Sì, è possibile dare un senso anche alle avversità
Piccoli e grandi contrattempi, disagi, difficoltà o tragedie accomunano molti di noi, prima o poi, nella quotidianità. Sia che ci tocchino direttamente, sia che riguardino una persona a noi cara o l’intera società, in tali occasioni siamo portati a riflettere, a interrogarci, a cercare un senso a quanto accaduto. Dare un senso compiuto, che almeno per noi appare tale, può aiutare molto ad accettare e a venire a patti con una realtà che altrimenti potrebbe essere troppo dura da affrontare e superare. Purtroppo non sempre la logica e la razionalità sono sufficienti per offrire le spiegazioni che stiamo cercando e che potrebbero alleviare il nostro carico di dubbi, disagi, contrasti e dolori interiori che altrimenti ci troveremmo continuamente a nutrire.
Le lezioni dell’esperienza
Ognuno di noi ha un bagaglio di esperienze e di lezioni apprese che è unico, irripetibile e fortemente soggettivo. Tutti abbiamo qualcosa dentro che può essere utile anche al prossimo. Anche se in molti casi ci siamo trovati ad affrontare delle situazioni che ci sono capitate e non abbiamo scelto né perseguito per nostra intenzione consapevole, come abbiamo deciso di reagire, sia nel concreto, sia soprattutto nell’interiore, come stato emotivo e cognitivo, è, è stato e resterà sempre una nostra libera scelta.
Sono proprio questi aspetti interiori che possono sancire una enorme differenza nell’esito di una situazione e nell’insegnamento che possiamo trarre da essa. È questo il vero potere di cui disponiamo nella vita: quello interiore. Ed è questo il vero, grande, prezioso tesoro che possiamo condividere con gli altri.
Come dare un senso alle avversità
Non tutte le esperienze possono risultare comprensibili ad un primo, superficiale sguardo. Le reazioni immediate di sconcerto, stupore, scoramento, allontanamento, rifiuto possono essere le più comuni, soprattutto se quanto sta accadendo è ben lontano dalle nostre aspettative e desideri. Occorre del tempo, grande calma, obiettività e pacatezza interiore per provare a dare un senso a quello che accade, a noi o intorno a noi, soprattutto se si tratta di piccole e grandi avversità. Nel momento in cui riusciamo a dare un senso agli eventi, quando siamo riusciti a cogliere la lezione intrinseca, possiamo tradurla in principi, valori, morali che possono rivelarsi utili per noi e per gli altri.
Alcune domande che ci si potrebbe rivolgere per compiere ciò potrebbero essere:
* Come questa esperienza mi ha cambiato?
* Che cosa ho imparato?
* Nello specifico, tramite la sofferenza, il dolore, quali potenzialità sono emerse?
* Quali apprendimenti ho tratto da questa esperienza che potrebbero essere utili anche ad altri?
Come condividere con gli altri le proprie lezioni di vita
Condividere il senso delle nostre esperienze e le lezioni di vita apprese può fare molto bene sia alla nostra salute, sia a quella altrui. Inoltre, nello stesso momento in cui trasmettiamo le nostre conoscenze ed esperienze agli altri continuiamo in ogni caso ad apprendere qualcosa di nuovo a nostra volta e non solo chi ascolta. Tutti abbiamo qualcosa da donare agli altri. Alcune strategie potrebbero rivelarsi utili.
1. Comportarsi da studente:
Nella vita non si finisce mai di imparare. Non si tratta tanto e solo di apprendimento nozionistico tramite libri, seminari, corsi, conferenze, ma anche e soprattutto di esperienze che solo la vita concreta e quotidiana può offrirci e soprattutto l’introspezione e la riflessione su di essa.
2. Amare le esperienze:
Può sembrare a prima vista mellifluo, in realtà non lo è affatto. Amare le esperienze significa accoglierle, accettarle, non giudicarle e non combatterle. Impegnarsi per cambiarle, laddove possibile, ma limitarsi ad accettarle e coglierne il senso, laddove non modificabili.
3. Creare un senso per la propria vita:
Un senso intrinseco nelle cose, negli accadimenti, nelle situazioni non esiste: siamo noi a crearlo e attribuirlo ed in molti casi è fondamentale per la nostra buona salute mentale. Ne abbiamo testimonianza, ad esempio, grazie a Victor Frankl, fondatore della Logoterapia, studioso dei sopravvissuti ai lager di guerra, che sono riusciti a mantenere un equilibrio mentale trovando un senso a ciò che hanno attraversato.
Un senso nel non senso
Anche se non sempre, nonostante le buone intenzioni e i relativi tentativi, riusciamo a trovare un senso nel breve, medio o lungo termine di ciò che viviamo, niente di ciò che sperimentiamo accade invano. Anche se non comprendiamo emotivamente o razionalmente qualcosa non è detto che non cambi comunque qualcosa in noi.
Mantenere elevata la fiducia in questo processo, l’attenzione, l’apertura, la disponibilità ad apprendere, comprendere, lasciarsi trasformare sono fondamentali per continuare ad evolvere umanamente e professionalmente. Questo, volendo, lo possiamo fare tutti.