Come rendere il proprio lavoro emozionante e produrre al massimo
A volte il lavoro che svolgiamo non ci soddisfa fino in fondo e così ci viene voglia di cambiarlo. Spesso però non abbiamo bisogno di iniziare un’attività diversa, ma solo di rendere quello che facciamo già più intrigante. Un buon metodo per misurare quanto siamo coinvolti dal nostro lavoro è osservare la nostra percezione del tempo che passa. Quando questo ci sembra non trascorrere mai è perché non siamo coinvolti in quello a cui ci stiamo dedicando. Diversamente, abbiamo la percezione che il tempo voli, al punto che magari facciamo tardi senza accorgercene. Dunque, come fare in modo che questo succeda anche quando siamo al lavoro?
Cosa rende un lavoro intrigante
Lo psicologo Mihali Chicksentmihalyi ha definito questa condizione in cui il tempo vola stato di flow (flusso in inglese, n.d.a.). Quello che accade quando ci troviamo in questo stato è che perdiamo letteralmente la percezione del trascorrere dei minuti e delle ore. Quando avviene ciò? Attraverso diversi studi Chicksentmihalyi ha messo in correlazione i fattori che incidono su questo e ha scoperto che il nostro coinvolgimento è determinato dal rapporto fra le competenze in gioco e la complessità delle attività a cui ci dedichiamo.
Come raggiungere lo stato di flow
Lo stato di flow viene raggiunto quanto le competenze necessarie sono poco più di quelle che abbiamo, così che siamo costretti ad acquisirne di nuove, da un lato, e dall’altro quando l’attività a cui ci stiamo dedicando è complessa al punto che solo dando il nostro massimo saremo in grado di completarla in modo positivo. Per fare in modo che il nostro lavoro diventi più intrigante dovremo quindi renderlo più complesso o fare in modo che ci richieda maggiori competenze.
Rendere più complesse le attività a cui ci dedichiamo
Nel primo caso, ci sono diversi modi per raggiungere l’obiettivo. Possiamo per esempio aumentare le nostre ambizioni, o diminuire il tempo a nostra disposizione, o ancora introdurre limitazioni o variabili che ci complichino la vita. Procedendo in questo modo riusciremo a ottenere risultati superiori o liberare del tempo da dedicare ad altro.
Introdurre nuove competenze
Per fare in modo che il nostro lavoro ci richieda maggiori competenze occorrerà invece ragionare su quali competenze vogliamo acquisire per migliorare la nostra situazione professionale o personale, e poi trovare il modo di farcele richiedere dall’attività di tutti i giorni. Potremmo per esempio pensare a come usare nel nostro lavoro un software che vorremmo imparare a usare a livello personale, oppure introdurre attività che ci porteranno ad acquisire competenze di cui avremo bisogno per svolgere un’attività diversa a cui puntiamo. A volte questo può essere più complicato, e allora dobbiamo sforzarci di pensare a competenze limitrofe. Per esempio quelle necessarie per automatizzare i processi, ottimizzare i risultati ottenuti, o sviluppare nuovi contatti.
Come prepararsi a un nuovo lavoro
Se questo tentativo di rendere il nostro lavoro più intrigante dovesse fallire, allora occorrerà prendere in considerazione un cambio di attività, all’interno della stessa azienda o anche in un’altra, o nel caso di un freelance in un diverso settore. Per cambiare lavoro, il fondatore di LinkedIn Reid Hoffmann sostiene che siano necessarie tre competenze:
- un network a cui attingere;
- un vantaggio competitivo;
- una capacità di adattamento.
Per conseguire queste competenze possiamo introdurre variabili nella nostra attuale attività, così da rendere quello che facciamo un processo per compiere un passo in avanti nella nostra carriera professionale.
Anche per cambiare lavoro occorre però ragionare sullo stato di flow, perché senza inseguire il giusto connubio fra competenze e complessità delle attività a cui ci dedichiamo finiremmo col ritrovarci con un lavoro in cui il tempo non passa mai.