Longevità: i progetti degli uomini più ricchi del mondo per allungare la vita
Da Jeff Bezos ai fondatori di Google, da Zuckerberg a Peter Thiel, i big dell’hi-tech condividono l’interesse per le terapie anti-invecchiamento. E c’è già chi parla di “longevity economy”.
Durante l’ultima longevity week, la settimana della longevità che si è tenuta lo scorso novembre, uno degli argomenti caldi era Investire nell’era della longevità. Perché, come hanno spiegato all’unisono i relatori che si sono alternati sul palco, l’invecchiamento e le malattie che si porta dietro sono straordinariamente costosi: oltre 3 miliardi di dollari all’anno solo negli Stati Uniti. E anche i costi emotivi e sociali sono enormi.
Questo spiega il proliferare negli ultimi anni di una serie di iniziative anche finanziarie di ogni genere ispirate all’imperativo “restate giovani”. Ma quello che non tutti forse sanno è che dietro, spesso, ci sono i big della Silicon Valley, che sembrano tutti condividere il pallino dell’eterna giovinezza. Se volete, il catalogo è questo:
Mark Zuckerberg
Nel 2016, dopo aver impegnato milioni per curare le malattie infettive, attraverso l’iniziativa Chan Zuckerberg, il co-fondatore e CEO di Facebook, ha condiviso il suo ottimismo sul futuro dell’umanità: “quando arriveremo alla fine di questo secolo – ha ammesso – sarà abbastanza normale per le persone vivere oltre i 100 anni”. Zuckerberg sta lavorando per trasformare questa visione in realtà attraverso il Breakthrough Prize, una serie di premi del valore di 3 milioni di dollari, che ha co-fondato nel 2012 insieme a un gruppo di élite della Silicon Valley, tra cui sua moglie Priscilla Chan. Il premio riconosce i migliori scienziati del mondo che lavorano sulle scienze fondamentali e pongono le domande più importanti.
In passato, Zuckerberg ha avuto anche l’opportunità di condividere i suoi interessi scientifici con il leggendario fisico Stephen Hawking. E quando lo scienziato gli ha chiesto a quali grandi domande della scienza avrebbe voluto una risposta, Zuckerberg ha rivelato la sua profonda curiosità per l’umanità: “Sono molto interessato a fare domande sulle persone. Come funziona il cervello? Come funziona l’apprendimento e come possiamo consentire agli esseri umani di imparare un milione di volte di più? Come curiamo tutte le malattie? Cosa ci consentirà di vivere per sempre?”. Non sappiamo esattamente cosa gli ha risposto Hawking. Ma sappiamo che la longevità è ancora oggi uno dei campi di interesse di Mr Facebook.
Larry Allison
Il fondatore di Oracle è sempre stato affascinato dal concetto di vita eterna. Lo ha ammesso lui stesso nel 2003, in un’intervista col suo biografo: “La morte non ha mai avuto alcun senso per me. Come può una persona essere lì e poi semplicemente svanire, semplicemente non esserci?”. Determinato a trovare una risposta, Ellison ha messo un po’ di soldi (milioni) nella lotta contro l’invecchiamento. Nel 1997 ha fondato la Ellison Medical Foundation, che per molti anni, ha concesso sovvenzioni a ricercatori medici, con l’80% dei 430 milioni di dollari in sovvenzioni specificamente destinate alla ricerca anti-invecchiamento. Tuttavia, nel 2013, la fondazione ha smesso di finanziare nuove ricerche antietà. Ma, mai dire mai…
Larry Page
Proprio quando Allison si ritirava dal business della longevità, Nel 2013, il co-fondatore di Google Larry Page lanciava Calico Labs, nota anche come California Life Company. La missione di Calico è affrontare l’invecchiamento sviluppando nuovi trattamenti per le malattie legate all’età. Nel 2014, Calico ha collaborato con il gigante biofarmaceutico AbbVie per dare forma compiuta alla sua visione, ricevendo miliardi di investimenti lungo il percorso. La startup si è anche fatta un nome come precursore di Altos Labs, la startup di ringiovanimento cellulare che tra i suoi investitori vede giganti del calibro di Jeff Bezos. Ma ad oggi, nonostante il prestigioso pedigree, non ha ancora dato i frutti sperati: la fonte dell’eterna giovinezza per Google è ancora un miraggio (per ora).
