Come rimanere focalizzato su quello che fai e gestire le interruzioni
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Qual è il segreto del successo di Candy Crush, Angry Birds, Pokemon Go e più in generale tutti quei giochini da cui chi più chi meno non riusciamo (o riuscivamo) a staccarci? Sono costruiti per mantenere focalizzata l’attenzione del giocatore su quello a cui si sta dedicando. Nella vita reale non esistono livelli, colori o musichine additive da sfruttare, ma ci sono metodi per allenare la nostra capacità di attenzione e di migliorare produttività e risultati.
L’approccio mentale
La cosa più importante è avere il giusto approccio mentale nei confronti di quello a cui ci dedichiamo. Proviamo a impararlo guardando altrove per un attimo, e prendendo come riferimento:
decluttering
minimalismo
meditazione
Decluttering
Letteralmente decluttering significa rimuovere il clutter, ovvero il disordine, ma non solo. Clutter in inglese indica anche il rumore di sottofondo che un radar registra per esempio dalle nuvole, e dunque per esteso decluttering significa rimuovere tutto quanto generi confusione e impedisca una chiara percezione. Quindi tavolo e agenda in ordine, ma anche – e forse soprattutto – fare spazio per quello a cui vogliamo dedicarci, ovvero rimuovere ogni intralcio o distrazione dallo spazio fisico e mentale in cui operiamo. E dunque, bloccare del tempo sul calendario (in cui non è ammesso altro) e utilizzare uno strumento per tracciare come spendiamo il tempo, così da sviluppare la capacità di stimare il minutaggio necessario a ogni attività, che normalmente sottostimiamo. Inoltre, tracciare il tempo speso in un’attività ti farà sentire in colpa se lo utilizzerai diversamente, e questo senso di colpevolezza cancellerà ogni distrazione rilevata.
La tecnica Pomodoro di Francesco Cirillo è un ottimo metodo per organizzare e tracciare il proprio tempo: pianifichi le attività, le svolgi per 25 minuti senza accettare interruzioni, poi ti alzi e ti riposi per 5 minuti. Ripeti 4 volte prima di una pausa di 15 minuti. I punti chiave sono:
rispettare in modo preciso i pomodori (blocchi di 25 minuti):
attenersi alla regola che un pomodoro non finito non vale;
gestire le interruzioni, ovvero durante ogni pomodoro non ammettere interruzioni, ma qualunque cosa succeda prendere una nota da rivedere successivamente.
Niente interruzioni significa che non rispondi al telefono, non apri email, messaggi, non dai retta ai colleghi… Finisco una cosa e ti rispondo deve diventare la risposta predefinita a qualunque tentativo di interruzione.
Possiamo sfruttare il decluttering anche nella pianificazione: fai un semplice piano che aggiusterai strada facendo e che eventualmente preveda obiettivi di breve, medio e lungo termine per mantenere alta la motivazione, poi stendi una lista di tutte le cose che ti potrebbero intralciare o distrarre e rimuovile. Disattivare le notifiche sonore del telefono è un ottimo punto di partenza.
Minimalismo
In genere pensiamo che minimalismo indichi qualcosa di meno, ma è proprio il contrario: indica la ricerca di un qualcosa di più. Nel nostro caso, meno distrazioni significa più attenzione, ma non fermiamoci qui.
Meno lavoro, meglio lavoro. Ovvero, minore è il numero delle attività che svolgo, maggiori sono le risorse a esse dedicate. E all’interno di uno stesso progetto, meno sono gli aspetti che prendo in considerazione, maggiore è la cura che riservo a ognuno di essi. L’economista Wilfredo Pareto ci viene in soccorso con la scienza: seconda la sua teoria sulla scarsità dei fattori, il 20 per cento delle attività svolte produce l’80 per cento dei risultati. O giù di lì. Quindi, puntando a fare di meno, o meglio concentrandoci sul 20 per cento, saremo comunque in grado di ottenere la maggior parte dei risultati attesi.
L’approccio empirico di Pareto è fenomenale quando combinato con la matrice delle priorità attribuita al generale Dwight Eisenhower. Questa prevede di organizzare le attività in 4 quadranti generati dall’incrocio di due assi: importanza e urgenza. Tutto quanto non è importante va delegato o cancellato per concentrarsi su quanto è importante e urgente, definito nel tempo speso a pianificare le attività importanti e non urgenti.
