Sbagliare fa bene, se sai come farlo
Non ho fallito diecimila volte, ho solo scoperto diecimila modi in cui non funziona. Questa citazione attribuita a Thomas Edison viene spesso usata per incoraggiare a non fermarsi davanti al fallimento, ma in realtà è falsa e non c’entra nulla col fallimento. Lo spunto per attribuire queste parole a Edison è un’intervista sul numero di esperimenti condotti per inventare la lampadina, in cui lo scienziato parla di “migliaia di teorie diverse”. Nella biografia autorizzata, un collega obietta a Edison: “Non è un peccato tutti questi esperimenti senza risultati?” Al che Edison risponde: “Ho molti risultati, amico! Conosco migliaia di cose che non funzionano!” Con quelle parole Edison tesseva un elogio dell’errore e della sua funzionalità, identificando lo sbaglio come un formidabile strumento di apprendimento. Il fallimento invece è l’ultimo capitolo di un libro.
Secondo Edison, ogni volta che sbagliamo impariamo qualcosa. Collezioniamo dei feedback, sviluppiamo nuove intuizioni su cui lavorare e colleghiamo fra di loro le informazioni di cui siamo già in possesso. Chi ha un atteggiamento mentale volto alla crescita vede nell’errore la possibilità di imparare qualcosa di nuovo e una nuova sfida da affrontare.
Le conseguenze di questo approccio non sono banali. Se è vero che non si smette mai di imparare, allora non si smette mai di sbagliare, e di conseguenza l’intera nostra vita è una sequenza di errori, alcuni anche madornali, ma tutti funzionali. A volte però sbagliare ha un costo, e quindi è opportuno prendere precauzioni.
In genere gli errori occorrono per troppa sicurezza o perché ci prendiamo dei rischi. Il modo migliore per limitare i danni è condurre un post mortem in precedenza. Un post mortem è in estrema sintesi un’analisi volta a comprendere i motivi del fallimento. Possiamo però anticiparla chiedendoci cosa potrebbe andare storto e per quale motivo falliremo. Questo ci aiuta a individuare possibili errori e trovargli una soluzione in precedenza. Avere un piano di backup per ogni possibile errore ci consente di concentrare tutte le risorse disponibili sull’imprevisto, così da limitare i danni e imparare a prevederlo. Ho in mente il sindaco di San Francisco che dichiarò lo stato di allarme per il COVID-19 quando in tutti gli Stati Uniti c’erano 53 casi, di cui 10 in California e nessuno in città. Oggi San Francisco è fra le grandi città americane quella che ha sofferto meno vittime.
L’altro modo di limitare i danni degli errori è condurre una revisione completa a posteriori. Anche in questo caso, è già sufficiente individuare cosa è andato storto e cosa sarebbe potuto andare meglio, e perché è andato così e cosa avremmo potuto fare per farlo andare meglio.
Questo approccio non impedisce di sbagliare, ma tante volte mi ha salvato nel lavoro come nella vita personale, e mi pare aiuti a sbagliare nel migliore dei modi.