5 buone ragioni per le quali condividere il proprio trauma
Nella vita a ciascuno di noi possono accadere eventi e situazioni di ogni tipo che siamo chiamati ad affrontare e superare. Esiste sicuramente una componente oggettiva legata alla loro maggiore o minore difficoltà concreta, ma un ruolo importante a questo proposito può determinarlo proprio la nostra percezione di essi. Per alcuni di noi può essere assai difficile, ad esempio, affrontare separazioni anche solo brevi e momentanee, mentre altre persone possono riuscire ad accettare e superare dolori molto intensi legati a uscite definitive e magari improvvise di persone care dalla propria esistenza, con tutte le difficoltà anche concreto che questo comporta.
Non esistono modi migliori in assoluto per affrontare e vivere le situazioni, ciascuno ha il proprio che, in ogni caso, almeno in parte si può modificare per adattarsi meglio alla realtà in costante mutamento ed evoluzione.
Cos’è un trauma
In senso etimologico la parola indica una ferita o lesione del corpo. A questo proposito inizialmente il termine è stato utilizzato soprattutto in chiave medica, tant’è che il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders V lo definisce come un fattore traumatico estremo che implica l’esperienza personale diretta di un evento che causa o può comportare morte o lesioni gravi, o altre minacce all’integrità fisica, o la presenza ad un evento che comporta morte, lesioni o altre minacce all’integrità fisica di un’altra persona, o il venire a conoscenza della morte violenta o inaspettata, di grave danno o minaccia di morte o lesioni sopportate da un membro della famiglia o da altra persona con cui è in stretta relazione. Definizioni più ampie e appropriate sembrano capaci di ricomprendere la quota psicologica e soggettiva di ciascuno di noi in cui gli aspetti corporeo e psicologico sono interconnessi e capaci di influenzarsi vicendevolmente. In questa accezione, pertanto, il trauma psicologico può definire più propriamente come un evento che, per le sue caratteristiche, risulta non integrabile nel sistema psichico pregresso della persona, minacciando di frammentare la coesione mentale.
I rischi di un trauma
Se una situazione che viene percepita come traumatica non viene adeguatamente elaborata e superata può cronicizzarsi e dare luogo a un vero e proprio disturbo chiamato Sindrome Post Traumatica da Stress con sintomi anche molto severi e insistenti capaci di compromettere il buon funzionamento della vita quotidiana, familiare, relazionale, affettiva, scolastica, professionale. Incubi, ricordi insistenti dell’esperienza, rimuginazioni, attacchi di rabbia, senso di impotenza, stress, vissuti depressivi, ansia, angoscia, senso di colpa, vergogna, paura, evitamento di luoghi, situazioni, persone, negazione possono essere alcuni dei sintomi più ricorrenti. Che si tratti di piccoli o grandi traumi, in ogni caso, è possibile trovare sollievo da queste condizioni e, nella migliore delle ipotesi, ritrovare il proprio equilibrio e serenità. È importante, in ogni caso, cercare di intervenire il prima possibile. Parlare e condividere i propri vissuti traumatici rappresenta uno strumento assai utile per poter stare meglio.
5 Ragioni per condividere il proprio trauma
Parlare, condividere, ascoltare a propria volta persone che hanno esperito situazioni ed emozioni traumatiche può essere di grande aiuto per ritrovare il proprio benessere interiore. Queste alcune delle motivazioni per cui farlo.
Sentirsi sostenuti Esistono numerosi programmi di terapia che comportano la condivisione in gruppo delle proprie esperienze, dei pensieri e delle emozioni sperimentate. Vivere una esperienza che si può definire traumatica rappresenta una evenienza tutt’altro che rara. Una ricerca ha messo in luce, ad esempio, che il 61% degli uomini e il 51% delle donne americane ha sperimentato almeno una situazione traumatica nella sua vita. I traumi possono essere di diversa entità e durata per ciascuno di noi. A prescindere da ciò, è qualcosa di molto più familiare che, chi più, chi meno, ci accomuna un po’ tutti. È una dimensione assai intima e privata per questo tendiamo a non rivelarlo pubblicamente e in base a ciò sottostimiamo l’incidenza di tali episodi. Condividere in gruppo i propri vissuti e le proprie esperienze permette di offrire e ricevere ascolto, comprensione, accettazione, empatia e fa sentire meno soli con i propri dolori.
Dare un senso a quanto accaduto Condividere, riflettere, analizzare le proprie esperienze consente di trovare un senso in essi, una lezione di vita, un valore esistenziale, una chiave di interpretazione a volte anche dell’intera esistenza. Parlare, condividere permettere di dare voce a qualcosa di apparentemente inspiegabile. Tradurre in parole l’inimmaginabile, l’indicibile aiuta a trovare un posto nella propria vita a qualcosa che può essere difficile integrare e attribuire ad esso un valore. Dare voce a quello che si ha dentro può avere un profondo valore terapeutico, ancora più se con persone capaci di comprendere appieno quello che si condivide.
Comprendere che si è molto di più del proprio trauma Un evento traumatico, spesso, finisce con il rappresentare un giro di boa della propria esistenza, con un prima e dopo l’accadimento. La vita può cambiare anche ampiamente da prima a dopo. La stessa definizione di se stessi, la propria identità vengono ridefiniti in base all’evento. Secondo una ricerca della University of North Carolina at Charlotte pare che la centralità di un trauma nella propria esistenza può essere sia un buon segno, sia cattivo. È negativo in quanto tende a sopraffare la propria identità, occupando ampia parte del proprio essere e la definizione di se stessi. E’ positivo se si riesce a integrare il trauma all’interno del proprio percorso esistenziale. In questo modo esso diventa parte di quello che siamo e contribuisce a renderci ciò che siamo divenuti. In questo senso esso può rappresentare più una vittoria che non una sconfitta.