I 5 Piccoli Doni di cui fare tesoro secondo Ermal Meta
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Ho conosciuto Ermal Meta da poco, è stato l’ospite della prima puntata della terza stagione della mia trasmissione “Il Tempo dei Nuovi Eroi” in onda su Radio Italia. È stato un incontro illuminante da cui è nato un racconto della “persona” prima ancora che del “personaggio” pubblico. Di questa chiacchierata mi restano alcuni spunti di riflessione, cinque “piccoli doni” che voglio condividere qui, con voi.
La chiamata
L’avventura di Ermal è iniziata a 5 anni quando per la prima volta vide un pianoforte in una sala d’incisione per orchestra. Era seduto sullo sgabello, alla sua sinistra c’era un pianoforte bellissimo. Ha iniziato a pungolare i tasti fintanto che il fonico non ha fermato la registrazione in corso, perché c’era un suono che non ci sarebbe dovuto essere. Ecco, la sua chiamata è avvenuta in quel momento. Ha guardato la musica in faccia quel giorno.
Il metodo
Il metodo per Ermal non è semplicemente qualcosa da applicare nel fare le cose, il metodo è qualcosa che fa parte di noi stessi, noi siamo il metodo. Ognuno di noi ha un metodo nel vivere, nel fare il proprio lavoro, a volte anche nel relazionarsi con il mondo circostante, ma quando stringiamo il campo e arriviamo alla dimensione professionale, musicale nel suo caso, serve un grande metodo per lasciare che la creatività fluisca.
La volontà
La volontà è l’elemento che fa sempre la differenza. Ermal pensa che per quanto talento si possa avere in qualsiasi campo, se non gli si dà una forma attraverso la volontà, resta frustrazione.
Il tempismo
Il tempismo è molto importante. Per Ermal il tempismo avviene quando mettiamo insieme tutte le energie e le concentriamo in un unico punto, un piccolo big bang con al centro ognuno di noi, una massa infinitamente piccola ma così piena che a un certo punto esplode.
L’assunzione di responsabilità
Ermal non crede che esista musica responsabile e musica irresponsabile. Per lui esiste il modo in cui ogni artista, che sia musicista o pittore o scultore, vive il momento creativo. Molto spesso quello che reputiamo superficialmente atto irresponsabile può semplicemente essere una provocazione. Però quando si comunica con tante persone e tra le tante persone ci sono anche un sacco di giovani, la propria responsabilità bisogna assumersela per forza.
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