SGUARDI – DINAMICHE DEL VOLTO
Date dell'evento
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11/12/2019 • 18:00
Trento
Dettagli
L’Arte, simbolo di connessione e cultura tra gli esseri umani di ogni tempo, di ponte tra passato, presente e futuro è il motto di “Centodieci è Arte”, il ciclo di incontri sul territorio nati per diffondere la cultura dell’arte in tutte le sue espressioni.
La mostra propone una selezione di opere dei più importanti artisti contemporanei intorno al tema del ritratto.
Dall’ironia degli scatti di Gianni Berengo Gardin e Piergiorgio Branzi, ai miti dello spettacolo immortalati nelle fotografie di Federico Garolla ed Elliott Erwitt, alle interpretazioni più contemporanee e misteriose del tema nelle coloratissime opere di Bill Armstrong e Janet Sternburg, la mostra propone inoltre alcuni scatti di Sebastião Salgado, oltre a Martin Schoeller, quest’ultimo noto per i suoi a volte impietosi “close up”.
Il titolo della mostra è preso a prestito da un interessante saggio sull’argomento dello scrittore Paolo Donini, che si sofferma sull’etimologia della parola volto: “Viso deriva da visum, participio passato del verbo videre, e sta per cosa vista, immagine, visione apparizione. L’etimo è illuminante: visum è nella sua radice ciò che è visto; l’immagine. Il pittore nel dipingere il viso, dipinge il visum. Egli dichiara in arte ciò che è visto e l’immagine-volto diviene la sua dichiarazione di poetica. (…)
Volto deriva dal latino voltum, con una corrispondenza che alcuni studiosi allegano al gotico *uel che è vedere. (…) il volto si radica nel visum: in ciò che è visto, nel suo atto – il vedere – e nel suo oggetto – l’immagine. Vale a dire nel luogo e nell’atto specifici dell’arte visiva. Un’ultima ricognizione lessicale rimanda poi a volto come participio passato del verbo volgere.
Volto sta per rivolto, girato. In questa accezione, la pittura del volto è l’arte di ciò che è rivolto, girato, voltato. Legando infine le accezioni delle parole viso e volto nel loro disvelamento etimologico complessivo, ecco che la pittura di viso e di volto diverrà la pittura di ciò che è in vista e, ad un tempo, girato: la pittura del mistero di portare alla vista ciò che è voltato.(…)
Ancora il volto si radica nel visum: in ciò che è visto, nel suo atto – il vedere – e nel suo oggetto - l’immagine. Vale a dire nel luogo e nell’atto specifici dell’arte visiva”.
Il ritratto inteso dunque come chiave di lettura delle specificità di un artista, pittore o fotografo, come forma espressiva del sé attraverso il volto dell’altro.
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