100 su 1.000 ce la faranno. Quelli che si prenderanno responsabilità
Andare nella casa del libro, tra decine di scrittori stimati in tutto il mondo e autori di volumi straordinari, è di certo un onore. Andarci con un libro nato digitale è un segno tangibile del cambiamento che si è compiuto.
Molti, infatti, immaginano che la nostra società, il nostro mondo, forse cambieranno. O forse no. E non si rendono conto che, invece, è già cambiato tutto. È quello che racconto in Viaggio nel futuro, diario fotografico dal mondo dell’innovazione, il photobook che ho pubblicato poche settimane fa e che in tantissimi state scaricando ogni giorno, gratuitamente. Sono stato ospite al Salone del Libro per presentarlo e per raccontare dove ci porterà l’innovazione, tecnologica e non solo, che dalla Silicon Valley, la terra che il libro racconta, pervade ogni angolo del pianeta.
Nello stand di Agi, Agenzia Giornalistica Italia, Sergio Luciano mi ha stimolato a raccontare e a spiegare, mi ha portato a ragionare su ciò che ho visto e appreso e a sottolineare quanto sia importante farsi domande, piuttosto che cercare le risposte, considerato che le tecnologie esponenziali fanno sì che ciò che accadrà nel lungo periodo sia difficilmente prevedibile. Ero emozionato e onorato, lo sono ancora mentre scrivo di questo evento, che provo a riassumere mettendo in fila le parole chiave dell’innovazione che stiamo vivendo.
Etica. Ritengo che in un momento di evoluzione rapida, tenere questa barra dritta sia imprescindibile, e mi sono trovato a disquisire del mio settore, quello bancario, perché sarà stravolto più di molti altri. Lo dico con grande chiarezza: il sistema bancario ha tradito la promessa del suo mandato iniziale e cioè quella di custodire i beni e di servire le persone; la tecnologia applicata democratizzerà il settore, la trasparenza lo renderà più etico, dal Millennials Disruption
Generazioni. L’innovazione non è un’esclusiva dei Millennials, tocca tutti noi: la nostra generazione, quella dei quarantenni, ha un piede nel passato e uno nel futuro, i MIllennials sono nativi digitali e mostrano processi neurologici differenti, ma sono i Google Kids, i nati dopo il 2005, quelli che più guideranno il cambiamento.
Energia. La produzione in sé non è più un problema, le fonti naturali sono molteplici. Il vero tema ora è la conservazione e lo stoccaggio. Tesla per esempio ha creato auto ecologiche, non puntando però sull’auto in sé ma sulle batterie che sono diventate il suo core business. Alimentazione, educazione ed energia sono i tre filoni principali su cui si sta puntando l’attenzione in SiliconValley.
Umiltà. Significa saper riconoscere qual è la propria posizione e rappresenta la vera difficoltà di oggi perché stanno venendo a mancare tutti i riferimenti sui quali abbiamo fondato la nostra società per secoli. Ciò che stiamo vivendo, infatti, non è un’epoca di cambiamenti, ma un vero e proprio cambiamento epocale. Oggi, grazie a un clic, siamo potenzialmente in contatto con 7 miliardi di persone e a un’infinità di informazioni (che poi non è sinonimo di libertà perché c’è un eccesso e un’abbondanza che fanno di quella informativa una finta democrazia) e ovviamente ci vuole un tempo per abituarsi a tutto ciò.
Tecnologia. Sostengo che questo sia il momento migliore per essere vivi perché stiamo creando un mondo in cui chiunque, o comunque molte più persone di quanto si possa immaginare, potrà essere parte attiva del cambiamento. Grazie alle tecnologie questi “chiunque” potranno migliorare la qualità della vita sul pianeta. Mai come oggi abbiamo avuto tecnologie, conoscenze e investimenti accessibili a tutti. È finita l’epoca dell’1 su 1.000 ce la fa, non sto dicendo che tutti ce la faranno ma adesso 100 su 1.000 ce la possono fare.
Intelligenza. Le istituzioni stanno sottovalutando la portata del cambiamento che ci sta arrivando addosso, e anche se come cittadino non ho buone sensazioni, rimango molto ottimista perché credo nella responsabilità civile come esempio applicato di Swarm Intelligenc
Sono parole strane, quelle che ho raccontato, se le connettiamo all’innovazione. Sono strane perché presuppongono comunanza di ideali, agire insieme, valori chiari. È per questo che, per me, sono le vere parole dell’innovazione, perché il processo a cui stiamo partecipando è quello di un cambiamento vero, stiamo costruendo un mondo nuovo. Siamo cioè in un momento di con-fusione, di un gran rimescolamento dei fattori della vita, si deve essere tutti un po’ alchimisti e fondere insieme gli elementi nuovi con quelli vecchi. Si deve essere vivi e protagonisti di ciò che ci accade. Lo racconto nel libro – che vuole essere da stimolo per chi ha la necessità intima di cambiare e per chi ancora non ha capito perché dovrebbe partecipare a questo grande processo collaborativo – e lo lancio come invito a chi mi sta leggendo qui e seguendo in quello che non è un semplice viaggio nel futuro, ma è un vero percorso di “iniezione”: il combustibile di domani siamo noi, i nostri cervelli e cuori, l’insieme dei valori in cui crediamo, la rete di persone che connettiamo. Se avete voglia di viaggiare nel futuro, mettetevi a guidare, non c’è posto per semplici passeggeri.
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