Vivere intenzionalmente: cosa vuol dire e come trovare il tempo per farlo
Quando diciamo “non ho tempo” per qualcosa di importante, ci prendiamo in giro: evidentemente, quella cosa non è così importante da farci trovare tempo per essa. Il problema è che la società in cui viviamo è programmata per distrarci e riempire ogni minuto della nostra giornata. Non abbiamo più tempo per annoiarci, riposarci o anche solo pensare ai fatti nostri. In ogni momento siamo oggetto di notifiche e annunci studiati per crearci bisogni e desideri fittizi. Se ci lasciamo distrarre, finiamo con il reagire a questi anziché sviluppare il nostro progetto di vita.
Il nemico siamo noi
Il nostro cervello è pigro, preferisce le abitudini al cambiamento e sceglie sempre la cosa più facile, come nota Leo Babauta in Essential Zen Habits. E così il 45% delle nostre azioni sono abitudinarie (studio Duke University). È su questo che si basa il marketing. Tutti abbiamo capito come manipolarci a vicenda. Compresi i nostri amici di Facebook, i cui messaggi ci sono mostrati da un algoritmo scritto per imprigionarci nel network. Smettere di reagire a input fittizi e cominciare ad agire secondo i nostri pensieri significa vivere intenzionalmente. E implica riconoscere che quello per cui non abbiamo tempo non è importante.
Perché non abbiamo mai tempo
Diciamo “non ho tempo” a parziale giustificazione della nostra ignavia, ma la verità è che il tempo è uguale per tutti e ognuno di noi se lo spende come meglio crede, trincerandosi dietro i devo quando non siamo in grado di scegliere i voglio, come sottolinea il libro di Elle Luna The crossroads of should and must. Quei devo che la società del consumo semina nella nostra mente generano in noi un’insoddisfazione cronica. Nel tentativo di risolverla, ci dimentichiamo di vivere.
Per riprendere il controllo della nostra vita dobbiamo ascoltarla
Il punto di partenza per invertire la rotta è cominciare ad ascoltare la nostra vita. Nel suo discorso ad Harvard, Steve Jobs ha decritto quest’azione come l’atto di collegare fra di loro i singoli episodi della nostra vita che sembravano distruggere qualcosa e invece erano colpi di scena. Ascoltare la vita è il primo passo per vivere intenzionalmente, coscienti che non sarà da domani, ma che se cominciamo oggi moriremo almeno senza il rimpianto di non averci provato. È attraverso il semplice ascolto che riusciamo a fare chiarezza su chi siamo davvero, quali sono i nostri valori e cosa siamo stati chiamati a fare. Così poi non ci resta che farlo.
Oggi per vivere ci serve un piano
Trasformare quello che la vita ci dice in un piano d’azione richiede disciplina e confidenza: sono questi gli elementi chiave per allineare le nostre azioni con i nostri valori, sottolinea Shawn Blanc nel Focus Course. Il piano d’azione è uno strumento che cambia nel tempo ed evolve con noi. Michael Hyatt in Living Forward lo definisce una bussola per non perderci nella vita. Esso è centrato sulla costante proiezione del nostro funerale all’interno del nostro cervello. Dalla regia siamo noi a decidere chi c’è, perché ci piange e cosa gli abbiamo lasciato. Per difenderci dalla pigrizia del nostro cervello abbiamo a nostra disposizione le abitudini. L’abitudine a dire sempre di no, per esempio, ci aiuta a trovare il tempo per dire di sì alle cose davvero importanti. Per fargli fare quello che vogliamo, il nostro cervello dobbiamo metterlo davanti a scelte facili e abitudini consolidate.
Conclusioni
Alla fine è solo una questione di tempo? No, anzi. È una questione di volontà, e per nostra fortuna la volontà è un muscolo che si allena con le abitudini e migliora con l’uso. È così facile che basta volerlo, ma siamo così distratti che non gli dedichiamo tempo.