Quel tesoro prezioso che è la coerenza e come imparare ad esercitarla
Tra le doti e le caratteristiche peculiari di ogni persona, la coerenza è certamente una delle più importanti e apprezzate, anche se spesso si tende a travisarne la natura e il senso. La coerenza, infatti, è certamente propria di quelle persone che spesso definiamo “tutte d’un pezzo”, ma è molto meno statica e immobile di quanto si possa immaginare.
Essere coerenti, ad esempio, non significa restare perennemente sulle proprie posizioni e non cambiare mai idea o atteggiamento. Questo sarebbe forse possibile in una realtà a sua volta immutabile, definita e certa, ma in un’era di velocità e di grandi cambiamenti come questa la coerenza assume un valore diverso. Qualcosa che assomiglia più alla fedeltà verso se stessi e verso la propria natura, anche questa profondamente e spontaneamente mutevole.
Riconoscere le persone coerenti non è difficile, ma serve molto tempo per farlo. Scovare le incongruenze dei politici, ad esempio, richiede molto meno sforzo e pochissima pazienza, perché essi sono continuamente sollecitati, nelle aule del Parlamento e dalla stampa, e nemmeno il più coerente e lineare di essi riuscirebbe a non essere mai colto in castagna e accusato di incoerenza.
Per tutti gli altri, invece, è il tempo a fare la differenza.
Quando si dice a un vecchio amico ritrovato che non è cambiato affatto, ci si riferisce proprio a questo: il suo aspetto è sicuramente cambiato e il suo corpo è invecchiato, ma la sua anima ha mantenuto una rotta lineare e riconoscibile, tanto da poter ricominciare da subito a relazionarsi senza nessuna sorpresa. Cos’è dunque la coerenza e perché per praticarla non serve esercitarsi, ma conoscere se stessi e restare fedeli a ciò che si è?
Ciò che comunemente definiamo coerenza è la congruità tra il comportamento di una persona e ciò che dice o mostra di essere, oltre che con la visione del mondo e delle cose che professa. Chi fa ciò che dice è ritenuto coerente, anche se non è difficile immaginare che possono esserci notevoli discrepanze tra ciò che si dice e ciò che si pensa davvero. È forse proprio qui che ha origine l’incoerenza di ciascuno di noi: quella più intima e profonda.
Quando qualcuno ci dice che “predichiamo bene e razzoliamo male”, questa fotografia della nostra incoerenza ritrae probabilmente molto più la nostra anima che la nostra pelle. Ecco perché quando quella foto viene scattata dovremmo guardare a fondo dentro di noi, anziché fare spallucce, assolverci o trovare giustificazioni o scuse.
Cambiare idea è del tutto lecito e in molti casi è un chiaro segno di vitalità e di intelligenza, ma quando qualcuno ci accusa di non essere coerenti e ci sentiamo colti nel vivo, la cosa peggiore che si possa fare è offendersi e arroccarsi sulle proprie posizioni, senza indagare sul fastidio che si sta provando.
Quel fastidio è un campanello d’allarme, perché ci costringe a guardarci dentro e a dare una risposta chiara alla domanda: ciò che hai detto o fatto è farina del tuo sacco e rappresenta fedelmente ciò che sei, oppure è una maschera che stai indossando per ottenere un guadagno o per percorrere una scorciatoia verso ciò che vuoi o che devi ottenere? Ciascuno di noi, infatti, altro non è che ciò che dice, ciò che fa, le persone che frequenta e gli obiettivi che persegue. Una complessa alchimia di ingredienti che rendono unico ciascuno di noi e che ci caratterizzano. Sono questi gli elementi che ci rendono riconoscibili e la coerenza di questi ingredienti fa di noi persone degne di fiducia, di stima e di credito da parte degli altri.
Ecco perché la coerenza è un tesoro prezioso; essa ci permette di vivere i nostri giorni e di perseguire i nostri ideali e i nostri obiettivi senza doverci compromettere.
Essere incoerenti significa invece dilapidare quel tesoro e ci costringe a modificare continuamente il nostro comportamento o le nostre opinioni, in base all’ambiente in cui ci troviamo o alle persone con cui siamo in contatto. L’incoerenza fa di noi dei camaleonti che tendono a confondersi con lo scenario in cui si trovano per operare nell’ombra, cambiando idee e atteggiamenti come fossero vestiti; al contrario, la coerenza ci permette di muoverci alla luce del sole e di non temere che gli altri possano essere offesi, scandalizzati o delusi dalle nostre azioni e parole, perché in esse ci riconoscono anche quando usciamo dalla nostra zona di comfort e ci facciamo più coraggiosi e meno scontati.
Essere coerenti non implica affatto essere prevedibili o banali, infatti. Significa invece essere consapevoli, responsabili e attenti, cambiando direzione quando si deve e tenendo saldamente tra le mani il timone del proprio essere, che serve appunto per impostare una rotta e correggerla durante il tragitto. Se così non fosse e se ciascuno di noi potesse procedere sempre e solo in modo lineare, volanti, timoni e sterzi non servirebbero e le strade non si incrocerebbero mai, così come le idee e le persone. Allora nessuno sarebbe davvero coerente, ma tutti si limiterebbero ad andare dritti per la loro strada, facendo forse meno errori e meno cambiamenti, ma limitandosi a trascorrere il tempo della propria esistenza, anziché viverla.