Il Design immateriale, un’opportunità per l’Italia da cogliere al volo
Pensate alla parola design. Son sicuro che vi vengono in mente un oggetto e un luogo, Milano. L’attenzione nei confronti di mobili e oggetti in Italia è sempre stata molto forte, quindi è normale considerare questo come “il design”, però oggi le cose sono cambiate. Il design è anche altro e può essere digitale, open source, graphic design, videogame, e molto altro.
Progettare è condividere idee che portano a soluzioni praticabili. Allora ha senso ed è utile intendere il design come un’attitudine, un modo nuovo attraverso cui guardare al mondo, alla vita e a noi stessi.
Oggi il design con le nuove tecnologie, con le nuove infinite possibilità di creare sistemi informatici, con i social media è e può essere anche immateriale. Il progetto (il design) nasce rispetto a una curiosità progettuale, nasce se c’è un contenuto da raccontare, da evocare, da organizzare, da condividere, da fruire.
Immaginate di avere un’azienda di piastrelle/rivestimenti. Potreste continuare a vendere i vostri prodotti in maniera tradizionale in showroom o in fiera, oppure potreste, grazie a un progetto di design immateriale, coinvolgere i vostri follower online a disegnare la loro piastrella ideale e grazie a questo gioco catturare la loro attenzione e farli diventare reali acquirenti. Avete aziende piccole e volete innovarle? Avete prodotti storici da raccontare in forma nuova? Il design immateriale potrebbe essere quello che fa per voi.
Non ci avevate mai pensato forse, ma è tempo di cominciare a immaginare nuovi modi di disegnare esperienze, processi e di organizzare sistemi. Inoltre credo che il design immateriale sia molto importante per generare nuove idee in territori lontani dai centri riconosciuti del design, perché è necessario rinnovare tradizioni che sembrano intramontabili con tutto quello che il design può offrire oltre alla forma, funzione e estetica.
Si possono trovare nuovi mercati grazie all’opportunità che il design digitale e il web 2.0 ci offrono (come sta facendo Homi Smart) e quindi si può fare Business semplicemente ponendosi nuove domande e indossando nuovi occhiali fatti di curiosità. C’è da disegnare il futuro e questo rappresenta una grande sfida e un’opportunità per chi fa design. Le scuole di design, più che le fabbriche, rappresentano il luogo dove avviene il dibattito e la formazione di chi dà forma alla nostra realtà, allora perché, in un mondo fluido, non creare sempre più situazione in cui studenti, scuole, aziende e cittadini possano incontrarsi, farsi domande e progettare insieme? Inoltre il design nella sua evoluzione si è aperto ed è diventato sempre più democratico, In fondo chiunque può fare design, chiunque si può proporre di inventare o ripensare un processo, un progetto, un oggetto. Ed è il bello della situazione.
Oggi penso non dobbiamo proporci di cambiare il mondo, bensì cambiare quello che ci circonda e non ci piace, partendo da noi stessi. E se siete curiosi e cercate un luogo dove parlare di queste cose, venite a Matera a dicembre per il Matera Design Weekend, il tema di quest’anno è appunto “design immateriale”.