Amsterdam Innovation city
Rendere le città smart non è solo una moda: si stima che nel 2050 il Pianeta sarà abitato da circa 9,7 miliardi di persone, quindi non è solo una questione di migliore vivibilità ma proprio quella di sfruttare la transizione digitale per offrire una migliore efficienza energetica.
Transizione ecologica
Non a caso, a questo riguardo, la città di Amsterdam è tra le «mature cycling cities», quelle città cioè che sono frutto di decenni di programmazione urbana e culturale.
Il programma di rendere Amsterdam una smart city è iniziato nel 2009 e tra i suoi obiettivi ambientali c’è quello di ridurre le emissioni di CO2 saranno del 40% entro il 2025. Per farlo in città vengono installati sugli edifici contatori intelligenti basati su sensori che riducono la propria impronta di carbonio, consentendo agli abitanti di monitorare il proprio consumo energetico in tempo reale. così come è importante usare centri di lavoro intelligenti e spazi di co-working per ridurre il pendolarismo.
Transizione digitale
Amsterdam non è solo innovation city da un punto di vista energetico, ma anche digitale e sociale, con i diversi programmi attuati per rendere la città eccellenza nel mondo. Come il manifesto partecipativo Tada, clarity about data, creato con le imprese locali, il mondo accademico e i residenti, per promuovere consapevolezza, inclusione, trasparenza e l’uso etico dei dati. La città si serve inoltre di applicazioni di intelligenza artificiale e di sistemi algoritmici per il controllo automatizzato dei parcheggi o per dare priorità alle segnalazioni dei cittadini, anche attraverso lo strumento OpenCity per agevolare ed incentivare azioni di partecipazione sociale-digitale.
«Sogno una città che abbia spazi a sufficienza per tutti, una città con aree verdi e aree dedicate ai bambini per giocare in sicurezza. Sogno una città con aria pulita da respirare, dove le persone vogliono vivere, lavorare, rilassarsi. Oggi molte persone si spostano in città lasciando a casa la propria auto, alcuni decidono di non comprarla: il nostro compito è quello di supportare questo trend. Il futuro delle nostre città così come la salute di tutti noi, sono troppo preziosi. Dobbiamo ridurre la dipendenza da automobile e diminuire gli spazi dedicati ai parcheggi: questa è una delle priorità del programma Amsterdam Car-lite» dice Sharon Dijksma, assessore al Traffico e trasporti, acqua e qualità dell’aria del comune di Amsterdam, intervistata da Forbes.
Il sindaco della notte
Vale sicuramente la pena ricordare una delle iniziative socio culturali di cui Amsterdam è stata pioniera: il sindaco della notte, un intermediario che accoglie e fa coesistere le richieste di chi frequenta la vita notturna con le esigenze di chi invece abita nei quartieri della movida. Era il 2012 e il nachtburgemeester, letteralmente “sindaco notturno”, era ufficialmente il primo cittadino che entrava in azione al calar del sole, “gestendo” la vita, le attività economiche e le diverse iniziative che prendevano corpo di sera. L’esempio fu seguito da altre città olandesi e ovviamente altre città del mondo, come Rio De Janeiro, Miami, Buenos Aires, Ibiza, Mykonos, New Orleans, Bali, Berlino, Barcellona e New York.
Dall’esperienza di Mirik Milan, nachtburgemeester di Amsterdam dal 2012 si legge: «Mi occupo delle politiche della vita notturna e delle comunità creative della notte. La figura del sindaco della Notte è indipendente e no profit sia ad Amsterdam che a Berlino, mentre a New York e Londra è parte della struttura comunale. Il mio ruolo è quello di costruire ponti per sanare i gap che si sono formati negli anni tra istituzioni, operatori della vita notturna e gruppi di residenti. L’obiettivo è quello di creare una comprensione reciproca tra questi soggetti i cui interessi spesso rischiano di essere contrastanti».