Racconta alla rete chi sei e cosa fai, evitando questi errori
I primi a comprendere le grandi opportunità della rete sono stati i professionisti della comunicazione e del web (ovviamente) che in pochi anni sono riusciti a ottenere visibilità e autorevolezza e che continuamente esplorano la rete alla ricerca di nuovi strumenti per farsi conoscere. La popolarità di alcuni di loro, per esempio i blogger, è poi presto uscita dal web, verso altre tipologie di media e verso altri contesti.
Nel panorama digitale contemporaneo fatto di parole, immagini, video, grafica e nuove tecnologie, i professionisti della comunicazione e del webmarketing stanno producendo quotidianamente ogni genere di contenuto. Fino a pochi mesi fa si trattava soprattutto di articoli su siti e blog, ma gli ultimi sviluppi hanno aperto le porte ai video e addirittura alle dirette, che ora possono essere fatte da molte piattaforme, come YouTube, Facebook e Periscope/Twitter.
Queste innovazioni hanno rafforzato l’impulso verso attività di content marketing e di storytelling, che da anni vengono indicate come vie maestre per il marketing online, ma stanno anche generando numerose occasioni di eccessi di ego e di autoreferenzialità, che per alcuni rappresentano trappole e trabocchetti difficili da evitare. Se è vero infatti che creare contenuti e raccontare se stessi e il proprio lavoro sono le traiettorie corrette da percorrere, se si vuole intercettare l’interesse e l’interazione delle persone, coinvolgendole e rendendole partecipi, è anche drammaticamente vero che il confine tra lo storytelling e l’autoincensamento è estremamente labile.
Una trappola insidiosa quella dell’ego, che spinge molti a pubblicare articoli e post deliranti, cui si fa fatica a credere, spesso dedicati alla celebrazione di successi clamorosi, presunti o reali, contratti a molti zeri, clienti prestigiosi. Se, come me, avete la sorte di gestire tra i vostri contatti tanti professionisti del settore, vi renderete facilmente conto di quanto la trappola dell’ego e dell’autoincensamento sia frequente da trovare nei loro scritti, foto e video, esponendoli spesso al ridicolo e ridimensionandone la credibilità e autorevolezza.
Ovviamente i meccanismi che interferiscono in queste dinamiche sono soggetti e molteplici, l web è un crogiolo di invidia, di frustrazione, di malumori pronti ad esplodere e a sfruttare qualsiasi passo falso e qualsiasi debolezza. Il web però è al tempo stesso una grande opportunità e una minaccia, sempre in agguato. Non credo esista una formula per evitare di cadere in questa trappola, ma provo a elencare alcune cose che dobbiamo evitare ad ogni costo:
- Autoreferenzialità, da bandire in tutti i contesti, perché a nessuno interessa interagire con chi pensa che le proprie imprese siano più importanti e più centrali di quelle degli altri
- Autoincensamento, perché quanto siamo bravi sono sempre gli altri a dirlo e se non lo fanno non è di sicuro perché non siamo stati bravi a comunicarlo. Al contrario, chiedere e accettare feedback, commenti e recensioni, positive o negative che siano, è sempre una buona pratica
- Racconti iperbolici, che tendono a gonfiare a dismisura il nostro operato e a farci passare per qualcosa di più di quello che siamo o che abbiamo fatto
- Clienti in esibizione, come se fossimo ogni giorno alla fiera, spesso senza nemmeno chiedere il permesso di essere citati
- Tour de force sovrumani, decine di ore di lavoro al giorno, sforzi titanici che, sebbene possano essere veri, non danno conto della nostra dedizione al lavoro, ma semmai della nostra incapacità di organizzarci e di gestirlo, compatibilmente con la nostra vita privata
- Riconoscimenti e premi, che di certo possono essere comunicati, ma sui quali è opportuno non esagerare
Facciamo in modo che la nostra comunicazione e il nostro marketing online passino attraverso contenuti di vero interesse perché capaci di generare coinvolgimento e dialogo. Il vero obiettivo della presenza online infatti è quello della condivisione e dell’interazione, uniche attività in grado di garantire risultati nel medio e nel lungo termine, contrariamente alle azioni di marketing più spettacolari, che possono generare risultati immediati ma anche, molto spesso, essere fonte di delusione delle aspettative.