Auting, il servizio di car sharing per chi vuole condividere la propria auto
Oggi in Italia oltre 500.000 persone decidono di utilizzare il car sharing, l’auto condivisa. Le città che più utilizzano questa modalità di trasporto urbano sono Milano, Torino, Firenze, Roma. Il servizio nel corso degli anni si è evoluto: all’inizio il gestore permetteva di ritirare e rilasciare l’auto in determinate postazioni fisse nella città, oggi i fornitori più importanti come Car2go (119.000 iscritti e 19 milioni di km percorsi solo a Milano) operano senza stazioni di noleggio prestabilite ma con una semplice app si viene localizzati e troviamo l’auto disponibile più vicina a noi.
In Italia a breve, verrà lanciato un nuovo sistema di car sharing “peer to peer”. Il progetto si chiama Auting e sostanzialmente, a differenza dei grandi gestori che dispongono di una flotta auto (car2go 14.000 veicoli nel mondo), Auting è un car sharing fra privati ovvero mette in contatto un cittadino che utilizza poco la sua auto con un altro cittadino che non la possiede. In Italia il costo medio annuale per possedere un’auto è di 7000 € l’anno e l’auto rimane ferma mediamente il 90% della sua vita utile. Ci sono 38 milioni di veicoli in Italia, in questo modo Auting si propone da una parte di ridurre i costi annuali del proprietario, dall’altro l’utilizzo di un auto risparmiando rispetto ad un autonoleggio tradizionale. A differenza del car sharing standard che ha un utilizzo medio di 20-30 minuti, questo sistema non necessariamente è focalizzato su periodi brevi di utilizzo ma anche per gite fuori porta ad esempio. Auting si appoggia a Reale Mutua per la copertura assicurativa dell’owner e del driver che copre anche l’eventuale innalzamento della premio polizza in caso di incidente (protezione bonus malus). L’idea non è nuova, in Europa esistono già progetti simili come Drivy, OuiCar e Go More, Auting sarà la prima esperienza di questo tipo in Italia.
Rispetto al car sharing tradizionale è sicuramente un servizio meno istantaneo (i fondatori garantiscono che si può usufruire del servizio con 2 ore di anticipo) poiché bisogna materialmente “matchare” i due utenti privati che dovranno incontrarsi per il rilascio delle chiavi ma proprio la componente social è forse l’aspetto più interessante di questo progetto ovvero l’idea di creare una “community” (https://www.facebook.com/auting/ ) fra utenti che costruiscono anche relazioni di fiducia e perché no, di amicizia. Lorenzo Osti, uno dei fondatori di Auting afferma “come il fenomeno delle social street ha dimostrato, l’incontro e la condivisione portano benefici a tutta la comunità. Noi non vogliamo far altro che allargare questa esperienza alla mobilità”
Social street ha impiegato del tempo a diffondersi perché all’inizio bisogna abbattere il muro della diffidenza, l’Italia è un Paese pronto per questo genere di condivisione? Nello stereotipo italiano, l’uomo tiene più all’auto che alla moglie. Secondo Lorenzo questo non sarà un problema “il successo di servizi come Airbnb e Blablacar dimostrano che ormai il pubblico è pronto ad abbracciare la sharing economy”.
Allora non resta che fare Auting!