Gli imprenditori guidano il cambiamento sociale. Muore la politica o rinasce l’impresa?
Cosa significa fare impresa oggi?
Innanzitutto avere il coraggio di affrontare un territorio decisamente ostile: mercati in affanno, burocrazia, tassazione eccessiva, corruzione, corporativismi.
Se in passato ai nuovi imprenditori era richiesta una marcia in più per emergere e affermarsi sul mercato, oggi le marce in più sono diventate due. Non è più sufficiente entrare in un mercato in crescita, magari con una buona idea e tanto lavoro. Oggi l’idea e la qualità del lavoro devono essere straordinarie, contraddistinte da una grande innovazione, pena l’immediata implosione dell’impresa.
Fatta questa premessa, per l’imprenditore/marinaio in navigazione nelle acque più tempestose oggi c’è un vento favorevole che soffia nella direzione della sostenibilità e della responsabilità sociale. Un’ibridazione strana di concetti che fino a pochi anni fa non si erano mai parlati: business e impatto sociale, sostenibilità dei prodotti e benessere lavorativo, lavoro e felicità.
Da un lato c’è il mercato. La green economy ci insegna che sostenibile non significa solo bello e giusto ma anche profittevole. Di conseguenza si creano nuovi mercati o si riconvertono mercati esistenti in chiave green, generando economia e lavoro.
Dall’altro lato l’impresa sta sconfinando in ambiti inesplorati quali la politica, il terzo settore, il sociale. Emerge sempre più evidente come l’impresa stia assumendo un ruolo di guida dei comportamenti sociali ed etici. Ogni attività diviene connotata da un determinato impatto che può essere positivo o negativo, responsabile verso la collettività o addirittura dannoso.
Chi decide di fare impresa si assume un ruolo di grande influenza nei confronti della società. In un periodo in cui i punti di riferimento tendono a vacillare, un’epoca di grandi cambiamenti nel sistema sociale e valoriale, l’imprenditore impersonifica una sorta di guida verso il nuovo modello di sviluppo. Tale ruolo, storicamente legato alla politica, fatica a tenere il passo con un’evoluzione economica e sociale che viaggia alla velocità della luce, spesso bloccato da procedure e da veti incrociati. L’impresa, e in particolare quella digitale, viaggia a ben altra velocità e si ritrova a incidere sul sociale maggiormente della politica. Addirittura alcune grandi aziende legate al web, che fino a dieci anni fa non esistevano, hanno volumi d’affari superiori a quelli di molti Stati e influenzano la vita di milioni, se non miliardi di persone.
Il problema si pone in modo evidente: possono questi colossi agire in modo sconsiderato, pensando solo al proprio tornaconto economico?
La risposta è chiara: no. Per restare sul mercato oggi è necessario avere una dose di innovazione considerevole, e tale innovazione prevede una componente forte di sostenibilità e responsabilità sociale. Dai prodotti, che devono tenere conto dell’impatto ambientale della loro produzione e dello smaltimento, ai processi produttivi volti al contenimento del consumo energetico, a nuovi servizi utili a ridurre l’impatto ambientale complessivo che le produzioni generano.
Il mercato si sta dimostrando sempre più attento a questi aspetti e le imprese hanno il dovere non solo di cavalcare tale tendenza ma di facilitarla, guidando i bisogni in una direzione responsabile. Emerge inoltre l’importanza e l’attenzione verso il territorio, gli stakeholder, clienti e fornitori, per cui l’impresa non è più un’entità isolata che mira al proprio interesse economico ma diviene attore consapevole di un contesto articolato, un contesto che contribuisce a plasmare.