Cosa fanno insieme una lampadina solare e una bottiglia di Coca-Cola? Cambiano la vita di milioni di persone
Ormai il Sudafrica è diventato la mia seconda casa da quando ho sposato mia moglie nata a Johannesburg. Questo Paese, che è uno dei Brics, è il più ricco del continente africano, un po’ la Svizzera d’Europa. Il Sudafrica però vive da sempre di contraddizioni: da una parte si invitano gli stranieri ad investire ma dall’altra esiste un grosso problema legato all’approvvigionamento energetico. La Rainbow Nation (così ha ribattezzato la nazione l’arcivescovo Desmond Tutu dopo la fine dell’apartheid) ha disponibilità di energia elettrica ma preferisce esportarla ai paesi confinanti. Morale: ogni giorno, specialmente nel periodo estivo, gli abitanti devono sopportare un “energy cut”, ovvero la razionalizzazione della corrente.
Durante il mio ultimo soggiorno a Johannesburg ho notato che questi tagli energetici sono sempre più lunghi e arrivano fino alle otto ore giornaliere. Di solito si preferisce sospendere l’erogazione dell’energia la sera per non penalizzare le attività commerciali, ma non è detto. I sudafricani convivono con questa realtà, che condiziona pesantemente la loro quotidianità, con un’apparente rassegnazione. Qualcuno però si muove per cercare soluzioni alternative, come Michael Suttner, un uomo di 27 anni che sta creando un business da una semplice idea, veramente innovativa perché non inventa nulla ma semplicemente ottimizza le tecnologie già esistenti.
Lightie, questo il nome del prodotto, altro non è che una bottiglia di Coca-Cola con dentro una sottile pellicola solare che alimenta una batteria al litio e una lampadina da 120 lumen, sufficiente a illuminare uno spazio di cinquanta metri quadri. Il tappo diventa l’interruttore. Provate a pensare all’importanza di questa innovazione: una lampadina che si ricarica in otto ore (anche se è nuvoloso) e che produce energia per 20 ore, gratis, con una durata di cinque anni e un prezzo da grande distribuzione perché Michael assicura che Lightie sarà in vendita a 120 rand, circa 10 euro.
Oggi in Africa ci sono 600 milioni di persone che vivono senza energia. In molti paesi del continente il reddito medio è di uno/due dollari al giorno, di cui il 25% è usato per acquistare paraffina per le lampade. A parte la pericolosità, anche per la salute, è davvero uno spreco di risorse se la natura stessa può sopperire al problema. Suttner ha iniziato a lavorare proprio su questo nel 2010. Per contenere i costi ha deciso di usare qualcosa universalmente diffuso come la Coca-Cola. «La lampadina mi si è accesa una sera mentre andavo in palestra – ci racconta ridendo Michael – di solito nel mio zaino c’è sempre una bottiglia di acqua ma quel giorno l’avevo dimenticata, così andai al negozio vicino per acquistarla. Osservai la bottiglia, era ovviamente identica a quella che portavo ogni giorno con me, una banalità direte voi». Il collo delle bottiglie di plastica è universale e facile da recuperare, così Michael ha studiato il modo di ottimizzare questo spazio per la sua Lightie.
Mr Suttner è considerato uno dei top innovatori sudafricani, nel 2014 è stato finalista del Lexus Design Award e nel 2015 di The Impumelelo Social Innovations Awards e grandi brand lo stanno contattando per collaborazioni. I generatori sono molto costosi, la paraffina è inquinante, Lightie può sopperire a queste problematiche e allietare la vita di molte persone in tutto il mondo.
Parlando con lui di quanto sia difficile fare startup in Sudafrica, mi rendo conto che i problemi sono sempre gli stessi, trovare persone che credono e investono nei progetti. Michael è stato fortunato perché ha vinto diversi premi in denaro e si è fatto conoscere. Ha avuto dei mentor nella comunità ebraica che l’hanno sostenuto perché lui non aveva esperienza di business, essendo un ingegnere. Viene da chiedergli quali siano le chiavi per portare al successo un’idea: «Non iniziare un progetto se non è la tua ossessione. Circondati di persone che sono appassionate come te alle quali puoi delegare con estrema fiducia. Tieni il tuo lavoro primario che ti dà sostentamento e parallelamente sviluppa il tuo progetto. Mai mettere tutte le uova nello stesso paniere. E infine: persevera!».
L’ambizione di Michael Suttner è che nel 2020 la sua Lightie si possa trovare negli scaffali dei negozi fra le bottiglie di Coca-Cola e la paraffina. Più che una visione, sembra una realtà raggiungibile forse già prima di quella data.