Il Millenario Platano Di Curinga si aggiudica il secondo posto nel concorso per l’Albero Europeo dell’anno 2021
Da 10 anni ogni febbraio si svolge il concorso per l’Albero Europeo dell’Anno. Lo scopo di questa iniziativa è quello di valorizzare il patrimonio naturale di ogni nazione, premiando il valore storico degli alberi. Non è, dunque, l’albero più bello a vincere, ma quello che rappresenta meglio la storia di un territorio. Per il 2021 l’albero che si aggiudica il podio è la millenaria Carrasca di Lecina, in Spagna: un maestoso leccio di oltre 16 metri di altezza, conosciuto come “l’albero delle streghe” che veglia su Huesca, cittadina dell’Aragona. Per la prima volta, quest’anno, è stato possibile votare anche un candidato italiano, il Millenario Platano Di Curinga, già vincitore del Premio di Albero Italiano 2020, e che conquista il secondo posto nella classifica. Bronzo per l’antico Sicomoro della Repubblica federale russa del Daghestan che si trova nel giardino della moschea più antica della Russia.
Il contest è un’iniziativa organizzata dell’Associazione Environmental Partnership Association (EPA): un raggruppamento di sei fondazioni che, da più di 20 anni, sostiene i più svariati progetti per la protezione dell’ambiente. L’idea si ispira al contest Tree Of The Year che viene organizzato dal 2002 dalla Fondazione Partnerství (Fondazione ceca di partenariato ambientale) che oggi fa parte dell’EPA e aiuta le persone a tutelare l’ambiente, sostiene il coinvolgimento del pubblico nella piantagione degli alberi e crea turismo e ciclismo ecologico.
Di fatto il contest è un semplice sondaggio online che ha però un importante aspetto valoriale: sottolineare l’importanza degli alberi nel patrimonio naturale e culturale d’Europa, sensibilizzando le persone sull’importanza che questi anno hanno nel nostro ecosistema. Gli alberi secolari e monumentali hanno, inoltre, un profondo rapporto affettivo con la comunità, mantenendo vivo il legame con il passato; sono considerati beni immobili o artistici e per questo tutelati dal Ministero.
Sebbene l’anno precedente l’Italia si fosse classificata all’ultimo posto, quest’anno il Platano di Curinga ha incantato il pubblico. Affacciato sul Mar Tirreno, sporge su un piccolo ruscello e, dall’alto dei suoi 31.5 metri di altezza, questo “guardiano” sembra vegliare dolcemente sulla foresta. La leggenda narra che sia stato piantato, più di mille anni fa, dai monaci basiliani che arrivarono in Calabria e costruirono l’eremo di Sant’Elia. Pare in realtà che le sue radici siano ancora più antiche. Il tronco, completamente cavo, presenta un’apertura larga più di 3 metri: le persone che entrano hanno quasi la sensazione di trovarsi all’interno di una grotta boscosa. Con una circonferenza pari a 14.75 metri è il platano più grande d’Italia.
La millenaria Carrasca di Lecina conquista il primo posto con 104.264 voti, un record assoluto nella storia del concorso. Proteggendo maestosamente la piccola città dell’Alto Aragona con soli 13 abitanti, pare che sia proprio il calore della comunità a renderla ancora così viva seppur millenaria. Si dice che ai tempi in cui le streghe popolavano i monti Guara, queste danzavano e festeggiavano intorno al leccio. Mille anni dopo, la comunità continua a scegliere questo albero per tutte le celebrazioni.
Ciò che più sorprende dell’edizione di quest’anno, però, non riguarda solo la maestosità di questi alberi e la loro naturale bellezza, ma il numero di voti raccolti in totale: parliamo di oltre 600 mila voti, più del doppio rispetto all’edizione precedente. Un aspetto importante questo perché dimostra una maggiore sensibilità da parte delle persone nei confronti dell’ambiente: possiamo quasi definirlo un vero segnale di una maggiore consapevolezza sull’importanza della natura.