Messaggera con le trecce: l'ascesa di Greta Thunberg
[et_pb_section bb_built=”1″][et_pb_row][et_pb_column type=”4_4″][et_pb_text _builder_version=”3.20.2″]
È trascorso meno di un anno da quando Greta Thunberg, allora quindicenne, iniziò la sua resistenza solitaria in difesa del clima. Scioperando da scuola e impugnando un cartellone con scritto “Skolstrejk för klimatet” (sciopero della scuola per il clima), si accampò davanti al Parlamento svedese, distribuendo volantini che illustravano la crisi climatica. Greta non lo sapeva ma quel 20 agosto 2018 stava dando vita al più grande movimento globale per il clima mai esistito, il #fridaysforfuture. Il movimento, sette mesi dopo, avrebbe portato oltre un milione e mezzo di persone a manifestare per le strade di tutto il mondo per esigere interventi concreti e contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, ovvero la più grande minaccia cui deve far fronte la nostra specie.
Messaggera degli scienziati
Nell’epoca della “grande cecità”, così è stata definita dallo scrittore indiano Amitav Ghosh la cultura contemporanea, incapace di narrare il dramma del riscaldamento globale, una ragazzina ci ha aperto gli occhi, Greta è stata in qualche modo la scossa che serviva a scuotere le coscienze intorpidite. “Sono solo un messaggero – ha detto Greta Thunberg. – Non sto dicendo nulla di nuovo, sto solo dicendo quello che gli scienziati hanno ripetutamente affermato per decenni. Se tutti ascoltassero gli scienziati e i fatti a cui faccio continuamente riferimento nessuno dovrebbe ridursi ad ascoltare me”.
Figlia dell’Antropocene
L’adolescente svedese ha uno sguardo magnetico che tradisce la sua grande preoccupazione per il destino del pianeta e della specie umana. Sì perché Greta, figlia dell’Antropocene, quando ha appreso per la prima volta dello sfacelo ambientale in corso, all’età di otto anni, ne è rimasta letteralmente scioccata. A undici anni ha smesso di parlare e di mangiare e le furono diagnosticati la sindrome di Asperger e il mutismo selettivo. Greta ha sviluppato una particolare sensibilità verso quello che le succede intorno e possiede una grande capacità di comunicarlo con schiettezza all’umanità.
[/et_pb_text][slider_article _builder_version=”3.20.2″ type=”post_category_958″ /][et_pb_text _builder_version=”3.20.2″]
Un pianeta da salvare
L’ascesa di Greta Thunberg nel panorama dell’ambientalismo mondiale coincide con la crescente preoccupazione scientifica per le sorti del pianeta. Secondo un rapporto del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc) la temperatura media globale potrebbe crescere di 1,5 gradi già nel 2030, questo significa che ci restano appena undici anni per abbattere le emissioni e limitare la crescita della temperatura media globale. Servono dunque interventi immediati e concreti e per ottenerli è indispensabile formare una massa critica e mettere pressione ai politici e in questo, da un anno a questa parte, nessuno si è dimostrato più efficace di Greta Thunberg. “Ai politici non chiederò niente, piuttosto chiederò ai media di cominciare a trattare la crisi del clima come una vera crisi e chiederò alle persone di tutto il mondo di rendersi conto che i nostri governanti ci hanno tradito”.
Un’ondata di speranza
La ragazza timida che aveva problemi a comunicare, è oggi un faro di speranza ed è ritenuta la migliore notizia per il movimento climatico da decenni. La stessa Greta, però, minimizza i risultati raggiunti ricordandoci che ancora nulla di concreto è stato fatto. “La gente dice sempre a me e agli altri scioperanti che dovremmo essere orgogliosi di noi stessi per ciò che abbiamo realizzato. Ma l’unica cosa che dobbiamo guardare è la curva delle emissioni e questa dice che stanno ancora aumentando”, afferma. Eppure, si respira un’aria nuova, parole come riscaldamento globale, estinzione e crisi climatica sembrano essere prepotentemente entrate nel lessico comune. E la storia ci insegna che i grandi cambiamenti sono frutto della pressione esercitata dall’opinione pubblica.
L’avvento di Extinction Rebellion
In Gran Bretagna, ad esempio, Extinction Rebellion, movimento non violento nato per evitare i cambiamenti climatici e fermare il collasso ecologico, ha già ottenuto un grande risultato. La Camera dei comuni britannica ha infatti approvato lo scorso primo maggio una mozione presentata dall’opposizione laburista che dichiara lo stato di “emergenza climatica”.
Lo sciopero mondiale per il futuro
Il 15 marzo 2019 è stata una data storica per il movimento ambientalista. Oltre un milione e mezzo di studenti, ma non solo, è sceso per le strade di più di duemila città, in centoventicinque nazioni, in ogni continente dando vita alla più grande azione globale per il clima mai vista. Un’incredibile e inarrestabile ondata nata grazie all’esempio di Greta, capace con la sua determinazione di connettere migliaia di giovani in tutto il mondo che hanno a cuore le tematiche ambientali e che hanno deciso di unirsi alla sua lotta. Uno degli aspetti che colpisce di più di Greta Thunberg è il suo modo di parlare diretto, quasi brutale, scevro di qualsivoglia condiscendenza. “Non voglio che siate ottimisti. Voglio che proviate la paura che io provo ogni giorno. Voglio che agiate come fareste in un’emergenza come se la nostra casa fosse in fiamme. Perché lo è”. Il suo grido di aiuto si è levato forte nel cielo, e sembra proprio che sia stato condiviso da tantissime persone.
[/et_pb_text][/et_pb_column][/et_pb_row][/et_pb_section]