Risorse, competenze, esperienze: se le hai, sei pronto a metterti in proprio
Molti di noi sono imprenditori, consulenti, freelance. Tutti gli altri stanno valutando o almeno una volta hanno valutato l’idea di mettersi in proprio.
Quando fantastichiamo o progettiamo più concretamente il nostro “salto” nel mondo della partita iva tendiamo a concentrare tutte le nostre energie nella ricerca e nella definizione “dell’idea giusta”, della “killer application”, “dell’intuizione geniale”. Il mio modo speciale di cucinare la pizza avrà successo? Il mio servizio innovativo di supporto ai clienti giustificherà il prezzo che ho intenzione di praticare? La soluzione che vorrei brevettare sfonderà? Davvero questo prodotto che ha funzionato in Cina funzionerà anche in Italia?
Ci pensiamo e ripensiamo e non dormiamo la notte perché sono in ballo i nostri soldi e un cambio radicale di vita. Soprattutto non ci capacitiamo del fatto che per quante ricerche di mercato e statistiche possiamo compulsare non avremo mai sicurezze e la nostra decisione sarà sempre in qualche modo una scommessa e un tuffo nell’ignoto. È la partita iva, bellezza: non è possibile capire ex ante (prima di mettersi in proprio) se abbiamo per il nostro prodotto/servizio/locale/studio professionale l’idea giusta o l’intuizione geniale.
Eppure progettare un salto dal lavoro dipendente al lavoro autonomo/imprenditoriale merita comunque un approccio analitico.
Non chiediamoci ossessivamente “il prodotto/la soluzione/il servizio funzionerà?” Rischia di restare un interrogativo sterile e ansiogeno.
Quando valutiamo se metterci in proprio concentriamoci su altre 3 domande:
1) Ho competenze speciali?
Questa domanda si può scomporre in una serie di articolazioni: Cosa mi distingue davvero e in modo oggettivo da un qualsiasi altro cuoco/architetto/avvocato/ingegnere informatico/agente immobiliare? Lavoro in modo diverso dai miei colleghi? So fare delle cose che gli altri non sanno fare? Lo penso solo io o me lo hanno confermato persone di cui mi fido e che conoscono il mio settore?
2) Posso avvalermi di risorse/relazioni speciali?
Il casale che ho ereditato è l’unico nel raggio di 100 km o è semplicemente solo un casale? Il nome di quanti operatori/potenziali clienti del settore è nella mia agenda telefonica? A quanti di loro potrei proporre di prendere un caffè entro il week end ottenendo con certezza una risposta affermativa?
3) Ho maturato esperienze davvero speciali?
Quanti come me sono stati sportivi professionisti? Quanti come me hanno vissuto in 5 continenti diversi? Quanti come me hanno fatto gli educatori in carcere?
Su queste tre domande è molto più facile darsi delle risposte puntuali e spietate. Ed è molto più facile anche ottenere dei feedback sinceri da chi ci conosce e ci vuole bene.
Soprattutto ex post si scopre che chi si è messo in proprio con successo, al di là della ricostruzione “ha avuto un’idea geniale”, più semplicemente aveva competenze e/o risorse e/o relazioni speciali, o ancora più precisamente aveva una combinazione veramente speciale di competenze, risorse/relazioni, esperienze.
Le idee, le soluzioni, i prodotti geniali non nascono per caso, non sono figlie di nessuno. Nascono perché una persona è riuscita, qualche volta anche inconsapevolmente, a maturare nel suo percorso una combinazione speciale di competenze, risorse/relazioni, esperienze.
Alla fine di questa analisi possiamo ottenere risposte molto costruttive: “non è ancora il momento di fare il salto, ho ancora bisogno di maturare competenze, risorse/relazioni, esperienze speciali. Mettiamoci all’opera!”. E niente alibi, i casali si ereditano, tutto il resto lo possiamo e lo dobbiamo costruire noi.