È arrivato il momento delle comunità energetiche
Cosa sono le comunità energetiche
Per Comunità energetiche o comunità di Energia Rinnovabile (CER), si intendono un insieme di persone, aziende, istituzioni che, aderendo ad un soggetto giuridico, collaborano per produrre, consumare e gestire l’energia usando uno o più impianti locali di energia rinnovabile. Può sembrare una banalità ma arrivare a normare il concetto di produzione e consumo di energia locale, è stato complesso. Lo sa bene Dario Tamburrano, ex Parlamentare Europeo. “Quindici anni fa volevo installare dei pannelli fotovoltaici sul mio condominio in modo da produrre energia e farla utilizzare ai condomini stessi. Non si poteva, la legge lo vietava”. Quando Dario approdò al Parlamento Europeo partecipò alla stesura di una legge che consentisse alle comunità locali di produrre energie. “All’inizio si pensava di tassare questo tipo di energia, era come tassare l’acqua piovana. Fu la prima battaglia”. Ne seguirono altre come cambiare certi termini della legge, ad esempio, la parola “self consumer” in “prosumer”. “Le parole sono importanti” spiega Dario, “con prosumer si considera la comunità come produttrice di energia, non semplice consumatore”.
A che punto sono le comunità energetiche
Ad oggi le comunità energetiche in Italia sono poco più di venti e tutte molto piccole, dieci o quindi utenti che si mettono insieme per produrre energia. In Europa la situazione non va molto meglio, il sito Rescoop mappa le Cer nel vecchio continente.
Il grosso limite fino ad oggi è stato di tipo normativo ovvero attualmente tutte le utenze di una comunità energetica, devono sottostare sotto la cabina secondaria che per forza di cose può raggruppare poche utenze. Con il nuovo D.Lgs. 199/2021 questo limite viene superato e, una volta emanati i decreti attuativi, sarà possibile aggregare utenti direttamente alla cabina primaria il che tradotto significa 3 o 4 comuni messi insieme o 3 quartieri di una grande città. Inoltre, sarà possibile produrre energia fino ad 1 MW (circa 300 famiglie).
WeVèz
Entro fine anno saranno rimossi tutti quegli impedimenti che hanno limitato lo sviluppo delle Comunità Energetiche, ma la cittadinanza è pronta?
“C’è sicuramente più attenzione al tema per quello che sta accadendo in Europa con la guerra ed i rincari delle bollette, bisogna cercare alternative che sono davanti a noi. Dobbiamo creare quella coscienza collettiva, quel cambio di mentalità che consente di approcciarsi al tema energetico in modo diverso e stiamo lavorando per questo” afferma Paolo Benfenati fondatore di WeVèz www.wevez.it società benefit che si occupa di promuovere, diffondere e supportare il cittadino verso questo passaggio.
Paolo Benfenati e Matteo Fini, fondatori di WeVèz hanno un sogno, trasformare la città metropolitana di Bologna in una comunità energetica. Sono consapevoli della sfida enorme che hanno davanti. Ogni fine settimana organizzano incontri con piccole comunità di vicini di casa.
Come funziona il progetto
Mettiamo che nella mia strada vivano dieci vicini interessati a far parte di una CER, WeVèz in questa fase si limita a creare un database. Appena sussiste una configurazione ideale di almeno cento utenze allora le persone vengono contattate ed il progetto può partire. Servirà un tetto da 1000 mq che permette d’installare pannelli fotovoltaici da 100 kw in modo tale che ogni famiglia abbia il suo kw da adottare. In questo modo l’utente potrà risparmiare dal 10 al 20%
“Il risparmio dipende anche dalle abitudini ed infatti stiamo lavorando anche su questo”. Paolo mi mostra il “cipollotto”, un piccolo apparecchio che si collega alla rete domestica in wi-fi ed analizza le abitudini dell’utente. Il limite dell’energia solare è che deve essere consumata nel momento in cui viene prodotta, non può essere accumulata (le batterie costano ancora molto ed il discorso non avrebbe più senso, ndr). Per questo motivo l’utente della CER, se vorrà risparmiare di più, dovrà imparare a gestire l’energia nei momenti più consoni il che tradotto vuol dire che la lavatrice andrà messa in funzione durante il giorno e non la sera.
“Al momento stiamo virtualizzando la comunità energetica” afferma Paolo. Ad un mese dall’inizio delle attività “sul campo”, WeVèz conta già cento iscritti sul loro portale www.wevez.it
Da facilitatori e da soggetto terzo imparziale, WeVèz si occuperà di supportare la CER nella creazione dell’entità giuridica (gli utenti dovranno aggregarsi in qualche forma associativa/cooperativa), supporterà nella scelta degli impianti fotovoltaici più idonei e guiderà la CER nell’efficientamento. Essendo una società benefit il modello di business si basa sul success fee ovvero sul guadagno della CER, tratterranno una piccola percentuale per il lavoro svolto.
Paolo e Matteo non sono due giovani startupper, hanno maturato esperienza nel settore energetico. Paolo fra le tante cose, ha brevettato un sistema di Intelligenza Artificiale che aiuta le aziende ad ottimizzare i consumi energetici in funzione delle molte variabili, presenza di impiegati, temperatura esterna, giorni della settimana.
“Ora ho un sogno. Non solo sviluppare una grande comunità energetica ma fare in modo che le risorse generate dalla comunità attraverso l’energia vengano reimmesse in circolo nella comunità, ad esempio, sotto forma di cashback da usare nei negozi di prossimità”