Sammy Basso va in scena, ed emoziona tutti
Grazie al Tour di Centodieci lo spettacolo di Sammy Basso è arrivato anche al Teatro Cristallo di Oderzo: e il pubblico ha risposto con grande entusiasmo oltre che con qualche nota di commozione. Lo spettacolo è parte di “Centodieci è ispirazione” cioè il ciclo di incontri che Banca Mediolanum dedica alla propria comunità – ma anche a chiunque ne condivide i valori – in modo da portare avanti idee come la forza di volontà, la tenacia, la creatività e l’eccellenza. In questo senso lo spettacolo di Sammy Basso ha rispecchiato perfettamente il motto con cui Centodieci rappresenta i propri eventi: “Le idee vivono nei loro testimoni, in coloro che le sviluppano con passione e che si identificano in esse”. E Sammy Basso, non c’è dubbio, sviluppa davvero le proprie idee con una passione che lascia attoniti. Nonostante infatti Basso sia affetto da progeria, una malattia rara che causa un prematuro invecchiamento di chi ne è affetto, l’energia e l’ironia con cui racconta la sua storia riescono a trasmettere al pubblico un concentrato di ottimismo ed energia. Sammy tiene il palco dimostrando un talento che unisce alla potenza delle parole una grande dose di spontaneità, che poi è quella di un giovanissimo ragazzo appassionato di scienza, di libri, di viaggi, di Stati Uniti e di cinema.
La progeria è una malattia rarissima: l’incidenza è calcolata a solamente una nascita ogni otto milioni, i casi italiani, per intenderci, sono solamente quattro. A pensarci, identificandosi con Sammy il primo istinto è quello della rabbia, di lasciarsi andare e farsi divorare dalla domanda “perché proprio a me?”. Invece lo spirito di persone come Sammy dimostra che la prospettiva può essere ribaltata: la malattia, oltre a essere una condanna (che Sammy e la sua famiglia non negano, ma combattono con coraggio e ottimismo) può dimostrarsi un’opportunità, un insegnamento su quanto la vita sia un bene prezioso e di cui godere con gioia ogni giorno.
La progeria causa l’invecchiamento di tutto il corpo, è vero, ma non della mente, che resta dinamica e attiva proprio come quella di chi non ne è affetto, con un invecchiamento che procede a ritmi standard.
Questo sembra essere il messaggio di Sammy Basso quando sale sul palco, a voler parafrasare le sue idee verrebbe da dire che “il mio corpo potrà anche invecchiare più rapidamente del solito, ma io sono la mia mente e con questa trovo energia ed entusiasmo per vivere appieno”. E ancora: “non compatitemi, ma godetevi ogni momento della vita, proprio come faccio io”.
Questo non significa che Sammy non sia cosciente della sua condizione, è nato nel 1995, è giovanissimo e dimostra un’intelligenza brillante: ha studiato, si è iscritto a una delle facoltà universitarie più difficili in assoluto, Fisica, e ha poi concluso gli studi in Scienze Naturali laureandosi col massimo dei voti. Insomma, Basso, nonostante la giovane età e le difficoltà, si è forgiato come un uomo maturo e responsabile, ma soprattutto conscio di sé.
Uno degli aneddoti più emozionanti dello spettacolo è il racconto di una sua recente vicenda medica: davanti a un problema cardiaco Sammy si è trovato a decidere se essere operato e rischiare così la propria vita. Una sfida che lasciava una possibilità su due di riuscita, un cinquanta-cinquanta che avrebbe messo in difficoltà il potere decisionale di chiunque, ma evidentemente non quello di Sammy. Sua madre, chiamata sul palco a fine spettacolo, racconta della decisione di suo figlio – quella di affrontare l’operazione – dicendo che lui l’avrebbe affrontata anche se fosse stata più invasiva, più pericolosa e più dura di quella che poi, grazie a un’eccellenza italiana della chirurgia, è stata nella realtà.
Lo spettacolo di Sammy Basso è una prova in carne e ossa di coraggio. Seduti sulle poltroncine del teatro, noi spettatori, abbiamo pensato che il coraggio che ha Sammy forse non lo avremmo avuto. Che al posto suo ci saremmo scoraggiati, ma che lui invece no. Come mai? La risposta la dà proprio Sammy Basso a metà spettacolo: “la malattia mi toglie molto, ma mi dà anche molto”, “i miei amici li ho in questa vita, la mia famiglia la ho qui in questa vita”. Subito dopo sorride: “Io voglio vivere appieno il mio qui e ora”.
di Enrico Pitzianti