Soffri di Sindrome dell'Impostore? 4 consigli per «smascherarla»
Della Sindrome dell’Impostore soffrono di più le donne o gli uomini? Fino a qualche tempo fa si pensare che il pensiero di “essere un bluff” fosse più radicato nel gentil sesso, ma in realtà molti studi confermano il contrario. Probabilmente quello che è vero è che uomini e donne ne soffrono, ma ne parlano in modo diverso e affrontano la cosa secondo schemi di pensiero differenti.
Intanto la Sindrome dell’Impostore ha una radice comune a maschi e femmine, perché si origina nell’infanzia. Quando guardiamo i nostri genitori e non riusciamo a capacitarci del fatto che un giorno sono stati esattamente come noi. Vediamo nostro padre e nostra madre fare cose che noi non sappiamo e possiamo fare, e pensiamo che questo gap non si colmerà mai. Come spiega il filosofo Alain De Botton, una delle prime cose di cui ci rendiamo conto, è che le altre persone, e in particolare quelle che amiamo di più e ammiriamo, non sono per niente come noi. In età adulta questa convinzione si trasforma in qualche modo, e può radicarsi ancora di più. Consideriamo le persone intorno a noi capaci di ottenere successo, mentre non facciamo lo stesso con noi stessi. Ci sentiamo impostori, non perché siamo imperfetti, ma perché non riusciamo a pensare che gli altri siano altrettanto imperfetti, al di sotto della splendida facciata che vediamo o che ci mostrano. Il problema è che noi ci conosciamo dall’interno, ma conosciamo gli altri solo dall’esterno. Quindi siamo consapevoli delle nostre ansie, dei nostri dubbi e delle nostre stupide convinzioni, ma degli altri conosciamo solo quello che ci mostrano e quello che ci dicono. E questo succede sia alle donne che agli uomini.
Negli Anni ‘70 alcuni studi hanno notato la preponderanza di donne di successo che si sentivano impostori: pensavano cioè che ciò che avevano ottenuto nella vita e soprattutto nel lavoro fosse frutto di un imbroglio, e avevano paura di essere scoperte. Da allora le ricerche sulla Sindrome dell’Impostore si sono moltiplicate, fino ai giorni nostri. Quando una recente ricerca condotta da un team di scienziati statunitensi e tedeschi ha dimostrato che sotto pressione gli uomini soffrono più delle donne di questa sindrome. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che dagli uomini ci si aspetta maggiore competenza, ma in ogni caso i risultati dello studio hanno mostrato come il manifestarsi di questa sindrome renda i maschi più ansiosi e meno efficaci. La ricerca è stata condotta attraverso dei test somministrati a studenti e studentesse di Università del Nord Est degli Stati Uniti. Dapprima è stato chiesto loro di rispondere a 5 domande e poi sono stati forniti falsi feedback in merito alle prestazioni ottenute. Gli studenti maschi, una volta scoperto di aver risposto in maniera errata a tutte le domande del test, hanno reagito con maggiore ansia, e nei test successivi hanno dimostrato prestazioni inferiori. Mentre le studentesse hanno aumentato i loro sforzi, ottenendo prestazioni superiori.
Secondo gli studiosi l’aumento di ansia e la riduzione dello sforzo da parte dei maschi potrebbero essere interpretati come conseguenze della loro paura di essere “scoperti”. E la differente reazione tra donne e uomini sarebbe determinata dal sentire o meno di stare violando una qualche “norma di genere”, e cioè quella secondo cui dagli uomini ci si aspetta comunque di più. Si tratta comunque di una ricerca esplorativa, che però fornisce qualche informazione in più sulla Sindrome dell’Impostore e su come affrontarla.
