La forza dirompente di TikTok
Se i primi social media (fine Anni ‘90 e primi Anni 2000) si limitavano ad offrire strumenti idonei alla mera condivisione di testi, immagini, video, la nuova generazione inaugurata da Snapchat nel 2011 e, soprattutto, da Musical.ly (oggi TikTok), a partire dal 2016 ha radicalmente cambiato i paradigmi della presenza sui social e il senso del loro utilizzo.
La maturità di questa nuova generazione di piattaforme risale al 2018 quando l’azienda cinese ByteDance, nata appena nel 2012 e che nel 2017 aveva acquistato Musical.ly investendo qualcosa come 750 milioni di euro, diede vita al fenomeno social di questi ultimi due anni: TikTok.
Perché questo social abbia cambiato tutto è presto detto: si tratta di un potentissimo video editor, che permette a chiunque di sprigionare all’ennesima potenza quel germe prezioso che è la creatività, al tempo stesso esaltata e frustrata da un’epoca piena di stimoli tecnologici come questa.
TikTok coniuga infatti l’inconiugabile, scuotendo i suoi utenti dalla pigrizia creativa indotta dall’uso intensivo di strumenti digitali che tendono a sopraffare l’estro creativo, dandogli in cambio la possibilità di mettersi alla prova in modo semplice e immediato. Ovviamente questo non fa di tutti gli utenti della piattaforma dei geni creativi, ma certamente spinge molti ad esplorare le proprie inclinazioni e i propri limiti (anche se questo, purtroppo, non è sempre un bene).
Dammi un trend e solleverò il mondo
Negli ultimi anni stiamo dunque assistendo al passaggio, soprattutto da parte delle generazioni più giovani, da piattaforme come Facebook o Twitter a strumenti social che assomigliano sempre più a veri tool creativi.
Strumenti che permettono di creare contenuti molto più articolati e appetibili senza nessuna conoscenza dei programmi di grafica o di editing e che consentono a chiunque di mettersi in gioco e salire su un palcoscenico virtuale, potenzialmente aperto verso il mondo intero.
Una sorta di “Corrida” permanente aperta a tutti, in cui non serve necessariamente avere uno o più talenti, ma è più che sufficiente mettersi in gioco e assecondare gli infiniti trend lanciati dagli utenti, dalle celebrity, dalle aziende o dalla piattaforma stessa. Contenuti di tendenza, spesso concepiti per essere semplicemente replicati o adattati alle circostanze o al proprio messaggio, che prendono spunto da musiche e hit del momento, dal parlato di film, cabarettisti o personaggi noti, da coreografie che già esistono o che vengono inventate appositamente.
Su TikTok, grazie ai suoi effetti e ai molti strumenti di editing disponibili (e semplici da usare) è così possibile ballare (o fingere di ballare), recitare (o fingere di farlo), intrattenere con le proprie passioni, competenze, capacità, o anche semplicemente lasciarsi trasportare dalla “corrente”, solo per divertirsi o con la speranza di entrare ogni tanto in quei “per te” che offrono visibilità e che permettono ai più apprezzati di diventare in qualche misura popolari e ampliare l’elenco dei propri follower.
Perché TikTok piace così tanto?
Come accade sulle altre piattaforme social, anche su TikTok quelli che si limitano a guardare, apprezzare, commentare e condividere sono molti più di quelli che effettivamente creano contenuti. A differenza di quanto non accada altrove, tuttavia, chi si collega su TikTok e inizia a scorrere il feed degli utenti che segue o quello della “magica” tab “per te” (che mostra contenuti di tendenza o che l’algoritmo ritiene possano piacerci), deve necessariamente impiegare qualche secondo prima di decidere se guardare un contenuto per intero o passare al prossimo. Questa caratteristica, che accomuna TikTok alle altre piattaforme in cui lo scorrimento dei post limita la visibilità ad un solo contenuto alla volta, rende questa piattaforma simile ad una tv su cui si fa zapping, memorizzando nel tempo i “canali” e imparando via via a conoscere gli utenti più popolari e i trend che vanno per la maggiore.
Dopo qualche giorno di utilizzo della piattaforma, rigorosamente da mobile, il gesto del pollice a scorrere sullo schermo dello smartphone diventa una piacevole consuetudine, accompagnando gli utenti nei momenti di pausa e ogni volta che si vogliono divertire o distrarre.
Ma qual è la magia di TikTok? Probabilmente un mix di fattori: è semplice da usare, offre idee e spunti per scatenare la fantasia e la voglia di mettersi in gioco; stimola meccanismi di competizione e di sfida; consente di “riciclare” pezzi di musica, di cabaret, di spettacoli che altrimenti sarebbero dispersi nella memoria di ciascuno; intrattiene, diverte, stupisce; si presta a molti scopi diversi (tra cui addirittura divulgazione e formazione); non limita la visibilità dei contenuti ai soli contatti, ma esalta la viralità dei contenuti più apprezzati; è adatto a tutte le età e a tutti gli interessi.
Ovviamente anche questa piattaforma ha i suoi rischi, oltre alle molte opportunità. Tra tutti quello di esaltare l’ego delle persone e di esporre, soprattutto i più giovani e in questa difficile parentesi pandemica, al pericolo dell’allontanamento dalla realtà e della costruzione di mondi paralleli in cui rifugiarsi, spesso più insidiosi e infidi di quello reale. Tra tutti, il rischio di improvvise ondate di popolarità, difficili da gestire a qualsiasi età, così come la frustrazione quando ciò che si pubblica non ottiene alcun riscontro.