Per un post Expo di successo impariamo a copiare: 4 case-history e 4 consigli per la città di Milano
Chi l’ha detto che copiare è male? In realtà nella pratica quotidiana della gestione delle metropoli contemporanee l’ispirarsi a progetti o idee in giro per il mondo è un dovere per qualsiasi amministratore che voglia essere innovativo e al passo con i tempi.
Per questo nell’anno di Expo ho selezionato 4 progetti e idee dal mondo che potrebbero essere importati a Milano, città di tendenza oggi in Europa (come Berlino o Barcellona negli scorsi decenni) e capace di sperimentare per prima in Italia le nuove tendenze.
1. Seul – Sharing city
Seul si propone come capitale mondiale della sharing economy, un luogo di sperimentazione e di sviluppo di nuovi progetti e pratiche collaborative. In particolare il governo cittadino prevede premi complessivi per 180.000 euro a 10 idee innovative per accelerarne lo sviluppo e si propone di ospitare una conferenza internazionale per diffondere il modello di sharing city e l’attivazione di un comitato trasversale pubblico-privato per la promozione di un’agenda specifica.
2. Shenzhen – L.E.A.P. zone
Riprendendo le teorie di Mark Klugmann, il governo cinese ha permesso a un piccolo villaggio di crescere fino a diventare una megalopoli di 30 milioni di abitanti in poco più di 10 anni. Il tutto instaurando una zona economica speciale che prevedesse un sostanziale grado di autonomia: legale (delegificazione), economica (tassazione), amministrativa (deburocratizzazione), politica (autonomia degli organi municipali).
3. Guatemala City – Startup City
Conoscete i barcamp e gli hackathon? Zachary Caceres ha avuto l’idea di portare queste metodologie dal mondo delle startup alla soluzione di problemi e limiti delle aree più degradate delle nostre metropoli. Il primo esperimento è avvenuto a Guatemala City, coinvolgendo centinaia di imprenditori chiamati a ripensare e proporre soluzioni innovative partendo dai problemi di singoli quartieri o dell’intera città.
4. Curitiba – Brt system
Perché spendere 10 milioni di euro al chilometro e anni di lavori per dotare le nostre città di una fitta rete di metropolitane sotterrane quando a un decimo dei costi e dei tempi possiamo garantire un’uguale capacità di mobilità riorganizzando il sistema di trasporto di superficie? È quello che la città di Curitiba ha fatto negli ultimi 20 anni, in particolare razionalizzando il numero di fermate, incrementando le corsie preferenziali, la regolazione semaforica e introducendo innovativi e rapidi sistemi di carico e scarico dei mezzi di superficie.
Dopo questo giro del mondo in poche righe, rieccoci alla nostra Milano: abbiamo le carte in regola, le risorse e i cervelli per poter importare queste idee e progetti. Il prossimo sindaco potrà scegliere se…
1. Surclassare Seul come centro mondiale della sharing economy
Disponiamo della flotta di car sharing più estesa al mondo e abbiamo assistito a un boom senza precedenti dell’utilizzo di piattaforme come AirBnB durante l’esposizione universale.
2. Applicare le teorie della Leap Zone all’area dell’Expo dopo il 31 ottobre
Sarebbe una straordinaria opportunità di attrazione di investimenti e di internazionalizzazione prolungando nel lungo periodo gli effetti dell’evento.
3. Stimolare l’ecosistema sempre più fiorente di startup milanesi
Più della metà delle startup innovative hanno sede a Milano, si potrebbero affrontare i problemi delle periferie della nuova città metropolitana.
4. Emulare Curitiba trasformando la filoviaria esterna in Bus Rapid Transit
Abbiamo possibilità di farlo in pochi mesi e con pochissime risorse: il 90% del percorso è già in corsia preferenziale, il sistema semaforico è già predisposto per dare precedenza ai mezzi, basta dimezzare il numero delle fermate e allestirle in modo che bigliettazione e sistema di controllo siano svolte direttamente nella fermata stessa.
Milano sarà così sempre di più capofila di un’agenda urbana che potrà estendersi rapidamente alle altre nostre metropoli, a partire da Roma. Sapendo che copiare a volte è la cosa migliore da fare.