Questo tipo di minimalismo ci insegna a individuare gli aspetti principali di quello a cui ci stiamo dedicando e focalizzare la nostra attenzione su di essi. Questo ci consente di raggiungere prima quei risultati che ci motivano a proseguire nel lavoro.
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Meditazione
Prova a chiudere gli occhi per un minuto e ascoltare il tuo respiro: ti verranno in mente un sacco di cose! Cose che ti vengono in mente ogni volta che cerchi di mantenere l’attenzione su una sola cosa, perché così funziona la mente: una volta su due, secondo una ricerca dell’Università di Harvard, rivolge l’attenzione a una cosa diversa da quella su cui la vorremmo concentrata.
La meditazione è uno strumento potentissimo per allenare la mente a mantenere l’attenzione su quello a cui ci stiamo dedicando, oltre a essere una pratica utile a migliorare la nostra salute psico-fisica.
Dal punto di vista fisico, meditare significa infatti mantenere l’attenzione su una cosa sola fino a quando il rumore di sottofondo non svanisce. Esiste una particolare tecnica di meditazione chiamata Vipassanā, parzialmente confluita nella Mindfulness, che vede il meditatore impegnato a monitorare tutto quanto lo riguardi, etichettando per così dire ogni pensiero che si manifesti (mi perdonerete la semplificazione). Etichettare un pensiero significa saperlo riconoscere quando si ripresenta, e già questo lo rende meno interessante, e sorpatutto ci consente di “reagirgli” nella maniera più opportuna, ovvero accettandolo e lasciandolo andare. Imparare a riconoscere le distrazioni e vederle come uno strumento per allenare la nostra attenzione è di grande aiuto per rimanere concentrati su quello a cui ci stiamo dedicando.
Come allenare l’attenzione?
Abbiamo visto che l’approccio mentale necessario per rimanere focalizzati è imperniato sull’attenzione. L’Enciclopedia Treccani la definisce così: atto di rivolgere e applicare la mente a un oggetto; processo che permette di concentrare o d’indirizzare l’attività psichica su un determinato oggetto.
Generalmente utilizziamo la locuzione prestare attenzione, ma io suggerisco di dire porre attenzione, che l’attenzione quando la prestiamo non ce la rendono. E se ce la rendono, ci mettiamo 23 minuti per ritrovare la concentrazione di prima. Dunque, essendo fondamentale, l’attenzione è bene evitare che ce la scippino. Tracciare come spendiamo il nostro tempo è un buon inizio, ma poi occorre monitorare costantemente a cosa poniamo attenzione. Ovvero, porre attenzione a cosa poniamo attenzione. Meditare ci aiuta a sviluppare questo sistema di monitoraggio.
Oltre a monitorarla, l’attenzione possiamo anche intensificarla, pianificando obiettivi e tracciando il tempo speso per raggiungerli. Ancora una volta, la Pomodoro è utilissima, ma proviamo a guardarla da un punto di vista diverso: limitare il tempo a disposizione per un’attività ci costringe a eliminare le distrazioni. Prova per esempio a lavorare un’ora in meno al giorno, senza diminuire i risultati. Qualcosa dovrai pure tagliare, e alla fine quello che tagli è tagliabile.
Ci sono poi le cose noiose, a cui proprio non vogliamo porre attenzione. Ci viene in soccorso lo psicologo ungherese Mihaly Csikszentmihalyi con la teoria sullo stato di flow , illustrandoci come le cose in cui davvero siamo concentrati siano quelle che richiedono tutto il nostro impegno e qualcosina di più, e per cui le risorse a nostra disposizione non siano pienamente sufficienti, costringendoci a imparare qualcosa o sviluppare nuove competenze. Dunque, se una cosa ti annoia e non riesci a rimanere concentrato su di essa, rendila più difficile. E se non fosse possibile, riduci il tempo a tua disposizione per svolgerla. O studia una variante che ti richieda di imparare qualcosa di nuovo per giungere alla soluzione prevista. Questo ti aiuterà a rimanere concentrato come se stessi facendo bungee jumping.
L’essenziale
Per rimanere concentrati su quello a cui ci dedichiamo è necessario fare spazio per questo ed eliminare le distrazioni (decluttering), concentrarsi sulle cose essenziali (minimalismo), e allenare l’attenzione (meditazione), sfruttando metodi e pratiche che ci aiutino a limitare le cose che richiedono attenzione e rendere queste attività un po’ più avvincenti.
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