La Giornata mondiale degli Oceani ci ricorda quanto sia fragile il nostro ecosistema
Il 21 aprile, è stata presentata, da parte delle Nazioni Unite, la Seconda Valutazione Mondiale degli Oceani in cui sono emersi i gravi problemi di natura ambientale che affliggono il nostro Pianeta. Circa 300 esperti e 780 ricercatori provenienti da tutto il mondo hanno contribuito alla creazione di due volumi di oltre 4.500 pagine in cui viene dichiarato uno stato di emergenza per la salute della Terra. Il documento potrà, o meglio dire, dovrà essere utilizzato a sostegno delle decisioni e delle scelte politiche per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, gli SDGs, e in particolare per l’Obiettivo 14 volto a ridurre, entro il 2025, tutti i tipi di inquinamento marittimo e per portare a un livello minimo l’acidificazione degli oceani. Sensibilizzare è il perno centrale della Giornata mondiale degli Oceani: istituita dall’Onu nel 1992, durante il Summit della Terra a Rio de Janeiro, questa giornata serve per fare luce sulla fragilità dell’ecosistema oceanico.
Perché salvaguardare gli oceani?
L’oceano è habitat naturale di un’infinità di specie marittime e garantisce la sopravvivenza non solo degli esseri viventi che le abitano, ma anche la nostra: l’oceano, infatti, produce circa il 50% dell’ossigeno del pianeta. Il 25% di tutte le emissioni di CO2 e il 90% del calore sono assorbiti proprio dall’Oceano ed è la fonte principale di proteine per circa un miliardo della popolazione. Si stima che, nei prossimi dieci anni, 40 milioni di persone saranno impiegate nelle industrie marittime e l’Oceano genera a oggi il 5% del Pil mondiale. Ma, i recenti rapporti evidenziano che tra 30 anni, se non verranno introdotte azioni concrete, nell’Oceano ci sarà più plastica che pesci.
Proteggere gli Oceani: un dovere comune
A partire dal 1992, la preoccupazione per il Pianeta Blu si è fatta di anno in anno sempre più forte e la salvaguardia degli oceani è diventata una questione che riguarda tutte le Nazioni, nessuna esclusa. Proteggere gli Oceani è diventato dunque un dovere comune: il World Ocean Day ha l’obiettivo diaccrescere la consapevolezza di quanto sia fondamentale responsabilizzarsi anche nelle più semplici pratiche quotidiane, come lo smaltimento di rifiuti, ma anche il consumo massivo di pesce, azioni che minano il flebile equilibrio delle biodiversità marine.
I dati parlano chiaro: stiamo chiedendo al nostro Pianeta più di quanto possa realmente offrirci. L’inquinamento e il surriscaldamento globale sono le minacce principali, di cui si considera come maggiore imputato la plastica: secondo un recente studio, la plastica potrebbe addirittura superare (per peso) la quantità di pesce entro il 2050. Negli ultimi 10-15 anni, il rapporto UE ha evidenziato un importante innalzamento e riscaldamento degli oceani. Le temperature dell’acqua del mare si sono alzate repentinamente e hanno provocato una riduzione della copertura di ghiaccio nell’Artico, la riduzione del volume di ghiaccio in Antartide, lo scioglimento dei ghiacciai, l’aumento del livello del mare e della frequenza di tempeste e uragani. È dunque un momento di profonda crisi per i nostri oceani, la cui biodiversità è minacciata da attività umane, che non includono solo l’inquinamento, ma anche la pesca eccessiva: la comunità scientifica, su questo punto, sostiene che sia necessario proteggerne almeno il 30 per cento entro il 2030. Solo che, per poter arrivare a questo obiettivo, è necessario che vengano messe in moto, anche in tempi brevi, azioni concrete che tutelino le aree più a rischio. È dovere sia del singolo individuo che della collettività interagire con gli oceani in modo sostenibile. In che modo? Diminuendo il consumo di pesce, dando la priorità a materie prime a chilometro zero o provenienti da luoghi vicini e soprattutto utilizzando meno plastica, dando importanza alla raccolta differenziata e non disperderla nell’ambiente. Individuo e società sono tenuti a dare il loro contributo, tra cui anche le stesse aziende: un esempio virtuoso è Flowe che ha sostenuto Tethys, una delle più grandi organizzazioni no-profit per la conservazione marina attraverso la scienza e la consapevolezza del pubblico, adottando tre cetacei e dando la possibilità agli utenti flowe di donare alla onlus direttamente tramite app, raddoppiando tutte le donazioni. La Giornata mondiale degli Oceani serve a ricordarci che sono le piccole azioni quotidiane a fare la differ