo lombardo come startup grazie all’idea di quattro professionisti (Stefano Chiaramondia, Riccardo Parrini, Ivan Riva e Srinivasan Manikantan), si è ritagliata – nell’ambito dell’universo del business – uno spazio da protagonista. Dopo aver conquistato il mercato italiano, si appresta a conquistare il mercato europeo grazie all’ingresso nella società di Interpolimeri, tra i principali distributori di materiale plastiche.
Ben vengano la circolarità e la sostenibilità della crescita economica.