Anche l’età non è un fattore determinante per questa sindrome. Anzi, sembra che i giovani ne siano ancora più colpiti degli adulti. Secondo uno studio condotto da un’agenzia per il lavoro di Londra, 12 milioni di Millennial (maschi e femmine in ugual misura) hanno dichiarato di soffrire di inadeguatezza. Il 52% degli intervistati dice di avere paura di essere scoperto come incapace, e poco meno dei due terzi sente che una bassa autostima e la poca fiducia in sé ha determinato in qualche maniera degli effetti negativi sulla propria carriera. I Millennial sono la prima generazione cresciuta con i social media. Quindi se le generazioni precedenti hanno iniziato a confrontarsi da bambini con i propri genitori e hanno sviluppato il seme della Sindrome dell’Impostore, per i Millennial la situazione sembra ancora più complicata. Perché oltre che con i genitori, il confronto fin da bambini è stato con tutti gli altri, attraverso Facebook e gli altri social media, che hanno permesso loro di assistere ai successi degli altri, sentendosi sempre un passo indietro.
Per tutti, uomini e donne, Millennial oppure no, la formula per superare la Sindrome dell’Impostore è quella suggerita da De Botton. E cioè imparare a non cadere nella trappola del confronto con gli altri, che si basa su parametri che non sono uguali a quelli che applichiamo a noi stessi. Perché quando si tratta di noi riusciamo solo a vedere le imperfezioni, mentre il giudizio verso gli altri è sempre più edulcorato e dato sulla base di impressioni che spesso non rappresentano la realtà dei fatti.
Pensi di essere affetto anche tu dalla sindrome dell’impostore? Ecco qualche consiglio pratico per superare questa “trappola della mente”. Pensare di essere inadeguati è infatti uno schema di pensiero negativo che il nostro cervello mette in atto con lo scopo meritevole di evitarci la sofferenza, ma con il risultato – spesso – di creare delle convinzioni limitanti che non ci permettono di esprimere il nostro potenziale.
- Scrivi i tuoi pensieri limitanti
Quando ti senti inadeguato o provi vergogna, scrivilo su un quaderno.
Fai un elenco di tutti i modi in cui questa trappola si manifesta. Quali sono le situazioni in cui ti senti insicuro? Quando hai paura di essere rifiutato? Quando di essere smarcherato? Analizzare le circostanze in cui ti senti in questo modo possono aiutarti a essere più consapevole e a capire come fare per trovare una soluzione. Non fuggire, ma guarda negli occhi il tuo senso di inadeguatezza, perché solo così potrai sconfiggerlo. - Fai un elenco dei tuoi pregi e dei tuoi difetti
Ora pensa a cinque persone che ammiri e che secondo te sono fantastiche.
Anche per loro fai un elenco dei pregi e dei difetti. Ora confronta questi elenchi con quelli che hai fatto per te. Che cosa noti? Probabilmente ti accorgerai che sei molto più indulgente con le persone che ammiri, e che a volte i loro pregi sono quelli che tu consideri dei difetti per te stesso. - Scrivi delle formule “anti-trappola”
Una volta che hai identificato le trappole della mente in cui cadi più spesso, prova a scrivere delle frasi che invece ti fanno ritrovare la fiducia in te. Puoi tenerle nel portafogli o comunque a portata di mano, e leggerle ogni volta che ne hai bisogno. A volte basta un breve promemoria per ricordarti quanto vali. - Pensa alla fortuna come a una parte dell’equazione
Quando soffri della sindrome dell’impostore è facile pensare che tutto quello che di bello ti succede sia frutto di un caso fortuito. Ma non è così. La fortuna esiste, e può essere che contribuisca al tuo successo, ma in una piccola percentuale. Quindi ogni volta che pensi di essere stato fortunato, quantifica – realisticamente – la percentuale di fortuna e quella di duro lavoro (o altro) che ti ha permesso di raggiungere quel risultato. - Impara a ricevere i complimenti
Quando qualcuno ti fa un complimento non trovare subito una giustificazione per dire che non è merito tuo. Rispondi semplicemente “grazie”. E vai avanti.