Ognuno di noi, dentro di sé, è sia lupo che agnello
Che fai quando il lupo divora l’agnello?
Spesso non ce ne rendiamo conto ma siamo noi stessi i primi detrattori della nostra vita. Ci lamentiamo, soffriamo, ci percepiamo falliti e spesso idioti, senza un perché, tutto questo genera frustrazione profonda che ci accompagna quotidianamente in maniera costante. Ma di che cosa si tratta?
La risposta non è così semplice ma non è neppure troppo complicata, basta provare a guardare con coraggio la nostra vita e di ciò di cui ci nutriamo costantemente: siamo attenti maggiormente alla parte negativa delle cose che ci accadono e accadono intorno a noi? Oppure siamo più attratti da ciò che da piacere, gioia, bellezza e ci spinge a credere nel domani con fiducia? Non sto parlando di ottimisti e pessimisti ma di qualche cosa di più sottile, sotterraneo, che sfugge allo sguardo perché spesso la maschera che indossiamo è differente da quel che siamo verso noi stessi e non combacia affatto con quello che siamo veramente e che spesso neghiamo persino a noi stessi.
Ogni essere umano è composto da una parte positiva e una parte negativa, simbolicamente sono rappresentate dall’agnello e dal lupo. Queste due facce che compongono l’essere umano vivono e crescono con nutrimenti che sono molto diversi, che hanno caratteristiche nutritive differenti. La rabbia, il rancore, la paura, l’insicurezza, la gelosia, l’invidia, l’ansia, l’aggressività sono fameliche e nutrono il lupo. Il dialogo, la moderazione, la pazienza, il coraggio, la verità, la pace interiore, la gratitudine, il perdono, l’apertura, l’accettazione di se stessi invece nutrono l’agnello.
Ora davanti allo specchio, prima di addormentarvi provate a chiedervi con sincerità, chi e cosa ho nutrito oggi? Quali conversazioni ho sostenuto, quali giornali e articoli ho letto, quali trasmissioni ho guardato, come ho risposto e come mi sono mostrato con le persone che mi circondano? Queste banali domande ci danno la misura di quanto abbiamo nutrito il lupo e affamato l’agnello e ci dicono molto su quel che è il bilancio della nostra giornata.
Mi piace alla sera prima di addormentarmi soffermarmi sulla mia giornata, su ciò che mi è accaduto e su come sono riuscito a interagire in modo da potermi nel caso fosse necessario rivivere e perdonare ciò che non sono riuscito a realizzare. Molte, forse troppe volte, non ci diamo il tempo necessario per perdonarci e non riuscendo a metterci in discussione non riusciamo a reagire alla vita in maniera differente. A volte bastano solo dieci minuti per ripulire il campo e comprendere dove non siamo stati sufficienti, questo per poterci liberare dall’idea che sia sempre colpa degli altri e che non siamo stati compresi.
Noi siamo gli artefici delle nostre reazioni e spesso, quasi sempre le nostre reazioni sono il risultato di come e cosa ci ha nutrito, quanto il lupo è famelico e ha dilaniato l’agnello o quanto l’agnello è riuscito a sfuggire al lupo e il lupo ora è mansueto in un angolino. Non possiamo negare la presenza del lupo e neppure dell’agnello ma possiamo decidere chi nutrire e come farlo, soprattutto possiamo cambiare posizione e osservarci da un punto di vista differente.
La bellezza salverà il mondo ci ha detto Dostoyevsky. La bellezza si nutre di curiosità, di silenzio, di attenzione e di capacità di selezione e scelta di nutrimenti, dipende da quel che guardiamo e come lo guardiamo, su cosa poggiamo il nostro sguardo perché davvero la bellezza è ovunque, ed è specialmente negli occhi di chi sa guardarla e ricercarla in ogni luogo e in ogni condizione, specialmente nei momenti di difficoltà, che di solito ci costringono nella prigione delle nostre abitudini.