Nella Smart city nasce la Smart company: efficiente, tecnologica e sostenibile
Il concetto di Smart city è ormai divenuto d’uso comune. Definisce un insieme di azioni, connesse alla pianificazione urbanistica, che tendono all’innovazione e all’ottimizzazione dei servizi pubblici per mettere in relazione le infrastrutture materiali con il capitale umano, intellettuale e sociale di chi le abita.
La tecnologia è l’ingrediente nuovo che oggi consente di amalgamare i principali fattori che modificano il destino di una città (mobilità, ambiente, efficienza energetica, governance). Attraverso le tecnologie possiamo tenere il polso degli agglomerati urbani raccogliendo dati aggiornati su trasporti, consumi di suolo ed energie, inquinamento, rifiuti, abitanti, mezzi di trasporto pubblici e privati, e fare sintesi di tutti questi flussi di soggetti e oggetti che interagiscono quotidianamente.
Il progetto del MIT Senseable City Lab è un laboratorio paradigmatico per il concetto di Smart city: attraverso il design e la scienza, mette insieme i saperi di designer, architetti, biologi, ingegneri, fisici, e sviluppa strumenti in grado di aumentare le conoscenze relative alle città.
Alla base del concetto di Smart city ci sono le tecnologie che portano una massa di dati (Big data), informazioni, rilevazioni in tempo reale, aumentando il sapere relativo alle città. Questa maggiore conoscenza deve permettere di scegliere meglio, rendere più efficienti le risorse economiche e materiali, le energie utilizzate, ed in definitiva rendere la città più competitiva.
Ma è possibile applicare all’impresa le strategie delle smart city?
Come può l’impresa fare sue queste nuove pratiche connesse alla gestione e allo sviluppo delle città? Provando ad applicare passo per passo le strategie delle Smart city, aggiungendo però le tecnologie come ingrediente nuovo: i punti di connessione e di travaso di esperienze sono tanti. Vediamo quali.
Elementi materiali
La Smart city governa in modo nuovo la mobilità e i trasporti? Allora la Smart company può adottare un nuovo approccio alla logistica, ai trasporti e gli scambi di materie prime e prodotti finiti all’interno del ciclo produttivo o fuori dai confini aziendali, e in questo senso si è già potuto toccare con mano il contributo del Lean manufacturing.
Pensando all’urbanistica, alla nuova gestione dei materiali e delle risorse nelle città, è facile un parallelo con molti dei modelli recenti adottati dalle imprese per rendere efficiente, sicuro, qualitativo, il montaggio, ma anche la produzione. Ne è un esempio il World Class Manufacturing adottato dai costruttori di autoveicoli.
Dalla catena di montaggio alla distribuzione, i passaggi potenzialmente influenzabili dalle tecnologie sono ancora infiniti, basti pensare alle consegne di Amazon Prime Air con i droni.
Se la valutazione costante dei livelli di inquinamento, dei consumi di risorse energetiche e dello spreco sono al centro degli interessi delle città, la Smart city li potrebbe traslare su un’analisi costante della gestione degli scarti, dei rifiuti da magazzino, del rapporto con l’ambiente e la comunità esterna, esprimendoli come già fa, con il concetto di azienda sostenibile.
Elementi immateriali
Pensare a tutte queste parti della vita dell’azienda (o della città) come elementi materiali valutabili attraverso KPI (key performance indicators), CRM (customer relationship management), o altre diavolerie e/o sistemi di controllo che nelle città sono invece le centraline dell’inquinamento, i sensori di passaggio, i Big data relativi a energie e flussi di traffico dei passeggeri, non deve far dimenticare che ci sono aspetti meno tangibili che influenzano in modo altrettanto consistente le decisioni dentro le aziende. Ugualmente migliorabili grazie all’apporto delle tecnologie, anche se non “contabili”.
I più importanti sono quelli connessi alla circolazione della conoscenza, che per la città sono gli elementi che fanno un cittadino consapevole (informato su come le proprie e le altrui scelte possano influenzare la vita di tutti) mentre per l’azienda sono le modalità con cui ogni divisione parla con l’altra, gli strumenti con cui l’azienda comunica con l’esterno, i fattori che consentono a ogni stadio produttivo, distributivo o di vendita, di conoscere cosa facciano e che funzioni abbiano lo stadio precedente e quello successivo.
Benvenuta Smart company
Tutti questi elementi, comuni sia alla città intelligente che alla futura impresa intelligente, dovrebbero consentirci di avere modelli di governance sempre più aggiornati e adatti al modello d’impresa attuale. Quello di un’azienda aperta, senza muri, in grado di assorbire informazioni e competenze dall’esterno e di farle circolare all’interno, in cui le tecnologie possano certo fornire informazioni utili a prendere decisioni sempre migliori. Purtroppo, o per fortuna, le tecnologie smart non consentono ancora, né alla città né all’impresa, di pianificare le scelte in sequenza, ovvero di pensare alla città o all’impresa di domani.