Vuoi lavorare con passione e reinventarti la carriera? Ora puoi farlo. Tim Clark ci racconta il metodo Business Model You
«Portare innovazione in azienda con un foglio di carta, un pennarello e dei Post-It». Troppo semplice? Tim Clark, professionista del mondo della formazione e firma di Business Model You: il metodo in una pagina per reinventare la propria carriera (Hoepli), lo spiega con una sintesi ancora più efficace: «Guarda a te stesso come a un’impresa fatta di una sola persona».
Parte da questi brevi comandamenti e da un’intervista di Centodieci all’autore la scoperta di un metodo che ha un’ambizione precisa e chiara: modificare il proprio business model per dare più competitività al percorso professionale o all’azienda in cui lavoriamo.
Stiamo parlando del personal branding? No, quello che propone Tim Clark è qualcosa che va oltre, un’autoanalisi, una presa di coscienza, che inizia da alcune riflessioni sulla nostra identità di imprenditori o dipendenti che ogni giorno si confrontano con il mercato del lavoro, periodi di recessione, mutamenti demografici e concorrenza globale. Valutazioni che spesso, per necessità, portano a una revisione del modello di business, ovvero a quella logica che permette a un’azienda di sostenersi dal lato finanziario e che per sua natura deve essere riadattabile ai cambiamenti.
Perché tutti, intimamente e come singoli individui, siamo anche delle piccole realtà imprenditoriali. Da qui l’idea di Business Model You, come ci spiega Clark: « Molte persone affrontano il lavoro con fatica perché non comprendono il modello di business della loro azienda, né tanto meno capiscono il proprio, per non parlare di come i due sono interconnessi. Ecco perché un modello di business personale, per esempio, va considerato come la logica con cui un individuo crea e fornisce valore per i clienti».
non comprendono
il modello di business della loro azienda, né capiscono il proprio, per non parlare di come i due sono interconnessi»
Il metodo di Tim Clark eredita la stessa struttura e semplicità del Business Model Canvas di Alexander Osterwalder, il noto strumento di strategia che attraverso il linguaggio visuale mette in relazione variabili come la struttura dei costi, il flusso dei ricavi, i partner e la proposta di valore. Ma ne sostituisce i concetti con funzionalità e quesiti personali: come ti rendi utile? Come ti fai conoscere? Che cosa dai e che risultati ottieni?
Tutte domande semplici, quasi scontate forse, che però nessuno si fa quasi mai e, anche quando si arriva a porsele, non si analizzano poi nel loro complesso. Ecco perché il metodo di Clark prevede di dover compilare un semplice diagramma grafico, in cui si inseriscono tutte le risposte, per avere un quadro d’insieme del proprio posizionamento attuale e capire gli aspetti in cui è possibile migliorarsi. Oppure per comprendere se sia il caso di cambiare obiettivi e dirottare le potenzialità su un altro lavoro o un altro business.
Ecco perché questo metodo è più fondamentale che utile. Perché dietro a questi punti interrogativi si nasconde la direzione da dare alle nostre aspirazioni personali, con molti interventi e analisi di professionisti che hanno avuto la capacità di reinventarsi: il consulente di marketing, il fiscalista, il pubblicitario, l’insegnante… e lo stesso Tim Clark, che anni fa capì che cosa lo stava spingendo a intraprendere la carriera di trainer fuori dall’Università: «Pain and gain, dolori e guadagni. Il dolore stava nel dover fare ricerca accademica, che trovavo poco attraente. Il guadagno nel poter aiutare le persone nel mondo del lavoro, tutte quelle che incontravo alle lezioni e fuori dalle aule».
Il metodo Personal Business Model Canvas rappresentato su una pagina e la preview del libro sono scaricabili dal portale italiano dedicato personalbusinessmodelcanvas.it.