Ridi, che ti vengono buone idee…
Come stimolare il pensiero creativo con l’umorismo.
Fin dalla notte dei tempi, ridiamo per esorcizzare la paura, per divertirci con gli altri, per rafforzare le relazioni sociali, per sentirci meglio.
Ridere è una reazione esclusivamente umana e si origina, come evidenziava il neurologo Robert Provine, nel midollo allungato (una regione “arcaica” del cervello). Come mai, viene spontaneo chiederci, una funzione frivola come la risata risiede a fianco di funzioni vitali (respirazione, battito cardiaco, ecc.) nella parte più antica del nostro cervello?
In effetti, respiriamo, mangiamo, parliamo e ridiamo usando, in modo esclusivo, la bocca: perché sottrarre tempo prezioso ad attività così importanti? Visto che ridiamo principalmente in compagnia, la spiegazione più probabile è che questo comportamento istintivo ci aiuta a socializzare e a creare legami profondi. Riunirsi in gruppi, per far fronte alle avversità quotidiane, ha permesso ai nostri antenati primitivi di sopravvivere.
Umorismo e creatività vanno (molto) d’accordo
“Quanti psicologi occorrono per cambiare una lampadina?”
“Beh, ne basta uno solo, ma la lampadina deve veramente voler cambiare”.
Umorismo e creatività hanno un “funzionamento” simile: si parte da una situazione (problematica) iniziale, c’è uno svolgimento e poi, ad un certo punto, succede qualcosa che ci sorprende, ci meraviglia e, spesso, ci fa ridere.
Arthur Koestler, scrittore ungherese, (nel libro The Act of Creation, del 1964) spiegava questo fenomeno con il meccanismo della bi-sociazione, che consiste nell’unire: “informazioni non correlate, e spesso in conflitto tra loro, in un modo nuovo”. Di solito tendiamo ad associare elementi che appartengono allo stesso “sistema di riferimento” (“tavolo” con “sedia”, “frutto” con “albero”, ecc.), nella creazione umoristica, o scientifica, avviene qualcosa di diverso: creiamo una connessione tra sistemi di riferimento differenti.
Questa intersezione tra sistemi eterogenei dà luogo ad un “risultato” innovativo o divertente: chi lo osserva riesce, improvvisamente, a ricostruire la coerenza tra le parti e questo genera sorpresa e divertimento. Un esempio di bi-sociazione umoristica è la battuta: “Da un’indagine è stato appurato che nei treni l’ultima vettura è la più pericolosa. La direzione, perciò, ha deciso di eliminarla.” (D. Ippolito)
Anche Edward De Bono ha sottolineato il forte legame tra umorismo e pensiero creativo: “L’umorismo e il pensiero laterale presentano tra loro parecchie analogie. Con l’umorismo, la mente passa liberamente dal significato ovvio a quello inaspettato, ma plausibile, e viceversa”.
Un altro aspetto interessante è che sia la creatività, sia l’umorismo richiedono un distanziamento dalla realtà, un allontanamento temporaneo che permette di cambiare prospettiva e di cogliere elementi inusuali. Questo consente di riuscire a scherzare, e ad alleggerire la situazione, anche in occasioni drammatiche. Nel 2005, dopo il passaggio dell’uragano Katrina, in un bar di New Orleans (di quelli che si trovano più in basso rispetto al livello della strada) sul cartello “Cercasi cameriera” è stato aggiunto “è importante che sappia nuotare”.
Ridere ci aiuta a essere più creativi?
Moses Ma, consulente della FutureLab Consulting & Ventures, nell’articolo “The Power of Humor in Ideation and Creativity”, ha affermato: “Il segno distintivo di un brainstorming davvero efficace è l’abbondanza di risate sincere. Le risate possono aiutare le persone a risolvere i problemi che richiedono soluzioni creative, rendendo più facile pensare fuori dagli schemi e associare idee insolite”.
Karuna Subramaniam, nella ricerca “A Brain Mechanism for Facilitation of Insight by Positive Affect” del 2008, ha scoperto che migliorare l’umore dei partecipanti aumenta la probabilità di avere un’intuizione creativa (“Aha moment”) nel risolvere esercizi di associazioni di parole e nei test di problem solving.
Settantanove partecipanti sono stati divisi in due gruppi: uno ha guardato una commedia divertente, mentre l’altro ha visto un film dell’orrore (“Shining”). Subito dopo la visione, entrambi i gruppi hanno svolto degli esercizi sull’associazione di parole e sulla risoluzione di alcuni problemi.
