Come far sì che la casa produca l’energia che le serve. Intervista a Nicola Armaroli
Una casa autosufficiente dal punto di vista energetico. E in grado anche di produrre l’elettricità per ricaricare l’auto. Sta spopolando la storia di Nicola Armaroli, dirigente di Ricerca del CNR e membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze, che ha deciso di investire tutti i risparmi di una vita in una casa che fosse davvero autosufficiente e sostenibile. “Ma ne è valsa la pena” – spiega Armaroli a Centodieci. “Perché è qualcosa di cui non beneficio solo io, ma anche gli altri, visto che ho azzerato le emissioni”.
Professor Armaroli, la sua casa è diventata famosa in tutta Italia come modello di abitazione autosufficiente dal punto di vista energetico. Chi volesse seguire il suo esempio cosa può fare?
Per prima cosa occorre provvedere all’involucro. Altrimenti qualsiasi intervento sarebbe come riempire un secchio pieno di buchi. La coibentazione termica della casa, o cappotto termico, è la prima cosa da fare. Questo potrebbe voler dire anche rifare gli infissi, se sono vecchi: i doppi vetri degli anni 80/90 ormai sono come fogli di carta.
Conta davvero tanto l’involucro?
È fondamentale: calcoli che a casa mia, solo grazie al cappotto termico e agli infissi arriveremo fino a novembre inoltrato senza accendere il riscaldamento e con una temperatura di 20 gradi.
E una volta fatto il cappotto termico, che altro resta?
Poi possiamo sbizzarrirci. A cominciare dal fotovoltaico per l’energia elettrica e dal solare termico, che ci permetterà di produrre acqua calda col sole.
Lei ha anche una pompa di calore geotermica. Cos’è?
È un dispositivo che sfrutta il concetto della cantina: una buona cantina ha la stessa temperatura tutto l’anno. È lo stesso per il geotermico: nel sottosuolo la temperatura è costante tutto l’anno tra 15 e 20 gradi. Possiamo prelevare quanto ci serve per climatizzare gli ambienti: calore in inverno, fresco in estate.
Come funziona esattamente questo tipo di riscaldamento?
In pratica si tratta di un tubo a U di 4 cm di diametro con all’interno un liquido simile a quello dei radiatori delle macchine: il tubo si spinge nel mio caso a 120 metri di profondità, dove il liquido “assorbe” la temperatura del sottosuolo e la porta in superficie. Nel mio caso, d’estate mi porta 17° e d’inverno 25°, perché nel frattempo, nei mesi caldi, il sottosuolo ha assorbito il calore estivo espulso dalla casa. Risultato: fino a Natale, forse anche un po’ dopo, l’impianto geotermico preleverà calore a questa temperatura privilegiata, finché non si abbasserà di nuovo, nel corso dell’inverno. In ogni caso sarà sempre la pompa di calore (a energia solare) a provvedere alla differenza di temperatura “mancante” che serve per riscaldare la casa. L’acqua dell’impianto a pavimento circola a 30-32 gradi.
Che differenza c’è con le pompe di calore standard ad aria che vediamo talvolta nei cortili, sui balconi o sui tetti?
Il principio di funzionamento della macchina è lo stesso, ma le pompe standard, scambiano il calore con l’aria, quindi consumano molta più energia. È evidente che “spremere” fresco dall’aria torrida di una giornata estiva o calore dall’aria gelida di una giornata invernale è penalizzante in termini di consumi ed efficienza rispetto a poter contare su un serbatoio di calore a temperatura che oscilla tra 15 e 25 gradi tutto l’anno, nel sottosuolo. La cantina di cui prima, appunto.
Quanto sono invasivi i lavori per fare un impianto così?
Nei 3 giorni in cui l’impresa viene a fare i lavori per trivellare sì: lo sono. Poi nulla più. Nel mio piccolo giardino non troverà neppure un segno: lo scambiatore di calore è il tubo nel sottosuolo, collegato alla pompa di calore geotermica nel locale tecnico. Pompa che, va detto, è più piccola di una caldaia, dunque anche gli ingombri sono minimi. Senza contare il comfort: quando entro in casa d’estate ho la sensazione del fresco delle vecchie case di campagna. Nessun flusso d’aria sparato addosso, il fresco risale dal pavimento.
Questo per chi vive in una casa indipendente. Ma chi abita in un condominio?
Attenzione: le case indipendenti in Italia sono milioni. Se cominciassimo a renderle energeticamente indipendenti, otterremmo un importante risultato. In quanto ai condomini, dipende da dove si trovano, da come sono orientati e da altre questioni. Ma si può fare molto anche lì. Già mettere i pannelli fotovoltaici sul tetto, per esempio, può contribuire al fabbisogno energetico di alcuni appartamenti. Un collega che vive in un condominio molto grande a Imola, mi raccontava che da lui li hanno installati con successo: ogni condomino potrà abbassare del 20/30% l’acquisto di elettricità, grazie all’autoproduzione. Non è poco.
