Tre budget per rendere la nostra vita più ricca e appagante
Siamo più ricchi che mai. Viviamo più a lungo, possediamo più proprietà e godiamo di maggiori lussi. Allora perché non siamo anche più felici? È da questa considerazione che il filosofo Alain De Botton è partito per scrivere il suo libro Status Anxiety, da cui è stato poi realizzato anche un documentario.
Il libro è incentrato sullo studio di una particolare forma di ansia universale, che l’autore chiama “ansia di stato”, causata da ciò che gli altri pensano di noi – se ci giudicano vincenti o perdenti – e da come ci sentiamo un successo, o un fallimento.
La preoccupazione per il nostro status sociale ci tiene svegli la notte a chiederci se se abbiamo fatto bene, se abbiamo l’auto, i vestiti, la casa giusta. Ma De Botton sfida la credenza che “siamo ciò che possediamo” e prova a dare una nuova visione della felicità, che non può essere definita da dove viviamo o da quanti soldi abbiamo. Il denaro in fondo non è altro che un’opinione, infatti ci percepiamo come poveri o ricchi a seconda dell’educazione che abbiamo ricevuto. La vera ricchezza, invece, deriva dalla rappresentazione di noi: se non siamo quello che siamo veramente, e non viviamo la vita che desideriamo, ci sentiamo poveri.
Molto spesso ci impediamo di fare delle cose che ci rendono felici perché non ci sentiamo abbastanza ricchi. Ma il denaro non deve essere il nostro alibi per non fare dei cambiamenti. Un esercizio molto semplice e pratico di coaching per svelare come mettiamo in atto certi meccanismi di rinuncia, è quello di scrivere nero su bianco una lista di cose che ci siamo negati negli ultimi mesi o anni, pensando di non avere abbastanza denaro per permettercele. Molto spesso (anzi, quasi sempre) ci si rende conto che alcune cose di cui ci siamo deliberatamente privati in realtà ce le potevamo permettere. Altre invece magari sono davvero al di sopra delle nostre possibilità, ma scrivendole è probabile che realizzeremo che in fondo non ci interessano più di tanto, altrimenti avremmo trovato il modo di ottenerle.
Questo atteggiamento – impedirci di avere o fare qualcosa che invece potremmo permetterci – è molto pericoloso perché in qualche modo blocca il manifestarsi della ricchezza nella nostra vita. Nella convinzione di essere poveri ci impediamo di essere ricchi. Un paradosso. E come possiamo fare per liberarci di certe convinzioni negative e bloccanti?
Prima di tutto è importante dare una nostra definizione di ricchezza. Completiamo le seguenti affermazioni: «io mi sentirò ricco quando nel mio conto corrente ci saranno…, quando guadagnerò…, quando il mio stile di vita comprenderà…». Questo esercizio ci permetterà di iniziare a ragionare su obiettivi ben definiti e non su una definizione generica e astratta di cosa vuole dire per noi star bene.
Dopo averlo fatto è necessario passare alla fase di pianificazione, facendo non uno ma tre budget. Il primo (basic) deve aiutarci a capire quanti soldi abbiamo bisogno per fare una vita che ci soddisfi (e non solo che ci consenta di sopravvivere). Il secondo e il terzo sono invece degli upgrade, e definiscono rispettivamente i soldi che ci servono per stare un po’ meglio rispetto al basic, e quelli che ci permetterebbero di fare una vita lussuosa, sempre secondo i nostri personali parametri. Questo esercizio serve per farci capire che spesso possiamo permetterci quello che desideriamo!
È necessario scegliere, capendo quali sono le nostre reali necessità, e per farlo dobbiamo tagliare i ponti con il passato. Infatti i nostri pensieri limitanti sul denaro derivano per l’85/90% da chi ci ha cresciuti. I nostri genitori, parenti, magari anche gli amici di cui ci siamo circondati, hanno una propria visione del denaro, che in qualche modo ci ha condizionati. Pensare alle affermazioni sulla ricchezza che abbiamo sentito più spesso: di che tipo sono? Come ci fanno sentire? In base alle mappe mentali del nostro passato mettiamo in atto dei meccanismi autosabotanti che ci impediscono di sentirci ricchi. Semplicemente perché assimiliamo il pensiero di altri come se fosse la verità assoluta, quando invece dovremmo renderci conto che siamo persone con esigenze differenti, e che viviamo in un mondo completamente diverso da quello dei nostri genitori. E che per questi motivi non possiamo fare nostre le loro convinzioni, perché con noi sono destinate a non funzionare.
L’ultimo passaggio richiede un altro sforzo e un po’ di creatività. Prima di tutto sbarazziamoci di ciò che non ci serve e facciamo pulizia nella nostra vita per fare spazio al nuovo e alla ricchezza che vogliamo attrarre. Liberiamoci di cose, persone e anche emozioni che non ci servono più. E tra le cose inseriamo anche la tecnologia, intesa come mail, chat, file, che stanno lì nel nostro pc ma che non servono a nulla se non a ingolfarci, non solo il computer ma anche la testa. E poi pensiamo alle cose che ci sono nella nostra vita e che possiamo rendere migliori senza per forza impoverirci dal punto di vista economico. Scopriremo che potremo portare ricchezza nella nostra vita senza necessariamente portarla anche nel nostro conto in banca.
L’importante è essere onesti e chiari con i propri desideri e necessità, e darsi da fare per soddisfarli.