Sergey Brin
Anche l’altro dioscuro di Google, Sergey Brin, ha a cuore la ricerca sulla longevità. Nel 2008, ne ha parlato come di una sfida personale, rivelando di essere portatore di una mutazione genetica che aumenta il rischio di sviluppare il morbo di Parkinson. Nel corso degli anni ha investito oltre 1 miliardo di dollari nella ricerca su questa malattia neuro-degenerativa. Ma la passione di Brin per la lotta all’invecchiamento va oltre il Parkinson, poiché è una forza trainante dietro diverse iniziative dedicate a fermare l’orologio dell’invecchiamento. Mr Google ha investito in Calico Labs e ha contribuito a lanciare Verily Life Sciences, come unità indipendente sotto Alphabet. L’obiettivo dell’azienda è lo sviluppo di tecnologie wearable come il Verily Study Watch, per aiutare le persone a vivere una vita più sana. Nel frattempo la sua ex moglie, Anne Wojcicki, ha fondato 23andme, la più famosa società al mondo di analisi del DNA.
Jack Dorsey
L’ex CEO di Twitter è stato soprannominato “il Gwyneth Paltrow della Silicon Valley” dalla giornalista del New York Times Nellie Bowles. Il meticoloso impegno di Dorsey verso il benessere, che include mangiare un solo pasto al giorno, digiunare nei fine settimana, fare bagni di ghiaccio, svegliarsi alle 5 del mattino ogni giorno e meditare per due ore, gli è valso questo soprannome.
Il suo programma spartano pare derivi dallo stress di gestire un’azienda come Twitter. Nel 2015, quando è tornato sulla piattaforma, che aveva lasciato, è diventato più serio riguardo alla sua routine di benessere. “Quando sono tornato su Twitter e ho accettato di lavorarci, sono diventato molto serio riguardo alla meditazione e nel dedicare molto più tempo ed energie all’allenamento e rimanere fisicamente in salute, guardando in modo più critico alla mia dieta”. Anche lui è incuriosito dal lavoro delle aziende che si occupano di longevità e pare vi abbia investito diversi milioni.
Peter Thiel
Thiel si è fatto un nome come co-fondatore di aziende come PayPal. Ma da almeno 15 anni è anche tra i protagonisti della longevity economy: negli anni ha contribuito con 7 milioni di dollari alla Methuselah Foundation, un’organizzazione no-profit dedicata alla ricerca sull’anti-invecchiamento attraverso l’ingegneria tissutale e la medicina rigenerativa. E in un’intervista del 2012 ha espresso il suo pensiero a riguardo: “Contrariamente alla credenza popolare, la morte non è una parte naturale della vita”. Sembra anche che Thiel abbia aderito alla Alcor Life Extension Foundation, un’organizzazione senza scopo di lucro focalizzata sulla crionica, il processo di congelamento del corpo per prevenire l’invecchiamento.
Jeff Bezos
A ispirare il Re di Amazon è stata Altos Labs, una startup biotecnologica che si è data l’obiettivo di “invertire malattie, lesioni e disabilità che possono verificarsi nel corso della vita”, attraverso la programmazione del ringiovanimento cellulare. Lanciata nel 2022, Altos, grazie ai fondi di Bezos (e non solo), ha già manifestato l’intenzione di creare istituti in località come la Bay Area, San Diego, Cambridge, Regno Unito e Giappone, attirando a sé decine di scienziati a cui sarà data la libertà di proseguire la ricerca su come le cellule invecchiano e su come invertire tale processo. Si parla di stipendi molto generosi e la promessa di opportunità di ricerca illimitate.
Bryan Johnson
Con il cuore (a suo dire) di un 37enne, la pelle di un 28enne e i polmoni di un giovane adulto, l’imprenditore biotecnologico Bryan Johnson lavora su se stesso per invertire, o almeno fermare, l’orologio dell’invecchiamento, attraverso una rigida routine di esercizio, dieta e integratori quotidiani, secondo quando riportato da alcuni media: guidato da Oliver Zolman, che si definisce un “medico del ringiovanimento”, Johnson, che ha fatto fortuna vendendo la Braintree Payment Solutions a EBay per 800 milioni di dollari, inizia la sua giornata alle 5 del mattino con una manciata di integratori, tra cui licopene, metformina, curcuma, zinco e altri. Segue poi una dieta vegana di cibi solidi e morbidi che ammonta a circa 1.977 calorie al giorno (non una di più, non una di meno) e, prima di andare a letto, indossa occhiali che bloccano la luce blu per due ore. In questo modo afferma di essere riuscito a invertire l’età di 5,1 anni. Sarà vero? Quel che è sicuro è che nella Silicon Valley esperienze come quella di Johnson sono sempre più diffuse e meno rare. Segno che la nuova frontiera dei big della tecnologia potrebbe essere proprio la longevity economy.