Sii un po’ più egoista, renderà felici le persone che ti stanno vicino
Prima del decollo, su ogni aereo vengono illustrate le misure di sicurezza da seguire in caso di problemi. La più importante è quella che riguarda la mascherina. Questa va indossata come prima cosa, e va indossata prima di aiutare gli altri a farlo. Per quanto controintuitiva, questa è una cosa dannatamente altruista. Mettersi la maschera è più facile e richiede meno energie e ossigeno rispetto a metterla a una persona che non è in grado di indossarla da sola. Se nel tentare di metterla ad altri perdiamo i sensi, restiamo in due senza maschera. Quando capisci questa cosa, ti rendi conto che egoismo e altruismo non esistono, e che anche e soprattutto gli altruisti sono e devono essere innanzitutto egoisti.
Il fatto è questo: devi essere egoista prima per essere altruista poi.
Tutti siamo egoisti e non c’è niente di male a esserlo. Quando vogliamo o facciamo il bene degli altri, in realtà stiamo alimentando il nostro ego che cresce nel vederci svolgere un ruolo di servizio o si esalta nel successo degli altri. Basti pensare al nostro stato d’animo quando tifiamo per qualcuno o per qualcosa.
Ma che significa fare il bene degli altri? Non è una domanda banale: quante volte ci siamo trovati dalla parte del torto facendo qualcosa per il bene degli altri? A volte gli altri non sanno cosa sia il loro bene, come nel caso di un bambino che rifiuti la cena, e a volte invece vogliono inspiegabilmente il proprio male. Il caso del bambino è esemplificativo: magari non è in grado di spiegartelo, ma quel giorno ha un disturbo intestinale o semplicemente non ha fame e noi costringendolo a cenare comunque ci guadagniamo solo un tappeto sporco di vomito da ripulire prima di coricarci. E chi vuole il male per sé, siamo davvero sicuri che non abbia davvero bisogno di quella dose di negatività per rialzarsi? In fondo, a tutti ogni tanto ci piace crogiolarci nel dolore perché sappiamo che solo così ne possiamo uscire, elaborandolo e superandolo, e non facendo finta di niente. C’è infine il rischio che la nostra idea di bene degli altri non corrisponda affatto all’idea di bene proprio degli altri, come un genitore che spinga il figlio a proseguire gli studi in una certa direzione sulla base di elementi di valutazione che non provengano dal figlio stesso.
Tornando all’egoismo, chiediamoci: cosa ci rende più felici? La felicità nostra o quella degli altri? È chiaramente una domanda trabocchetto: la nostra. La felicità degli altri rende felici gli altri, e non potrà mai renderci più felici della nostra felicità. Posto anche che il nostro obiettivo fosse la felicità degli altri, ottenerla ci renderebbe felici per aver raggiunto il nostro obiettivo, e non perché gli altri sarebbero felici. E il punto è questo: essere egoisti rende felici. Apparentemente è evidente, certo, ma le implicazioni di questo assunto sono più profonde.
Il fatto è che la felicità è contagiosa, come evidenziato da più ricerche scientifiche. Proviamo a verificare con mano nostra: chi riesce a rimanere impassibile davanti al sorriso di un neonato? Se dunque vuoi la felicità degli altri, devi sincerarti di essere felice tu per primo. Perché come la felicità è contagiosa, anche la sofferenza lo è. Immagina di tornare a casa la sera con una promozione in tasca e trovare il partner in lacrime per un licenziamento: è probabile che alla tua promozione tu non faccia neppure cenno e che andiate a letto senza festeggiare.
Dunque, essere egoisti è un bene, poiché prendersi cura di sé stessi è l’unico modo per diventare felici ed essere felici è il modo migliore per aiutare gli altri. E più persone felici ci sono meglio stiamo tutti, no? E come si fa a essere più felici? È complicato, ma si comincia sorridendo perché è sorridere che ci mette di buon umore e non il contrario. Prova ora.