Viaggio nella terra dei nuovi eroi
Da quando nel settembre dell’anno scorso è uscito il mio libro, Il tempo dei nuovi eroi (Mondadori), ho girato l’Italia per parlare della rivoluzione che secondo è essenziale mettere in atto per cambiare percezione del mondo. Dobbiamo fare parte del cambiamento e questo cambiamento va diffuso, condiviso, regalato agli altri (questa la base di quella che chiamo economia 0.0). Sono passato per molti luoghi, ho incontrato tantissime persone, ho raccolto suggerimenti e domande, ma poche volte mi è capitato di essere emozionato come nel caso del mini-tour con cui ho visitato tante persone in Sicilia.
Quando è balenata l’ipotesi di parlare del tempo dei nuovi eroi in questa meravigliosa isola mi è venuta quasi una folgorazione: perché non averci pensato prima? La Sicilia è di per sé una terra eroica: affonda la sua solare bellezza nella classicità, nei miti greco-romani; ha dimostrato nei secoli una capacità resiliente di sopportare gli urti delle invasioni e di farsi ricca della multiculturalità che l’ha attraversata; e nella storia recente, spesso preda di cancri criminali che sembrano impossibili da sradicare del tutto, è stata culla di personaggi che noi tutti consideriamo eroi nazionali.
Ma solo pensando alle leggende antiche, capiamo già quando il territorio siciliano sia ammantato di un misticismo eroico: Ulisse qui vi sconfisse Polifemo, che dimorava ai piedi dell’Etna (secondo altre versioni nelle Egadi), e sfidò indenne il passaggio dello Stretto di Messina, popolato dai mostri Scilla e Cariddi; oppure l’intrepido re Cocalo ospitò Dedalo dopo la fuga dal labirinto del Minotauro, facendosi costruire l’inespugnabile fortezza di Camico. E, ancora, in tempi recenti, c’è la storia di Colapesce, giovane dall’abilità di stare a lungo sott’acqua; sfidato da Federico II di Svevia, notò che l’isola era sorretta in profondità da dei pilastri, di cui uno stava per cedere, quindi rimase sommerso a sorreggerla al suo posto.
Storie di suggestiva fantasia, certamente, ma la Sicilia rimane proprio per questo la terra perfetta di parlare di eroi, ma eroi come li intendo io: gli eroi che condividono il sogno e l’ideale di un futuro basato sulla sostenibilità, sulla conoscenza di sé, sull’apertura al dialogo e alla crescita partecipata. In un momento in cui mancano riferimenti politici, religiosi e culturali, l’uomo ritrova in sé stesso le armi che l’hanno forgiato fin dagli albori: il coraggio, la concretezza, la gentilezza e la voglia di superare i propri limiti.
Uno dei più grandi pregiudizi che mi trovo ad affrontare quando parlo di “nuovi eroi” è proprio la concezione che questi siano persone straordinarie, eccezionali, che nascono una volta ogni secolo su questa nostra Terra. Un po’ è vero, ma il cambiamento e la suggestione che vorrei instillare nei miei interlocutori è proprio lo sradicamento di questo concetto: non aspettare che siano gli altri a rivelarsi eroici, sii tu stesso il fautore della tua straordinarietà.
Le persone hanno partecipato con entusiasmo, alla ricerca di una dimensione personale più aperta alla spiritualità e alla consapevolezza, rifacendosi probabilmente a quella stessa frase che mi ha letteralmente folgorato: “Per te c’è un piano molto più grande di quello che tu hai fatto per te stesso“. Questa è una verità universale, che vale per ognuno di noi, da qualsiasi punto partiamo, qualsiasi siano le nostre origini, il nostro background, il nostro ambiente sociale e culturale. Tutti possiamo divenire nuovi eroi perché quello che conta è la determinazione a fare propri i valori della condivisione e del cambiamento.
Come dico sempre, “non c’è racconto che non meriti un eroe, non c’è vita che non possa essere eroica”. Sono sicuro che questa frase è ancora più vera in un luogo come la Sicilia, patria piena di storia, di cultura, di natura e di grandi uomini e donne pronti a un’evoluzione per molti considerata impossibile. Perché proprio dove c’è un limite bisogna trovare la forza di superarlo.