Giornata Mondiale del Risparmio: gli italiani quanto sono impreparati a gestire le proprie finanze?
A causa dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi, nei prossimi mesi sarà necessario avere maggiore consapevolezza in ambito di risparmio e gestione della propria finanza per far fronte al difficile periodo storico. Con l’obiettivo di indagare conoscenze e comportamenti della popolazione italiana su tematiche economico-finanziarie ed educare e sensibilizzare i giovani su temi legati all’innovazione e alla sostenibilità economica, sociale e ambientale, Flowe, società B Corp del Gruppo Banca Mediolanum, ha lanciato la seconda edizione dell’Osservatorio Flowe 2022 sull’educazione finanziaria in Italia, in collaborazione con AstraRicerche e la consulenza di un team di psicologi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
I risultati dell’indagine
Lo studio ha rilevato che gli italiani hanno scarsa cultura e preparazione in materia finanziaria. L’86% degli intervistati ha dichiarato infatti di avere difficoltà a gestire le proprie finanze, di cui il 34,6% per mancanza di fiducia, il 27,8% per limitata conoscenza e il 20% per assenza di sicurezza. Inoltre, i soggetti selezionati per l’indagine sono stati interrogati anche sulla comprensione di tassi di interesse, inflazione, potere di acquisto, diversificazione del rischio e del rapporto rischio-rendimento. Gli esiti sono stati discreti in quanto il 27,8% ha dimostrato una conoscenza nulla oppure bassa, il 49,6% si è classificato nella media e soltanto il 22,6% ha mostrato una competenza alta. Non finisce qui, perché il 63% degli italiani intervistati si preoccupa che il proprio denaro possa finire quando sarà in pensione, mentre il 65,8% trova complesso fare progressi verso i propri obiettivi finanziari e infine il 42,3% fatica a trovare soluzioni davanti a problemi economici.
Il comportamento finanziario degli italiani va migliorato
Secondo lo studio, l’atteggiamento degli italiani in ambito finanziario necessita di un miglioramento. L’11% non controlla mai le proprie uscite (o lo fa raramente) e non ha l’abitudine di redigere un budget personale per avere un resoconto delle proprie disponibilità. Il 48,7% controlla sempre le proprie uscite, di cui però il 38,2% in modo non preciso. Chi lo fa sempre, lo imposta per il mese corrente o quello successivo (47%), e soltanto il 4,4% lo stila con un orizzonte temporale annuale. Pertanto, dai dati emerge una scarsa propensione a uno sguardo più lontano sul “domani”, e difatti il 24,4% degli intervistati preferisce occuparsi del presente, rimandando il pensiero del futuro.
Perché è importante la cultura finanziaria?
Promuovere la cultura finanziaria vuol dire anche ampliare l’inclusione sociale. Le iniziative devono infatti riguardare tutti, indipendentemente dallo status socioeconomico. È bene che si parta dalla scuola, perché l’alfabetizzazione inizia dal basso e perché i più giovani sono oggi chiamati a misurarsi con condizioni economico-finanziari che i loro genitori non hanno dovuto affrontare. Gli effetti sono individuali e collettivi: in un’Italia con un’età media sempre più alta, le scelte finanziarie giuste sono un elemento capace di alleggerire la futura pressione sul sistema pensionistico.
Dunque, risulta cruciale lo sviluppo di un’adeguata cultura finanziaria per correggere la strategia di investimento sul breve e lungo periodo, e migliorare la qualità della propria vita.