Cosa può insegnarci Milano sulla crescita personale e professionale?
Da esperto di città, ho pensato a una serie di articoli dedicati ad alcune città e ai loro caratteri specifici da cui trarre ispirazione per la vita personale e professionale. In questo primo pezzo gioco in casa.
Milano: cosa la definisce?
– Ogni città vive secondo un proprio personale ritmo che scandisce i tempi in cui le cose accadono, si inaugurano spazi, cambiano le mode, si va in un certo ristorante, si frequenta un determinato club, sono vincenti certe aziende, si fanno buoni propositi. A Roma questo ciclo è annuale, a Londra mensile. A Milano è trimestrale. Proprio così. Milano vive tre stagioni all’anno (è ovvio, l’estate non si passa a Milano…). La prima vede il risveglio della città dopo la pausa, a inizio settembre. Potremmo indicare il 7 settembre come il capodanno milanese, unico diverso da quello del calendario gregoriano nel mondo occidentale. È in questa data che si fanno buoni propositi, si avviano nuove attività, si incontrano gli amici per rinsaldare i legami, si iniziano nuove esperienze. Milano ha poi un secondo capodanno, quello istituzionale, il 7 dicembre, che segna l’avvio del secondo trimestre. Dal 7 marzo prende infine il via il trimestre d’oro della città, quello incardinato sulla design week e che vede concentrate in soli tre mesi tutte le energie e le attività dei milanesi.
– Un secondo elemento caratterizzante Milano è la Fabbrica del Duomo. La nostra cattedrale è l’unico monumento nel mondo occidentale cui vengono applicate tecniche di restauro sostitutivo anziché conservativo. Come la Muraglia cinese, la Città Proibita e i templi Giapponesi vengono di frequente totalmente ricostruiti con nuovi materiali che rispecchiano, più o meno, ciò che è appena stato distrutto, così nel Duomo vengono sostituiti totalmente statue e pezzi con altri più o meno simili. Gli originali vengono conservati nel Museo del Duomo oppure, alloggio certo meno prestigioso, in un parcheggio sotto al cavalcavia del Ghisallo, in fondo a viale Certosa.
– Colpo di genio tutto milanese, il Bosco Verticale, vincitore nel 2014 dell’International Highrise Award come grattacielo più bello del mondo, è il terzo e ultimo elemento peculiare del carattere di Milano e ha permesso di sdoganare cemento e grattacieli inserendoli nella retorica ambientalista.
Quali elementi e ispirazioni possiamo dunque trarre dai caratteri sopra descritti di Milano per la nostra vita personale e professionale?
– Dalle stagioni di Milano possiamo imparare che occorre vivere secondo un ritmo personale che sia però anche in grado di seguire mode e trend esterni, e di impostare in definitiva una propria ciclicità. La coordinazione di ritmo interno ed esterno permette di azzeccare i tempi delle proprie scelte nella propria città.
– Dalle vicende del Duomo dovremmo imparare a rinnovarci sempre senza indulgere in un semplice make-up, senza nascondere difetti consolidati o fingere competenze non reali. Dovremmo acquisire invece la capacità di costruire occasioni di trasformazione completa, bombe emozionali che in modo continuo e inaspettato siano fonte di cambiamento anche radicale della propria personalità.
– Il Bosco Verticale ci suggerisce infine l’esigenza di costruire una narrazione di sé coerente e ossessiva, preparando un “pezzo” di due-tre minuti che racconti le proprie competenze e aspirazioni, un vero e proprio storytelling che va ripetuto in tutte le occasioni personali e professionali, online e offline.
Il mio consiglio finale a tutti voi è quello di frequentare Milano anche di sera, nei fine settimana e nel tempo libero. La città ha altrettanti stimoli da dare in queste occasioni che nei momenti quotidiani della vita professionale.
Alla prossima città!