Cinque video per vedere il futuro e intuire come trovare nuove prospettive per vita e professione
Il primo giorno del mio viaggio a San Francisco. Sono in auto, qui è il Martin Luther King day e alla radio trasmettono uno dei suoi straordinari discorsi. Viene spontaneo pensare alla libertà e alla voglia di andare oltre le barriere. Lo prendo come un segno, in fondo sono qui proprio per questo, per imparare tutto il possibile dai tantissimi innovatori che stanno creando il futuro. Parole d’ordine: curiosità, voglia di scoprire, conoscere, capire, crescere.
Ecco perché ogni sera ho provato a riassumere gli incontri, le esperienze, le emozioni e le suggestioni in un videoracconto, per creare un diario fluido da condividere con voi lettori di Centodieci, per trasmettere quelle stesse sensazioni di libertà, di futuro, di innovazione che sto vivendo in prima persona. Questo è una sorta di diario dal futuro, o forse verso il futuro.
Nel primo giorno del mio viaggio nella Silicon Valley ho incontrato molti personaggi interessanti con cui condividere nuove sfide. Come Francesco Mosconi, un italiano qui da due anni che lavora a una tecnologia wearable, indossabile, in grado di misurare lo stress e fornire assistenza per gestirlo al meglio. O Francesco Ravetta, una storica carriera in varie startup come Paypal e eBay, per una bella discussione sulle nuove modalità di fare finanza online. Scopro come qui ci sono un sacco di startup che si confrontano con il tema della longevità, alla ricerca della formula per allungare la vita.
Il secondo giorno spostamento a Mountain View per visitare 500 Startups, il secondo più grande incubatore degli Usa, al centro della sfide dell’innovazione di oggi e di domani. Tra cui c’è sicuramente quella del rinnovamento delle modalità di formazione, un tema che mi sta molto a cuore. Qui ho conosciuto Stefano Bellasio che lavora a Cloudacademy, azienda che sta rivoluzionando il modo di insegnare online. Poi ritorno a San Francisco per incontrare altri straordinari innovatori e nuove realtà, come la software house Fluid.
Terzo giorno alla Stanford University per due appuntamenti dirompenti, con uno scienziato filosofo e un filosofo economista. Il primo, il professor Alberto Salleo, un Archimede del terzo millennio, lavora a un progetto per dare vita alla materia. Anche ai diamanti…
Il secondo è un emerito professore austriaco, un perfetto complemento del primo incontro, per una bella riflessione sul bisogno di rimettere l’uomo al centro di ogni ricerca.
Plug&Play: un altro strategico incubatore che al momento segue più di trecento nuove startup, con cui collaborano corporation di tutto il mondo. Ci vado il quarto giorno del mio viaggio nella Silicon Valley. Ieri ho visto un amico, Robson Ribeiro, che ha inventato un nuovo modo di agevolare l’innovazione: la Silicon House. In pratica ha messo la sua casa a disposizione di cinque startup che convivono e condividono tutto, dalla cucina alle idee. In generale, noto come sto incontrando una serie di cervelli italiani, straordinari personaggi con straordinarie storie che mi riempiono di fiducia e speranza.
Quinto giorno, che conclude la prima settimana qui. Tempo intensissimo per assimilare una serie enorme di informazioni ed esperienze, a contatto con giganti come Google e tante piccole startup che coltivano ognuna un grande sogno di innovazione. Nel videoracconto faccio il punto delle varie realtà incontrate, mettendo al centro un concetto che deve essere chiaro e utile a tutti noi anche in Italia: è dall’unione tra i grandi e i piccoli, tra il nuovo e il vecchio, tra cervelli differenti che si costruisce il futuro fatto di condivisione e innovazione.