I pannelli fotovoltaici da balcone sono una buona idea?
È un’altra opzione: un pannello che costa sui 400 euro, si installa sul balcone e si attacca alla presa elettrica. Solo che invece di consumare elettricità la produce e la cede al sistema. Parliamo di piccole operazioni, è vero. Ma pensi che accadrebbe se realizzassimo in alcuni milioni di terrazzi condominiali che ci sono in Italia.
Quanto rende in termini di energia un pannello fotovoltaico da balcone?
Diciamo, che in media, se lo installiamo su un balcone esposto a sud, possiamo recuperare anche il 20% dei consumi, altrimenti sul 10%. Chiaramente va usato di giorno quando sfrutta l’energia del sole: ma ci si può organizzare in modo da programmare la lavatrice e usare altri elettrodomestici nelle ore in cui c’è il sole.
Recentemente sono apparsi anche quelli da finestra, per chi non ha un balcone. Ma li possono installare tutti?
Sì, non richiedono permessi. Le premetto che io non li utilizzo, non ne ho bisogno, ma ho parlato con varie persone del settore che mi hanno garantito che non è difficile installarli e funzionano da subito.
Che cos’altro può fare per risparmiare energia chi vive nelle grandi città e nei condomini?
La misura numero uno è il grado in meno: se abbasso di un grado il termostato, limito di un minimo il mio comfort. Magari indosso una maglia in più. Ma questo comporta un risparmio notevole: con 2 gradi in meno posso arrivare al 10/20% di risparmio in termini di gas. Moltiplichi sempre tutto questo per milioni di persone. E poi, un’altra cosa…
Prego.
La doccia. Lo dico soprattutto ai giovanissimi: non c’è bisogno di tenere l’acqua calda aperta per tanti minuti. Bastano 3 minuti per lavarsi. Ricordiamo tra l’altro che abbiamo anche problemi di approvvigionamento idrico, visto che ormai piove poco persino in autunno…
A proposito, ma qual è la temperatura giusta in casa?
Con 19° si può vivere bene tranquillamente. Se ci sono anziani che soffrono il freddo si può regolare il termostato sui 20 o 21 gradi. Altrimenti è un piccolo sacrificio che tutti possiamo fare, sfruttando anche le valvole termostatiche dei termosifoni. Nelle camere da letto per esempio la temperatura si può abbassare senza problemi.
Ricapitolando, lei a casa sua ha installato…
Il fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, che carica la batteria durante il giorno e ancora oggi a novembre, nelle giornate di sole soddisfa in toto il fabbisogno energetico di casa e non solo: ci ricarico anche l’auto elettrica, per 8/9 mesi all’anno, al 100%. Poi, al posto del gas, ho un pannello solare termico che per almeno 10 mesi all’anno mi garantisce l’acqua calda a 45°. Infine, per il riscaldamento e raffreddamento della casa, la pompa di calore geotermica. Ma, è bene ripeterlo, a monte di tutto c’è il “cappotto”: l’isolamento termico dell’edificio, la cosa più importante.
Tutto questo sarà costato una fortuna…
No. Naturalmente i costi variano a seconda della dimensione della casa. E ci sono molti incentivi per le ristrutturazioni. Per quanto riguarda l’impianto fotovoltaico, è una spesa in cui, ai livelli attuali di costo, si rientra in 3/4 anni. Io per fare un impianto da 10 kW e con una batteria da 24 kWh, per esempio, ho speso 23.000 euro, che non è tanto, se consideriamo il costo delle bollette e il fatto che con quell’energia ci faccio tutto, compreso caricare l’auto. E tenga conto che c’è l’incentivo fiscale minimo del 50%. Per l’impianto di riscaldamento e raffreddamento il costo è tra il 40 e il 50% in più rispetto a quello di un impianto a metano, ma non ho dovuto fare impianti del gas né canne fumarie che avrebbero avuto il loro costo. Inoltre con un solo impianto faccio sia caldo che freddo. Dunque ho anche risparmiato. Senza contare che nel tempo non mi arriva la bolletta del gas, ma solo quella elettrica, che in primavera-estate è addirittura negativa.
A proposito di incentivi, ma ce ne sono?
Certo, per tutte queste soluzioni ci sono incentivi fiscali. Solo il solare-termico ha un incentivo dedicato dal 2007 del 65%. E mentre si ottiene il rimborso sulla bolletta elettrica, si risparmia anche sulle bollette. A volte si va persino a credito. Vuole sapere la verità? Lo Stato è stato bravo a incentivare, ma non è stato altrettanto bravo a comunicarlo. Perché questi incentivi ci sono da 15-20 anni, ma in pochi ne hanno approfittato. È tempo di farlo: i tempi in cui l’energia costava poco non torneranno più.
Per saperne di più
Nicola Armaroli – Emergenza energia: Non abbiamo più tempo (Edizioni Dedalo)
Nicola Armaroli – Un mondo in crisi. Gas, nucleare, rinnovabili, clima: è ora di cambiare (Edizioni Dedalo