I partecipanti del primo gruppo, che avevano un umore positivo elevato, hanno risolto più problemi e hanno avuto maggiori insight rispetto a quelli con un umore più contenuto. La risonanza magnetica funzionale, eseguita su alcuni di loro (mentre risolvevano i problemi), ha evidenziato che l’intuizione creativa è correlata con una maggiore attività, nella corteccia cingolata anteriore del cervello, che si verifica appena prima di riuscire a risolvere un problema.
I partecipanti che hanno guardato “Shining” hanno rivelato, invece, una minore attività della corteccia cingolata anteriore e hanno dimostrato una minore creatività nel risolvere gli esercizi.
Nello studio “Haha and aha!: creativity, idea generation, improvisational humor, and product design”, Barry Kudrowitz ha selezionato ottantaquattro partecipanti tra studenti, designer professionisti e comici d’improvvisazione. Ha sottoposto loro un test con una sezione di umorismo (scrivere le didascalie di alcune vignette) e una sezione di brainstorming (ideare il nome di un prodotto).
I comici hanno generato il 20% di idee in più rispetto ai designer di prodotto professionisti e le loro idee sono state valutate il 25% più creative. La ricerca ha anche evidenziato che molti dei giochi utilizzati nella formazione all’improvvisazione potevano essere adattati efficacemente alla generazione di idee per il design di prodotto (perché stimolavano il pensiero associativo).
In una successiva sessione di brainstorming, l’allenamento all’improvvisazione ha aumentato la produzione di idee, in media, del 37%.
In ambito lavorativo, l’umorismo aiuta a ridurre la formalità e le distanze tra le persone, a diminuire la paura del rischio e consente di “sfidare” scherzosamente le regole.
È importante, come avrai intuito, evitare il “ridere di” (o “ridere contro”) che ferisce la persona e peggiora il clima, e favorire il “ridere con” che dà la possibilità di ridefinire una situazione e creare complicità e divertimento nel gruppo.
Mike Kerr, consulente aziendale, nel suo libro “The Humor Advantage” (2015) sostiene che l’umorismo contribuisca a rendere i manager più efficienti, a costruire team forti e a rendere le riunioni più produttive. “L’umorismo nelle riunioni incoraggia la partecipazione, riduce al minimo i conflitti, aiuta le persone a ricordare le informazioni, apre il dialogo e stimola la creatività”.
“L’umorismo è un ingrediente chiave nel pensiero creativo” – continua Kerr – “aiuta le persone a giocare con le idee, ad abbassare la loro critica interiore e a vedere le cose in modi nuovi”.
In fin dei conti, come affermava lo scrittore Alberto Cantoni: “L’umorismo rivela il lato serio delle cose sciocche e il lato sciocco delle cose serie”. (Trovi un approfondimento su come funzionano i meccanismi della risata nell’episodio “Umorismo e creatività” del podcast “Creatività al lavoro”).
3 suggerimenti per usare l’umorismo nelle tue giornate:
Se vuoi favorire la creatività nel tuo gruppo di lavoro (o nella tua azienda), impegnati a instaurare un clima sereno e divertente, che stimoli le persone a condividere idee e a creare connessioni insolite e originali. Ecco qualche suggerimento.
Crea un momento per ridere
Ridere è una specie di “doccia energizzante”: favorisce l’ossigenazione, l’irrorazione sanguigna del cervello, migliora la respirazione, modera lo stress e dà un senso di benessere (dovuto alla produzione di endorfine e catecolamine).
Dedica qualche minuto, possibilmente all’inizio della mattina e del pomeriggio, a ridere di gusto. Scegli di leggere qualche battuta o di guardare qualche video umoristico, insomma qualcosa che ti fa ridere.
Rendi il tuo ambiente più divertente
Rendi il tuo ufficio (e, se puoi, anche la sala riunioni) un luogo vivace e colorato. Puoi usare poster, vignette, oggetti, peluche e tutto quello che ti suggerisce la tua fantasia. Quando facilito delle sessioni di ideazione creativa ho imparato a portare sempre con me una serie di oggetti (palline, pupazzetti antistress, pop suckers, Koosh ball, ecc.) per stimolare, anche in modo tattile, la creatività.
Comincia le riunioni con una battuta
Iniziare gli incontri con qualche barzelletta, o con una storiella umoristica, permette alle persone di divertirsi, di allentare la tensione e di attivare pensieri positivi. Le barzellette, ovviamente, devono essere rispettose e favorire l’affiatamento nel team (“ridere con …” e non “ridere di …”). Le risate hanno benefici cognitivi molto interessanti: migliorano l’attenzione e la memoria, favoriscono la concentrazione e il pensiero positivo.
Come ricorda lo psicologo Richard Bandler: “Se siete seri, siete bloccati. L’umorismo è la via più rapida per invertire questo processo. Se potete ridere di una cosa, potete anche cambiarla.”